Politica

Consiglio: rinviati il decreto su ICEE e quello salvabanche

soprassedere alla ratifica di alcuni decreti, tra cui il n. 2  “Indicatore della Condizione Economica per l’Equità – ICEE” e il n.16  “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del sistema finanziario” per venire incontro alle richieste della Centrale sindacale unitaria di poter avere più tempo a disposizione per un ulteriore confronto e approfondimento.

In particolare, rispetto al decreto n.16, il Segretario per le Finanze Eva Guidi chiarisce come non ci fosse l’urgenza di portare a ratifica il provvedimento, ma è stato inserito all’ordine del giorno della prima sessione consiliare utile, come da regolamento. “Considerato il suo importante contenuto e che riteniamo doveroso il confronto richiesto – sottolinea quindi Guidi –  e anche noi concordiamo che non ci possano essere problemi su una materia così importante a fare tutti gli approfondimenti necessari insieme alla Csu”.

Si procede quindi all’esame e alla ratifica del Decreto delegato n.178, che regola le modalità di impiego delle risorse destinate al “Certificato di Credito Sociale”. Il Segretario di Stato per le Finanze, nel corso dell’esame, fornisce i dati relativi ai destinatari del credito sociale: sulle 161 domande presentate nel 2018, ne sono state accolte 75 per 131 mila euro di stanziamenti “ben al di sotto di quelli previsti”.

Sul decreto successivo, il n.152 “Profili di ruolo e primo fabbisogno del corpo di Polizia Civile” si sviluppa un ampio dibattito, con l’opposizione che coglie l’occasione per ribadire la necessità di una riorganizzazione complessiva dei corpi di polizia, piuttosto che interventi limitati a ciascun corpo. Non mancano critiche più forti, come quella di Federico Pedini Amati, Mdsi, che punta il dito contro un provvedimento che definisce un “decreto elettorale”.
Il Segretario di Stato per gli Affari interni, Guerrino Zanotti, replica che “la riorganizzazione dei corpi di polizia va fatta” e  assicura che si sta lavorando in questo senso. “Ma è un percorso non semplice e non velocissimo” puntualizza. Quindi spiega l’esigenza del decreto: “Siamo a fare il secondo fabbisogno della Pa e ancora non avevamo approntato quello della Polizia civile, abbiamo fatto questo intervento che va esclusivamente a definire fabbisogno e profilo di ruolo”. Smentisce chi accusa il governo di avere “aumentato i numeri”: “Non siamo andati a modificare nulla, la legge 196 del ’93 riporta gli stessi numeri”. Il decreto definisce il fabbisogno della polizia civile in un dirigente, 4 ufficiali, 8 ispettori 16 sovrintendenti e 67 agenti: “A parte due ufficiali in più, sono gli stessi numeri del ’93”. E ancora, a conferma che non si tratta un decreto preelettorale, prosegue Zanotti, è stata lasciata cadere la richiesta della Polizia civile per il riconoscimento di un livello intermedio, il sesto bis.  Infine, Zanotti ribadisce la necessità del decreto: “Lo ritengo un provvedimento dovuto, con cui si va a colmare un passaggio previsto dalla legge di riforma della Pa in un settore importantissimo della pubblica amministrazione quale la Polizia civile”. Inoltre, il Segretario sottolinea come il provvedimento sia “il frutto di un confronto durato anche più di un anno e che non va a creare situazioni di differenze particolari con altri corpi di polizia”.

Nelle repliche, Federico Pedini Amati, Mdsi insiste nel bocciare il provvedimento:
“E’ una marchetta elettorale perché c’è qualche membro di maggioranza e di un determinato partito che ha fatto molte promesse a questo corpo. Lei Segretario ha parlato di aumento di organico, noi non lo abbiamo mai fatto. Nel momento in cui si vanno a fare 4 ufficiali si va comunque a modificare la struttura del corpo in modo sostanziale. Oggi ci sono un comandante e due ufficiali, ne vengono aggiunti due. Con il decreto 108 del suo collega Renzi, che riguardava la Gendarmeria, c’è una differenza sostanziale: i 4 tenenti della Gendarmeria non hanno percepito un euro di emolumento in più, mentre qui si fanno 4 ufficiali, 8 ispettori e 16 sovraintendenti che percepiscono stipendi pari a quel livello lì, inevitabilmente si andrà a spendere di più. E si diceva che la riorganizzazione dei tre corpi andava fatta insieme per evitare storture, cosa che non avete fatto. Lei candidamente ha detto che non è possibile fare la riorganizzazione dei corpi perchè è complesso. La Guardia di Rocca, per quanto riguarda l’innalzamento dei gradi è rimasta al 1998, non ci sono né tenenti, né marescialli, ci sono due brigadieri, allora cosa facciamo? E’ giusto che un corpo militare sia strutturato come la Gendarmeria e che gli  uomini della Guardia di rocca, con funzioni importantissime di controllo, li trattiamo come gli ultimi degli ultimi?”.
Davide Forcellini, Rete, ribadisce la necessità di un intervento per tutte le forze dell’ordine del Titano:
“Noi abbiamo detto che non si possono fare figli e figliastri quando si parla delle forze dell’ordine a vogliamo una rivisitazione e una collaborazione sinergica dei tre corpi. Sarà difficile, ma allora bisogna mettersi a lavorare, non fare un pezzo alla volta e dare oggi un contentino a qualcuno e domani a qualcun altro, se no la domanda sorge spontanea”.
Oscar Mina, Pdcs, chiede chiarimenti sul nuovo modello organizzativo:
“Modellare lo stesso sistema organizzativo con personale stabilito dal fabbisogno risulta a mio avviso limitante, c’è una sorta di incongruenza nell’interpretazione, ecco perché andavano prima menzionati i settori in maniera più specifica per definire il reale fabbisogno di questo corpo, La mia non è una critica,  ma si vuole cercare di capire la giusta interpretazione di questo modello organizzativo”.
Teodoro Lonfernini, Pdcs, riconosce la necessità dell’intervento, ma mette in guardia dai rischi di disparità tra le tre forze dell’ordine:
“Questo decreto è comunque qualcosa su cui si doveva intervenire anche in precedenza, quindi ben venga, ma c’è un lavoro da fare in maniera più approfondita per cercare di rendere tutte le condizioni di lavoro e operosità degli uomini delle forze di polizia in maniera equa e paritaria. Poi  è ovvio che siamo di fronte a corpi diversi che si occupano della sicurezza del Paese con compiti specifici diversi. Ma se non riusciamo a definire una situazione paritaria noi saremo sempre lì: da una parte avremo atti amministrativi e istituzionali ufficiali che non danno giustizia in egual misura a tutti, dall’altro continueremo ad alimentare il senso di distanza tra i corpi che dovrebbero invece lavorare insieme alla sicurezza del nostro paese. Se oggi risolviamo il problema per la Polizia civile, prima lo abbiamo fatto per la Gendarmeria, se ci sono questioni che riguardano la Guardia di rocca facciamolo in maniera immediata”.
Matteo Ciacci, C10, stigmatizza chi dall’opposizione insinua interessi di parte rispetto al decreto:
“A me spiace che su temi così importanti che riguardano l’operatività di un corpo di polizia si strumentalizzi sempre e si adombrino chissà quali esigenze politiche rispetto questo tipo di decreto. Chi interviene sulle tematiche della Polizia civile avrebbe chissà quali interessi su questi corpo… Ma si potrà ragionare tutti in questo modo? Io non credo sia fattibile un ragionamento di questo tipo. Sgombriamo il campo e confrontiamoci nel merito del decreto, abbiamo esigenze specifiche da tempo richieste dal corpo, si è data risposta intervenendo sui profili di ruolo e sul fabbisogno e anche sulle specifiche peculiarità del corpo. In questo momento verrebbero introdotti due agenti ausiliari, unica cosa che viene cambiata è che invece di accedere al 4° livello per un anno, si accede subito al 5° livello, e mentre nel 2015-2016 veniva paventata l’ipotesi del livello 6 bis per assistenti, questo non è previsto, ma si equipara tutti al 6° livello. Sulla riorganizzazione dei corpi: sono d’accordo con gli interventi di Lonfernini e Forcellini che auspicano che tutti e tre i corpi possano essere disciplinati a livello procedurale in maniera paritaria, senza balzi in avanti. Nel 2016 il decreto sulla Gendarmeria è stato il primo provvedimento cui si è dovuto adempiere e oggi arriva l’intervento sulla Polizia civile. Auspichiamo la Centrale unica in primis e la distensione dei rapporti con gli altri corpi sia obiettivo da raggiungere da parte della Segreteria Interni e di quella agli Esteri, perché lavorando insieme si giunga all’amalgama auspicata”.
Roberto Ciavatta, Rete, punta il dito contro l’equiparazione della Polizia Civile alla Pubblica amministrazione e ritiene indispensabile provvedere a uno Statuto speciale:
“Tutto il problema nasce da una riforma della Pa che fa acqua da tutte le parti. E’ una riforma della Pa che ci portiamo dietro incompiuta e sempre lo sarò, che ha introdotto il modello terrorista di valutazione quantitativa sul profilo di ruolo, un burocratese in cui ci si perde, è una follia. E da una parte crea rigidità pazzesca in alcuni settori, dall’altra lascia un’ampissima discrezionalità in altri. Questo è il problema. Ora ha senso che la Polizia civile stia dentro questo meccanismo perverso che è il fabbisogno della Pa? Dal mio punto di vista non ha senso, il fatto che la polizia civile abbia anche dei ruoli di tipo amministrativo non significa debba essere equiparata alla Pa.  Così come vedo la volontà di riconoscere un adeguamento anche retributivo, nel cui merito non entro, ma non può essere fatto al di fuori di una revisione complessiva delle forze di polizia che metta tutte nelle stesse condizioni. Uno statuto speciale per la Polizia civile è indispensabile per evitare differenze di trattamento e obblighi tra forze che sono chiamate a collaborare”.
Gian Carlo Venturini, Pdcs, chiede dei chiarimenti sull’emendamento presentato all’articolo 7, relativo al Nucleo antifrode. E ribadisce come il decreto sia necessario, ma arrivi in ritardo:
“Ho chiesto un chiarimento sull’emendamento presentato all’articolo 7 dove dice che i settori di indagine e controllo delle attività economico e finanziarie comprendono il Nucleo antifrode, nell’emendamento si dice che la polizia civile opera anche attraverso il nucleo, ma può dare idea che questo dipenda da un altro organismo e collabori con la Polizia civile, occorre massima chiarezza. Anche sul Nucleo interforze, non si capisce da chi dipende.  Dovremo essere più chiari quando si fanno le norme e concordo con i colleghi, su questo decreto, che è sicuramente necessario, si è perso anni per cambiare pochissime cose”.
Il Sds Zanotti  nella Replica finale respinge l’ipotesi di riconoscere alla Polizia Civile uno Statuto speciale e smentisce di aver introdotto “trattamenti economici superiori” attraverso il decreto:
“Un tema ricorrente è quello di riconoscere al corpo della Polizia civile uno statuto speciale, sinceramente sono contrario, d’altra parte potrà essere parte di un percorso che dovremo fare di riordino e riorganizzazione dei corpi, la delega che avevamo in questo caso era mirata alla definizione di profili di ruolo e del fabbisogno, non avevamo altra delega. L’intervento fatto segue quello che è stato fatto nella PA, fino a che la Polizia civile non avrà statuto speciale o non sarà un corpo militare, noi dobbiamo fare per lei ciò che abbiamo fatto per la Pa, definire fabbisogno e profili di ruolo.
Altro rilievo mosso: siamo andati a creare situazioni in cui abbiamo potuto riconoscere anche trattamenti economici superiori, cosa che non è stata fatta nella Gendarmeria. Lo smentisco fortemente. Non siamo andati a cambiare la struttura retributiva della Polizia civile, non abbiamo creato nessun livello differente da quelli che già ci sono”.

Terminato il dibattito si procedere all’esame dell’articolato e alla ratifica con voto palese del decreto. L’Aula prosegue quindi ad affrontare e ratificare il decreto delegato n.170, “Disposizioni relative al secondo fabbisogno generale” che proroga i termini di adozione del secondo fabbisogno generale al 30 settembre 2019, e il decreto delegato n.180, “Norme in materia di credito d’imposta per assunzione di personale iscritto alle liste di avviamento al lavoro e di categorie deboli e in materia di agevolazioni su premi di risultato”. I lavori proseguiranno nella giornata di domani.

SMNA

 

 

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