Sanità e Medicina

Melanoma, disponibile terapia che ne previene la ricomparsa nei malati a rischio

Giochi del Titano

E’ disponibile la prima terapia di precisione che previene la ricomparsa del melanoma nei pazienti a più alto rischio: il via libera è arrivato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che ha approvato la rimborsabilità della combinazione di farmaci Dabrafenib e Trametinib di Novartis per il trattamento di questa neoplasia, riconoscendone l’innovatività.

La medicina di precisione diventa dunque sempre più una realtà nella cura del melanoma. I farmaci che devono la loro efficacia alla capacità di colpire un bersaglio specifico, già utilizzati nel trattamento dei pazienti che hanno sviluppato metastasi, hanno dimostrato di poter essere efficaci anche quando somministrati prima che la malattia si ripresenti. La combinazione delle due molecole Dabrafenib e Trametinib è infatti oggi disponibile come trattamento adiuvante (dopo la chirurgia) nei pazienti con melanoma al III stadio, ovvero ad alto rischio, positivi per la mutazione BRAF dopo la completa resezione chirurgica.

Nei pazienti che presentano questa variazione del DNA – circa il 50% – la combinazione si è dimostrata efficace nel ridurre notevolmente il rischio che il tumore si ripresenti. Per il melanoma diagnosticato in uno stadio precoce, la chirurgia costituisce il trattamento standard ed è associata a una buona prognosi a lungo termine. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 98% nei pazienti in stadio I e del 90% nei pazienti in stadio II. Se il tumore invece è progredito ai linfonodi vicini le cose cambiano. I pazienti che, alla diagnosi, presentano malattia allo stadio III (circa il 15% di tutte le nuove diagnosi di melanoma) sono ad alto rischio di recidiva dopo resezione chirurgica e sono caratterizzati da una prognosi significativamente peggiore.

“Oggi, grazie alla diagnosi precoce e ai progressi della ricerca possiamo dire di aver riscritto la storia di questa malattia”, spiega Paola Queirolo, direttore della Divisione Melanoma, Sarcoma e Tumori rari all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano: “Stiamo vivendo un nuovo capitolo della cura del melanoma, in cui l’avvento della medicina di precisione ha permesso di avere opzioni terapeutiche efficaci anche nella fase adiuvante. Con questa combinazione, dopo la cronicizzazione della malattia nella fase avanzata (IV stadio), possiamo aumentare la probabilità di guarigione dei pazienti con malattia in fase precoce (stadio III) e con mutazione BRAF che potenzialmente hanno un maggiore rischio di recidiva”.

“Il trattamento con Dabrafenib e Trametinib si è dimostrato efficace perché agisce in maniera selettiva ‘spegnendo’ l’attività continuativa della proteina BRAF generata a seguito della mutazione genica, bloccando l’evoluzione del tumore e garantendo un’elevata efficacia e una maggiore aspettativa di vita, nelle fasi più precoci del melanoma, riducendo notevolmente il rischio di recidive”, commenta Michele Del Vecchio, Responsabile dell’Oncologia Medica Melanomi, Dipartimento di Oncologia Medica ed Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano.

“Le precedenti opzioni terapeutiche approvate, avevano un alto livello di tossicità e scarsi vantaggi in termini di sopravvivenza”. La nuova indicazione Dabrafenib + Trametinib come trattamento precauzionale da somministrare dopo la resezione chirurgica nei pazienti ad alto rischio di recidiva si basa sui risultati dello studio COMBI-AD. Rispetto al placebo, la combinazione ha prodotto un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da recidiva (il tasso a 3 anni è stato del 59% per la combinazione contro il 40% del placebo), riducendo addirittura del 51% il rischio di recidiva; nei pazienti trattati con Dabrafenib + Trametinib il tasso di sopravvivenza globale (OS) a 3 anni è stato dell’86% rispetto al 77% del placebo. Nei pazienti ad alto rischio (III stadio), gli esperti raccomandano inoltre l’esecuzione del test per la determinazione dello stato mutazionale di BRAF, un test di laboratorio, eseguito su un campione di tessuto prelevato tramite biopsia.

Fonte ANSA