Mancini a Celli: “Ha svolto il ruolo dell’utile idiota”
San Marino. La seduta odierna del Consiglio Grande e Generale si apre con la conclusione del comma comunicazioni e con l’approvazione all’unanimità dell’Ordine del giorno – presentato ieri da Matteo Ciacci, C10- che istituisce ogni 15 marzo la Giornata nazionale dell’educazione alla cittadinanza. L’Odg era sottoscritto da tutti i gruppi consiliari.
I lavori si concentrano poi sul comma n.2: “Dimissioni del consigliere Simone Celli da membro del Consiglio Grande e Generale e sua eventuale sostituzione”, su cui si apre un lungo dibattito che occupa tutta la seduta del pomeriggio. Da parte della maggioranza, tanti gli attestati di vicinanza e solidarietà al dimissionario. In particolare, numerosi sono gli interventi dei consiglieri di Adesso.sm che riconoscono il suo impegno e attaccano l’opposizione per averlo reso vittima di pesanti attacchi in questi due anni. “È evidente che si è passati oltre alla normale critica politica – manda a dire Alessandro Bevitori, Ssd – si è andati spesso sull’attacco personale e al di fuori dell’ambito politico e queste sono le cose che fanno più male, perché dietro al politico, al Segretario, a tutti noi, c’è infatti una persona con la sua famiglia e i suoi affetti”.
Matteo Fiorini, Rf, osserva che si sta discutendo delle dimissioni di un consigliere che, “per quanto si mormori, si vociferi, si instilli il dubbio… non risulta essere né indagato, né rinviato a giudizio, né tanto meno condannato. E perché- si domanda- si è arrivati a questo?”. Fiorini fa anche autocritica per la maggioranza: “Non abbiamo fatto abbastanza per evitare la personalizzazione della politica nei confronti di Simone”.
Matteo Ciacci, C10, risponde a chi dall’opposizione ha avanzato l’ipotesi che le dimissioni siano state richieste dal suo partito. “Vorrei evitare strumentalizzazioni sul fatto che C10 chiede teste. C10 non addita colpe a singoli, ma fa considerazioni di carattere politico”. A monte quindi la richiesta dei civici di “un cambio di passo a questa maggioranza e a questo governo. È ovvio, nel momento in cui C10 chiede un cambio di passo e discontinuità, ci devono essere elementi tangibili in questo senso”.
Da parte dell’opposizione, le critiche rivolte a Celli si estendono a maggioranza e governo. Per Marco Gatti, Pdcs, l’ex Segretario “oggi viene utilizzato dalla maggioranza come capro espiatorio di quello che è il fallimento di questi due anni”. Ciò nonostante sottolinea la mancanza di discontinuità al governo registrata negli ultimi due mesi, da quando Celli ha lasciato la Segreteria alle Finanze. “Non era quindi il solo Simone Celli il problema di questa maggioranza” chiosa.
Le parole più dure arrivano dai consiglieri dell’area riformista che in passato hanno condiviso la militanza nell’ex partito di Celli . “Se fossi in lui – accusa Alessandro Mancini, che sottolinea come l’ex collega abbia sempre avuto bisogno di padroni – mi interrogherei sul fatto che, più che una vittima, il suo ruolo non sia stato quello dell’utile idiota”.
Per Denise Bronzetti, Ps: “Chi fa politica deve avere ambizioni, ma deve anche essere consapevole dei propri limiti, capacità che non riconosco all’uomo politico Simone Celli, che nella sua storia politica ha sempre avuto bisogno di mentori”. Per Giovanna Cecchetti, Indipendente: “Celli ha rappresentato ciò che di non buono vi è nella politica”. Federico Pedini Amati, Msdi calca la mano: “In questa legislatura Celli era nelle mani di poteri forti – denuncia, arrivando a ipotizzare anche nomi- Celli è stato condotto da Grandoni, Confuorti e da un giudice non elevato a eroe”.
Gian Carlo Capicchioni, Psd, non è convinto che le motivazioni siano “solo ed esclusivamente quelle di carattere personale. Al contrario, forse Celli non aveva messo in conto che i suoi sostenitori di maggioranza non gli hanno più dato quel sostegno di cui aveva bisogno. Capito questo, Celli, da buon politico qual è, si è fatto da parte”. Su tutto, risuona il silenzio del gruppo consiliare di Rete.