Sanità e Medicina

La scuola non si tocca!

San Marino. Il diritto dei bambini ad andare regolarmente a scuola e frequentare una scuola di eccellenza, deve essere la priorità assoluta, per insegnanti, genitori, dirigenti e governanti, deve esserlo per la comunità intera, che investendo nella scuola, investe nel proprio futuro, formando le nuove generazioni che domani avranno in mano le sorti del Paese e quindi di noi tutti.
Gli insegnanti scioperano per difendere questo diritto contro il decreto n. 83 del 10 luglio 2018 che andrebbe ad aggravare una serie di situazioni già critiche.
La riduzione di fondi, fenomeno già iniziato da qualche anno, fa sì che venga ridotto il numero degli insegnanti supplenti e non vengano più assegnati insegnanti di sostegno se non per casi gravissimi.
A peggiorare la situazione l’eccessiva burocratizzazione del nostro lavoro, che ci costringe sempre più a sprecare tempo ed energie sottraendole ai bambini e alla didattica.
Ulteriori riduzioni di budget hanno fatto sì che i corsi di aggiornamento a cui siamo tenuti a partecipare, siano diventati sempre di più aride lezioni frontali… Se vogliamo davvero una scuola al passo coi tempi e vicina alle esigenze delle nuove generazioni, c’è bisogno di investire sempre più sulla formazione degli insegnanti in quanto Persone. Le relazioni personali nella scuola sono e devono essere al primo posto.
A questo proposito, sarebbe anche opportuno che si pensasse ad inserire nelle scuole la figura dello psicologo, cosa che già avviene anche in molte scuole italiane…ed anche questo richiede investimenti, non tagli!
Si parla sempre più di didattica laboratoriale, esperienziale…poi ci ritroviamo a lavorare in strutture spesso vecchie e obsolete, che non hanno a disposizione gli spazi adeguati o sufficienti …
Così come si vorrebbe una scuola tecnologica ma senza fornire gli strumenti tecnici necessari: non abbiamo sufficienti LIM, computer, collegamenti internet, tecnici specializzati, insegnanti aggiornati a cogliere le sfide del digitale…
Negli ultimi anni si è risparmiato a sufficienza sulla scuola: tanti piccoli aggiustamenti per evitare sprechi inutili sono stati realizzati, gli insegnanti stessi si sono impegnati con buona volontà per sopperire alle piccole o grandi carenze di strutture e personale… ma adesso basta!
Basta, altrimenti diventa uno stillicidio!
Non si può più pensare di colmare il buco di bilancio statale raccogliendo col cucchiaino dalla scuola o dagli altri servizi essenziali e buttando coi secchi altrove!!!… ed a prescindere: non si può pensare di risparmiare sulla scuola, sui bambini, sul futuro!
LA SCUOLA HA BISOGNO DI INVESTIMENTI, NON DI TAGLI!!!
Dobbiamo essere lungimiranti, guardare avanti, pensare ai nostri figli come coloro che potranno risolvere i problemi che oggi iniziamo ad affrontare e nei quali loro, non per loro colpa, si trovano a vivere, ma dobbiamo dar loro la possibilità di farlo! Questo non sarà sicuramente possibile se risparmiamo sulla loro formazione! La scuola è un investimento sul futuro. È fare qualcosa di concreto perché il domani possa essere migliore.
L’impegno per questo fine deve essere unanime, ognuno deve fare la propria parte per raggiungere questo scopo e non possiamo adagiarci sul facile, sul già visto o già fatto, dobbiamo impegnarci a cercare strade nuove!
A partire da noi insegnanti: a scuola dobbiamo dare il massimo!
Dai genitori con i quali vogliamo condividere il percorso di crescita personale, umana, morale ed intellettuale dei bambini.
Dai dirigenti e responsabili della scuola che devono essere sostegno agli insegnanti nel loro delicatissimo compito e garanti verso le famiglie.
Dai responsabili del governo che devono ascoltare la voce di coloro che sono gli attori della scuola.
Questo sarebbe un passo decisivo anche nei confronti dell’opinione pubblica in generale, che ultimamente sembra aver perso il senso del rispetto e la considerazione che il ruolo dell’insegnante dovrebbe suscitare in quanto punto di riferimento nella costruzione della società civile.
C’è bisogno di più dialogo e più rispetto tra le parti sociali, c’è bisogno di creare coesione, non divisioni!
Dalla crisi si può uscire solo se uniti; solo se ognuno sarà disposto a prendersi cura della propria piccola parte, si potrà ricomporre l’intero.
Gli insegnanti

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