Referendum: le ragioni del sì – Intervista a Karen Pruccoli
Karen Pruccoli (Comitato Promotore Referendum Aborto)
Quali sono le tre motivazioni per cui i sammarinesi dovrebbero votare ‘sì’ al prossimo referendum?
1 – Per abolire il reato penale che criminalizza le donne sammarinesi che decidono di interrompere la gravidanza, anche a seguito di stupro, per gravi motivi di salute ecc. costringendole a farlo in Italia, da sole, ignorate dal proprio Stato.
2 – Perché alla donna sia riconosciuto lo status di “persona” con i diritti che spettano alla persona umana come il diritto all’autodeterminazione, alla salute e al benessere.
3 – Perché la genitorialità deve essere consapevole e responsabile, non un obbligo o un’imposizione da parte dello Stato. E per fare questo è molto importante lavorare sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate, rafforzando l’educazione sessuale e l’accesso alla contraccezione.
Secondo il comitato anti-abortista, il referendum introdurrebbe misure molto più concessive rispetto a quelle della vicina Italia. E’ un’affermazione fondata?
Assolutamente NO. Proponiamo un quesito referendario estremamente semplice e chiaro, totalmente in linea con la Legge 194 italiana, ma che rappresenta solo la base per lo sviluppo di una legislazione vera e propria. Se passerà il Si, sarà il nostro Consiglio Grande e Generale a varare una legge completa e specifica, che stabilirà termini e modalità per il ricorso all’ivg. Anzi, i 43 anni di esperienza della 194 potranno solo indicare quali aspetti poter migliorare.
Quello delle sammarinesi costrette ad espatriare per sottoporsi ad aborto è un fenomeno acclarato; cosa potete dirci in proposito?
Le donne sammarinesi hanno abortito e abortiranno, come le altre donne in qualsiasi tempo e luogo. Mentre i Paesi europei ed occidentali hanno regolamentato e gestito il fenomeno, San Marino prosegue con la criminalizzazione stabilita da una legge che ha più di 150 anni! Una legge che prevede la prigionia è oggi inaccettabile, soprattutto quando tutti sanno che le sammarinesi vanno fuori territorio. In più questa ipocrisia non tutela neanche il concepito, come il Comitato Contrario dice di voler tutelare. Lasciare una donna/coppia da sola in un momento di difficoltà non riduce affatto il fenomeno; solo il controllo, la regolamentazione e la gestione possono farlo.
Infine: un appello rivolto soprattutto agli indecisi e a chi in queste ore non ha ancora scelto quale posizione sia la più giusta.
La galera non è la soluzione, non lo è mai stata perché in tutti questi anni le donne hanno scelto, ma lo hanno fatto da criminali e clandestine. Le donne meritano lo status di cittadine protette, assistite e tutelate, non la galera. L’aborto deve essere l’ultima scelta, ma deve essere legale e sicuro, anche per evitare situazioni di aborto auto indotto, al quale possono ricorrere le donne più disperate.
Consigliamo agli elettori indecisi di prendere una decisione riflettendo su ragioni vere e razionali e non sulle strumentalizzazioni e falsità messe in circolazione dalla controparte: l’aborto al nono mese non esiste (!) e nessuno vuole mettere in campo alcuna crociata contro la disabilità. Tutto questo abbassa il livello del dibattito che dovrebbe invece essere serio e responsabile vista la delicatezza e complessità dell’argomento.
Chiediamo di votare SI per dare fiducia alle nostre donne. Le donne chiedono e meritano questa fiducia.