Politica

Rappresentanza dell’associazione Attiva-Mente ha partecipato a Bruxelles alla decima edizione della Freedom Drive

Una rappresentanza dell’associazione Attiva-Mente ha partecipato a Bruxelles alla decima edizione della Freedom Drive (Marcia per la Libertà), una delle campagne chiave della Rete Europea per la Vita Indipendente –ENIL – che si tiene ogni due anni dal 2003.

Sotto una pioggia copiosa e incessante i “Freedom Drivers” e i loro assistenti personali, hanno imitato sarcasticamente un corteo funebre per scongiurare il seppellimento dei loro Diritti, ma anche a ricordo delle numerosissime vittime negli istituti durante la pandemia di Covid-19. Durante il tragitto che terminava all’interno dell’Europarlamento, hanno incontrato al Palazzo della Commissione Europea, il Commissario Europeo per l’Uguaglianza Helena Dalli e successivamente gli Europarlamentari di diverse formazioni politiche. Tutti hanno accolto favorevolmente le richieste degli attivisti, impegnandosi ad attuare tutte quelle misure politiche annunciate nella Strategia Europea sui diritti delle persone con disabilità, basata sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che la UE stessa ha ratificato.

La finalità della marcia, delle conferenze e delle altre attività previste ad ogni Freedom Drive, non è solo quella di mantenere alta l’attenzione sul garantire l’accesso a livello europeo all’assistenza personale, contrastare il ricorso all’istituzionalizzazione e ai tagli sui servizi primari e l’assistenza, ma anche interagire con i Parlamentari europei per promuovere e discutere di questioni relative alle libertà fondamentali sancite nei Trattati internazionali nonché nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (CEDU), a cui aderiscono tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa.

Non abbiamo bisogno di essere curati ma di supporto per poter scegliere come, dove e con chi vivere la nostra vita attraverso decisioni assunte da noi e non da altri. Continueremo a fare campagna finché tutte le persone con disabilità non godranno degli stessi diritti di chiunque altro.”, con queste parole si è espressa soddisfatta la co-Presidente dell’ENIL Jamie Bolling, in chiusura dei tre giorni di lavori.

Ebbene, mentre a Bruxelles accadeva tutto ciò, a San Marino il Consiglio Grande e Generale ha bocciato l’Istanza d’Arengo che chiedeva il rispetto del Diritto alla Vita Indipendente per le persone con gravi disabilità non autosufficienti, dimostrando ancora una volta di non essere pronto ad attuare quanto previsto all’interno di Trattati in materia di Diritti Umani sottoscritti a livello internazionale e lasciando i concittadini che si trovano in queste condizioni ad un forte rischio di ghettizzazione e isolamento. Per contrastare questi fenomeni, pietismo compreso, la risposta è l’Assistenza Personale autogestita; non sarà per tutti ma lo può essere per tanti. Non esiste altra condizione più efficace di quella di una persona con disabilità grave che diventa datrice di lavoro di una figura che sceglie, forma, assume e gestisce da sé. Esiste praticamente in tutta Europa ed esistono molti studi che certificano come sia anche la soluzione assistenziale meno dispendiosa per le casse pubbliche.
Approvato invece a margine della discussione un Ordine del Giorno, senza alcuna tempistica, per analizzare i costi.

Noi siamo e restiamo positivi: siamo certi che prima o poi qualche responsabile si renderà conto di come sono costrette a vivere le persone sammarinesi con gravi disabilità non autosufficienti. Il concetto di equità sociale è di per sé un concetto molto labile se non è suffragato da iniziative concrete e coerenti, senza le quali è difficile poi poter affermare che ci sia attenzione ed impegno nei confronti delle categorie più vulnerabili.

La bocciatura, dunque, non ci meraviglia, c’è qualcos’altro invece che avanza in modo preoccupante:
Forse non tutti sanno che con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con disabilità, avvenuta in Consiglio Grande e Generale il 22 febbraio 2008, la Repubblica di San Marino è obbligata tra altro, “a tener conto della protezione e della promozione dei diritti umani delle persone con disabilità in tutte le politiche e in tutti i programmi” (articolo 4.1 comma c) e “nell’elaborazione e nell’attuazione della legislazione e delle politiche da adottare per attuare la presente Convenzione, così come negli altri processi decisionali relativi a questioni concernenti le persone con disabilità, gli Stati parti operano in stretta consultazione e coinvolgono attivamente le persone con disabilità, compresi i minori con disabilità, attraverso le loro organizzazioni rappresentative” (articolo 4.3).

Sia nell’Ordine del Giorno di cui sopra ed anche in una recente Delibera del Congresso per una consulenza in materia di Inclusione lavorativa, le persone con disabilità e le organizzazioni che le rappresentano sono completamente escluse, ignorando il motto che accompagna la Convenzione “Nulla su di noi senza di noi”.

Forse questo tipo di rilievi potrebbe/vorrebbe/dovrebbe farli anche qualcun altro impegnato a San Marino nella difesa dei Diritti delle persone con disabilità, ma lo facciamo tranquillamente noi senza problemi, orgogliosi di lottare al fianco del movimento per la Vita Indipendente per il rispetto dei Diritti Umani di uguaglianza e di cittadinanza e per vedersi riconoscere dignità, giustizia e libertà.