DIM alla maggioranza: è ancora lunga la lista delle cose da fare
San Marino. Continua la spunta della lista delle “cose da fare” sul programma di Adesso.sm. Forse non è proprio quella resa pubblica durante la campagna elettorale, ma non è certo la coerenza la caratteristica più spiccata di questo governo. Di sicuro è riuscito a sancire, in maniera inequivocabile, l’assoluta inutilità dell’aula parlamentare. Basti pensare alle decine e decine di annunci e dichiarazioni sul fatto che gli Npl di Cassa di Risparmio sarebbero stati gestiti internamente al paese, tramite una bad bank o veicolo pubblico e alle relative votazioni di ordini del giorno, totalmente ignorati e cestinati da un giorno all’altro senza che nessuno chiedesse conto al Segretario di Stato alle Finanze Celli o al Presidente di Cassa di Risparmio Zanotti, che solo una volta colto in castagna ha rivelato l’esistenza di un’asta per la vendita del pacchetto da due miliardi di npl. E la gestione pubblica? Dimenticata, adesso la strada migliore è la vendita. Se domani dalle retrovie si dirà che è meglio impacchettarli e spedire quei crediti su Marte, ci sarà di sicuro qualcun pronto a difendere anche quella posizione.
Il nuovo ritornello è che vendere quei crediti consente di ridurre la cifra che lo Stato deve immettere in Cassa di Risparmio per ripianare le perdite. Perdite volutamente gonfiate nell’ultimo anno, svalutando completamente i crediti, da una dirigenza che si scambiava email con Confuorti. Se la volontà fosse quella di ripianare i conti, non si capisce perché ci si ostini a fingere di non vedere che all’interno del bilancio in perdita di Carisp (quello da – 534 milioni) sono stati svalutati anche crediti che in realtà stanno tornando e che, se fossero stati correttamente valutati, avrebbero ridotto fin da subito l’intervento statale. Non si capisce perché (o forse sì) per il polo del lusso sia stata scelta Banca CIS quale intermediaria per il credito agevolato e non Cassa di Risparmio, con il risultato che i sammarinesi dovranno pagare l’80% di interessi su 65 milioni a una banca privata invece che alla propria banca, la banca di Stato. Non si capisce perché nel frattempo aumentano i costi di gestione e si continuano a nominare nei posti chiave (ad esempio in Banca Centrale, Carisp e non solo) personaggi che, essendo privi di qualifiche, devono continuamente essere affiancati da tecnici e società di consulenza.
Fino a pochi mesi fa la gestione interna e pubblica degli npl veniva propagandata da Adesso.sm come l’unica modalità in grado di garantire la tutela degli interessi sammarinesi, l’unica in grado di allontanare le speculazioni e i profitti privati. Dicevano dalle fila di maggioranza a dicembre 2017:” Abbiamo detto che volevamo costituire una bad bank pubblica, e lo ribadiamo, pubblica, perché lo Stato, molto più dei privati, non cercando speculazioni e svalutazioni, non avendo l’urgenza di fare profitti a strettissimo giro, si può permettere il tempo di recuperare con gradualità e con efficacia i crediti, con maggiori tassi di recupero, evitando la fretta che potrebbe avere un investitore privato che potrebbe non permettersi il lusso di non avere ritorni in termini economici in tempi brevi.”
E mentre lo dicevano, l’asta per la vendita degli npl volgeva al termine sulle nostre teste, senza che nessuno richiamasse alle proprie responsabilità il governo o il presidente di Carisp.
Il piano per smantellare la Repubblica è in atto e la forza inarrestabile con cui viene portato avanti è direttamente proporzionale all’ingordigia dei singoli fautori. Non è un caso che la nostra coalizione l’anno scorso abbia raccolto oltre mille firme contro l’indebitamento estero. Dagli annunci di crisi di liquidità di Celli allo scomposto attacco ad Asset per passare per l’imposizione del CdA montepaschiano in Carisp con il solo obiettivo di darle in colpo di grazia, non era difficile immaginare gli esiti del percorso: indebitare il paese per giustificare privatizzazioni e arricchimento di pochi avvoltoi a scapito della cittadinanza. Nessuna chiarezza sul passato (ancora non si sanno i motivi del licenziamento dell’ex vicedirettore Vladimiro Renzi, padre del Segretario agli esteri), né sul presente (i contenuti dell’atto di fusione Carisp – Asset). Quello che non potevamo immaginare ma che invece si è materializzato mese dopo mese sotto i nostri occhi, sono stati i collegamenti a Confuorti negli ambiti più delicati: dal commissariamento di Asset, alla vigilanza di Banca Centrale fino al cda di Cassa voluto da Celli e colleghi. Collegamenti sempre smentiti e sbeffeggiati da governo e maggioranza.
Così come è stata sbeffeggiata la richiesta delle opposizioni di avere qualche giorno per approfondire le informazioni fornite dal cda di Cassa, che con la svendita di npl non risolverà di certo la crisi patrimoniale né tantomeno quella di liquidità, crisi aggravata ad arte per rendere l’istituto ancora più sensibile agli attacchi. Siamo stati raggirati per un anno intero con l’illusione della gestione pubblica, quando la speculazione era già in atto.
E per essere sicuri che andasse a buon fine, sono bastati sette voti.
Movimento RETE – Movimento Democratico San Marino Insieme