Punto nascita: San Marino ha standard qualitativi di tutto rilievo
San Marino. Il Comitato Esecutivo dell’ISS, in merito all’articolo apparso sul giornale Repubblica.sm, a firma del Dr. Dario Manzaroli dal titolo “Chiudere la degenza pediatrica. Vi spiego il perché” intende precisare quanto segue. Decidere di utilizzare i “media” per trasmettere le proprie idee ai lettori, richiede il rispetto di alcune semplici regole: il principio etico di riportare la verità sostanziale dei fatti e acquisire le informazioni ed i dati ritenuti significativi, in modo attendibile e documentato, così da rappresentare, per i lettori, un informatore credibile ed autorevole. L’uso “strumentale” dei media, non supportato da dati attendibili e verificati, delegittima chi scrive, espone al grave rischio della “disinformazione”, disorienta i lettori e non permette la crescita di una coscienza civile attenta alle importanti scelte che il Paese compie e decide di compiere. Il tema della salute e l’offerta dei servizi sanitari rappresenta sicuramente un tema sensibile, nel quale la corretta informazione è ancor più fondamentale.
Il recente articolo fa riferimento alle coppie che sono in attesa del loro bambino e che si rivolgono al nostro Punto Nascita per ricevere le cure necessarie. Quale può essere lo stato d’animo di questi genitori se leggono che non sarebbe sicuro perché non raggiunge i 500 parti all’anno? Riferendoci anche agli operatori sanitari, impegnati nei servizi del nostro Ospedale per garantire cure professionalmente adeguate, quale stato d’animo può indurre la lettura di un articolo nel quale vengono riportate considerazioni che mortificano la loro professionalità, riconducendola al raggiungimento di un mero requisito numerico?
È vero che in Italia è stata avanzata la proposta di chiudere i punti nascita con meno di 500 parti/anno a causa dei bassi volumi di attività garantiti (Accordo Stato Regioni 2012 e Definizione degli standard qualitativi dei Punti Nascita). Per correttezza verso i lettori, l’autore avrebbe dovuto aggiungere tuttavia, che in Italia è previsto un Ospedale di Base (1° livello) per un bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 persone. San Marino, con i suoi 33.000 cittadini residenti, è lontana dal raggiungere gli standard previsti per il territorio italiano e, pertanto, l’autore dell’articolo, in base al suo ragionamento, avrebbe dovuto coerentemente proporre, non la chiusura del Punto Nascita, bensì la “chiusura dell’Ospedale”. Proporre solo la chiusura della degenza pediatrica creerebbe una condizione di disuguaglianza nei confronti della popolazione infantile (0-14 anni), che con 5.000 assistiti rappresenta il 15% dell’intera popolazione residente e dovrebbe godere degli stessi diritti, quindi gli stessi servizi, di cui godono gli adulti.
Inoltre, i lettori devono sapere che In Italia l’auspicato obiettivo di chiudere tutti i punti nascita con meno di 500 parti non è stato assolutamente raggiunto. I motivi di questo “insuccesso” sono sostanzialmente riconducibili al fatto che vi sono specifiche esigenze territoriali che richiedono la presenza “in loco” di servizi sanitari ritenuti importanti dalla popolazione residente, quali sono sicuramente quelli dedicati alla nascita dei bambini.
Nel 2010, a San Marino si è scelto di acquisire una specifica competenza neonatologica, prima assente. Da allora si è intrapreso un paziente ed impegnativo percorso formativo e riorganizzativo, che ha coinvolto tutti gli operatori sanitari impegnati nell’assistenza alla nascita. Oggi siamo così in grado di garantire ai nostri cittadini un’assistenza che rispetta standard qualitativi di tutto rilievo. Attenzione particolare è stata rivolta al tema della sicurezza dell’assistenza al neonato, svolgendo corsi annuali di Formazione e periodici Retraining sulla Rianimazione Neonatale, tenuti da formatori interni che hanno acquisito l’abilitazione rilasciata dalla Società italiana di Neonatologia. Si è provveduto, inoltre, alla stesura e alla condivisione di specifiche procedure per l’assistenza al parto. Ciascuna di queste procedure prevede il monitoraggio di indicatori e standard per valutare la qualità degli interventi erogati, ivi compreso la sicurezza delle cure prestate.
Dai dati dell’attività del Punto Nascita raccolti dal 2012 e aggiornati al 2017, emerge per esempio che nel 2017 solo 1 neonato sui 211 nati, ha richiesto il trasferimento presso la Neonatologia di Rimini. Inoltre la percentuale di allattamento esclusivo al seno, nel corso del 3° mese di vita, è risultata pari al 65%, superiore di 10 punti percentuali rispetto a quelle registrate nelle realtà sanitarie aziendali a noi limitrofe (pari a circa il 55%). Si rileva in aggiunta che in Pediatria l’appropriatezza della degenza pediatrica prevede bassi indici di ospedalizzazione (40-50/1000 residenti di età compresa tra 0-14 anni), ritenendo preferibile per il bambino la “domiciliazione” delle cure. I dati oggetto dell’attività svolta, evidenziano infine una netta riduzione in questi ultimi anni dell’export di pazienti che coincide con un incremento quali-quantitativo delle prestazioni fornite dall’intera equipe pediatrica (medica e infermieristica). Risulta quindi che il Punto Nascita del nostro Ospedale soddisfa i criteri di sicurezza e di qualità previsti dagli standard nazionali italiani, anche grazie a tutti i professionisti che prestano una costante attenzione alla qualità e sicurezza delle cure.
Avere all’interno di un Paese servizi sanitari e socio sanitari è una scelta strategica di ogni Stato sovrano. Quella di avere a San Marino una realtà come l’Istituto per la Sicurezza Sociale trova oggi supporto anche dagli organismi internazionali. Proprio durante la recente visita infatti, la delegazione di esperti dell’OMS ha ritenuto appropriata la presenza di un Punto Nascita all’interno dell’Ospedale, adottando tutte le strategie per garantire la sicurezza e qualità dei servizi e assicurando la formazione e la professionalità di chi vi opera.