Coronavirus: sesta vittima in Italia, morto 80enne a Milano. Oms: ‘Molto preoccupati per i casi in Italia’
Sono sei le vittime in Italia per il coronavirus, cinque in Lombardia e una in Veneto.
L’ultima vittima è un ottantenne di Castiglione d’Adda risultato positivo al Coronavirus, morto all’ospedale Sacco di Milano. Giovedì scorso era stato portato dal 118 all’ospedale di Lodi per un infarto, stesso giorno in cui era arrivato il 38enne che è stato il primo paziente risultato positivo al virus. L’ottantenne è stato ricoverato in rianimazione e poi, risultato positivo al virus, trasferito al Sacco di Milano dove è deceduto. È il quinto decesso in Lombardia dove i contagiati sono saliti a 172. In Veneto invece i casi confermati sono saliti a 32.
Un’altra vittima di oggi era residente a Caselle Landi, un centro di circa 1.500 abitanti della provincia di Lodi. L’uomo aveva 88 anni. Sempre oggi è morta una terza persona. Si tratta di un uomo di 84 anni che era ricoverato al Giovanni XXIII di Bergamo.
La Regione Lombardia ha smentito la morte della donna di Crema, data stamani per deceduta da fonti ospedaliere degli Spedali civili di Brescia: “in merito alla notizia diffusa dagli organi di stampa in relazione ad una morte agli Spedali Civili di Brescia – spiega una nota della Regione stessa -, sentita la Direzione Sanitaria dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, Regione Lombardia smentisce tale informazione, precisando che in tale struttura non si è verificato alcun decesso”.
Il capo della Protezione Civile Borrelli assicura: “Non c’è nessuno senza assistenza sanitaria e senza il supporto della protezione civile” e l’Italia “resta un Paese sicuro”.
“Siamo profondamente preoccupati per l’improvviso aumento dei casi in Italia, Iran e Corea del Sud”. Lo ha detto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel suo briefing quotidiano sul coronavirus precisando che “al momento fuori dalla Cina ci sono 2074 casi in 28 Paesi e 23 morti”.
“Dobbiamo contrarci sul contenimento e allo stesso tempo fare ogni cosa possibile per prepararci ad una potenziale pandemia”, ha detto Ghebreyesus. “Ogni Paese deve fare le sue valutazioni a seconda del proprio contesto. Anche noi lo faremo, monitorando 24 ore la situazione”, ha aggiunto, puntualizzando che “c’è necessità di misure cautelative, ma non di paura”.
I ricercatori dell’Oms sono arrivati alla conclusione che “in Cina la diffusione del coronavirus ha raggiunto il suo picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio. E da allora ha cominciato a diminuire in maniera consistente”. Lo ha detto il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus nel suo briefing quotidiano aggiungendo che “i ricercatori non hanno riscontrato cambiamenti significativi nel Dna del coronavirus”.
ANSA