Speciale Referendum

Comunione e Liberazione: “Perché la vita sia vita per tutti”

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Il 26 settembre saremo chiamati ad esprimerci sul quesito referendario che chiede di introdurre una norma per dare alla donna la possibilità di “interrompere liberamente la gravidanza entro la dodicesima settimana di gestazione, e anche successivamente se vi sia il pericolo per la vita della donna o se vi siano anomalie e malformazioni del feto che comportino grave rischio per la salute fisica o psicologica della donna”. Anche di fronte al Referendum possiamo sprecare l’occasione trasformandolo in uno scontro, senza renderci conto che siamo tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a rimanere insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Come ha detto Papa Francesco nel memorabile discorso di Piazza San Pietro, in piena pandemia, “su questa barca…ci siamo tutti”. Prendere coscienza di questa realtà apre ad un modo diverso di affrontare il tema del prossimo voto popolare. Tutti abbiamo bisogno del bene e cerchiamo di vincere ciò che ci fa paura, il male che si insinua nella nostra esistenza.

C’è chi cerca il bene brandendo il diritto di decidere della propria vita e di quella di chi deve ancora nascere, c’è chi lo fa invece affermando il diritto alla vita del nascituro e c’è anche chi non prende posizione, appellandosi alla libertà di coscienza e sottraendosi così ad una scelta. Per amore di verità non si può non partire dall’evidenza, anche scientifica, che la vita è vita fin dal concepimento e questo non ci permette di condividere il contenuto del quesito referendario, ma ci rendiamo conto che, forse, proprio questo fatto su cui tutti dovremmo essere concordi non è più una evidenza. Nella convinzione che sia importante esercitare la nostra responsabilità di cittadini andando a votare, riteniamo che la vita piuttosto che la morte sia un bene per ognuno – per questo al Referendum VOTEREMO NO, in unità con la Chiesa sammarinese e con quanto ha indicato il Vescovo. Anche se si arrivasse a legiferare in conformità al quesito rimarrebbe inevitabilmente aperta la domanda che mette in gioco la nostra responsabilità e quindi la nostra libertà. Rimarrebbero sole le donne di fronte alla scelta di decidere della propria vita e della vita che hanno in grembo, rimarrebbero soli e senza voce i bambini che non potranno nascere e rimarrebbero soli i padri. Cosa può vincere questa solitudine?

Quale risposta può essere esaustiva rispetto al nostro desiderio che trova pace solo nella considerazione di tutti i fattori che la vita presenta? La sfida è che esistano luoghi dove sia possibile vivere rapporti che siano all’altezza di questo desiderio, la possibilità cioè di mettersi insieme per sperimentare che la vita è sempre un bene prezioso. Abbiamo esempi concreti di questi tentativi anche a San Marino: associazioni che prendono in cura madri in difficoltà o genitori che si associano per aiutarsi nell’accogliere e far crescere bambini con disabilità: esempi da guardare e da cui imparare perché la vita sia vita … per tutti”.

Comunione e Liberazione

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