L’impegno di San Marino nella lotta all’Alzheimer
Il 21 settembre ricorre la giornata mondiale dell’Alzheimer, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con lo scopo di sensibilizzare le persone di tutto il mondo sulle devastanti conseguenze che questa patologia può avere sui malati e sui loro familiari.
L’Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva in costante aumento nella popolazione e rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria a livello globale, con quasi 50 milioni di persone che ne soffrono. Stime dell’OMS prevedono che le persone affette da demenza possano diventare 135 milioni entro il 2050.
L’Italia e San Marino sono tra i paesi al mondo con la più alta aspettativa di vita e quindi tra quelli più a rischio. Proprio per questo i sistemi sanitari si stanno adoperando per intensificare la ricerca e al tempo stesso le cure e le terapie per rallentare l’insorgenza e ridurre il più possibile gli effetti di tale patologia.
Sul Titano dal 2016, in attuazione a quanto prevede il Piano Sanitario e Socio sanitario, viene compilato presso l’U.O. di Neurologia dell’Ospedale di Stato un database con i dati demografici e clinici di tutti i casi di malattie neurodegenerative che si presentano.
Attualmente il database vede inseriti 360 casi di pazienti con disturbi neurocognitivi, dei quali 111 hanno una diagnosi di demenza e 249 (quindi quasi il 70%) di disturbo neurocognitivo lieve. L’età media è di circa 75 anni, ma non mancano casi a esordio presenile. Attualmente, infatti, sono seguite 32 persone con esordio prima dei 65 anni.
Il Disturbo neurocognitivo lieve o MCI (dall’inglese Mild Cognitive Impairment) rappresenta uno stadio di transizione tra il normale invecchiamento e una demenza. San Marino riesce quindi a intercettare quasi il 70% dei pazienti con patologie neurodegenerative in una fase precoce, quando la malattia è a uno stadio ancora iniziale. Questo risulta fondamentale per intraprendere gli interventi farmacologici, gli esercizi e le terapie in grado di rallentare la progressione della malattia.
Il database consente inoltre, dal punto di vista clinico, di monitorare nel tempo le condizioni dei pazienti, in particolare di quelli che sappiamo essere ad alto rischio di sviluppare una demenza.
Oltre all’attività clinico-terapeutica, la U.O. di Neurologia dell’ISS, assieme all’Università di San Marino e ad altre realtà accademiche europee, e grazie anche al supporto dell’ASSPIC (l’Associazione Sammarinese Sostegno Patologie Invecchiamento Cerebrale), sta portando avanti una ricerca scientifica sugli indicatori per avere una diagnosi precoce di malattia, i cui risultati preliminari sono stati annunciati nel maggio scorso al congresso mondiale sull’Alzheimer, tenutosi a Londra.
Inoltre nell’ambito del Master di Medicina Geriatrica che si tiene a San Marino ogni anno dal 2012, organizzato dalla Università degli studi di Ferrara e dall’Università di San Marino in collaborazione con la UOC di Geriatria di San Marino, vengono affrontate le principali problematiche cliniche e assistenziali legate ai deficit cognitivi. Questi pazienti costituiscono un impegno notevole sia per le famiglie sia per le istituzioni sanitarie. Nei prossimi anni sarà certamente una sfida, affrontare in modo globale, nel nostro territorio, una realtà assistenziale cosi complessa per ottenere risultati positivi percepibili utilizzando in modo razionale le risorse disponibili.
Comunicato stampa congiunto della Segreteria di Stato alla Sanità e dell’Istituto per la Sicurezza Sociale