Politica

Repubblica Futura e la riforma di Banca Centrale

In questi giorni assistiamo ripetutamente a rocambolesche ricostruzioni del rapporto tra politica e Banca Centrale e dell’operato stesso di membri di Governo e della Banca Centrale. Crediamo sia necessario ricostruire i fatti con chiarezza affinché tutti i sammarinesi possano capire che cosa è successo negli anni recenti e possano valutare l’operato della Politica e dalla Banca Centrale.

Per prima cosa, Repubblica Futura non ha mai partecipato in maniera decisiva alla scelta dei vertici della Banca Centrale.

All’epoca della nomina di Grais, Antonella Mularoni, Segretario di Stato e membro del CCR, espresse la sua contrarietà, tra le altre cose per mancanza di requisiti, all’incarico di Grais, che avvenne evidentemente secondo altri criteri e priorità, che purtroppo ancora oggi ci sfuggono (si veda anche l’ordinanza del Commissario Morsiani). La selezione degli aspiranti fu gestita dalla segreteria alle finanze di Giancarlo Capicchioni e la nomina fu in particolare sostenuta dall’allora segretario alla cultura Giuseppe Morganti.

In questa legislatura, dopo quattro mesi dall’insediamento del nuovo Governo, il nostro membro nel CCR, il Segretario Renzi, riferì a Repubblica Futura le sue forti perplessità sull’operato di BCSM, anche a seguito della vicenda Asset, e chiese di iniziare un confronto con gli alleati al fine di giungere ad una sostituzione della Dirigenza di BCSM. Cosa che poi avvenne tra l’agosto e settembre successivi, anche grazie al ruolo di grande responsabilità tenuto in quella circostanza dagli allora Capitani Reggenti, Mimma Zavoli e Vanessa D’Ambrosio.

La nomina del Dott. Capuano – al quale è andato comunque il nostro apprezzamento per il breve lavoro fatto – allo stesso modo, non è stata proposta da Repubblica Futura. Lo stesso vale per il Direttore Moretti.

Infine anche la nomina dell’attuale Presidente della Banca Centrale, Catia Tomasetti, è stata determinata dal forte sostegno di una parte della maggioranza, mentre Repubblica Futura – è noto a tutti – aveva presentato un professionista di alto livello che, al pari di Catia Tomasetti, fu audito dalla Commissione Finanze.

È inutile sottolineare come tutti questi avvicendamenti all’interno di BCSM non abbiano favorito l’operatività di quell’istituto. È necessario però anche valutare come l’attuale BCSM sia il retaggio di un tempo passato, creata per sovraintendere a un sistema bancario e finanziario composto di 12 banche e oltre 70 finanziarie.

A più riprese Repubblica Futura – senza successo – ha posto questa riflessione ai propri alleati convinta che una drastica ristrutturazione della Banca Centrale fosse necessaria. RF, grazie anche al percorso di Associazione all’Ue e alla possibilità di ottenere la piena operatività degli istituti di credito sammarinesi all’interno del mercato unico, ha sempre sostenuto con forza di dover giungere a un sistema di vigilanza integrato a quello europeo. Ciò impone di ripensare totalmente la struttura della Banca Centrale, di renderla molto più snella rispetto a ciò che è, riducendone gli enormi costi e migliorandone i risultati.

Alcune funzioni attualmente svolte da BCSM non sono proprie di una Banca Centrale e dunque dovrebbero essere demandate a un Dipartimento sotto la guida della Segreteria alle Finanze. BCSM diventerebbe quindi, al pari di altri casi comparabili al nostro Paese, una struttura di vigilanza snella ed efficace, focalizzata sulla supervisione del sistema finanziario.

San Marino, 15 ottobre 2019

Repubblica Futura