Rf sull’assunzione di Marco Nicolini in Cassa di Risparmio
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Rf:
La notizia del giorno è l’assunzione di Marco Nicolini, consigliere di Rete, nella banca dello Stato, Cassa di Risparmio, di cui è amministratore delegato il prof. Gianfranco Vento, nominato proprio da Rete ed il cui CDA è per 4 consiglieri su 5 espressione della maggioranza.
Noi siamo fra quelli che pensano che un consigliere, al pari di ogni altro residente in questa Repubblica, nel momento in cui si trova disoccupato (in quanto la politica non garantisce una retribuzione certa) abbia tutto il diritto di cercarsi una occupazione, partecipando a tutti i concorsi o selezioni che ritenga, compresi ovviamente quelli banditi da Cassa di Risparmio (che pare abbia avviato, qualche tempo fa, la ricerca di 4 figure professionali aprendo una “selezione” pubblica).
Certo, a parti invertite Rete avrebbe gridato al complotto, al clientelismo più becero, avrebbe fatto interpellanze e inondato i giornali di sospetti, veleni e illazioni, e certamente avrebbe parlato di assunzioni pilotate di politici di maggioranza.
Ma noi siamo orgogliosamente diversi da Rete ed invece di spargere illazioni preferiamo pensare che Nicolini sia stato scelto per le sue capacità ed esperienza, non per la sua appartenenza politica. E gli facciamo i migliori auguri di buon lavoro.
Il problema vero è un altro. E cioè, ancora una volta, la gestione di Cassa di Risparmio e le sue logiche.
Cassa di Risparmio, qualche mese fa, ha mandato a casa tutti i dipendenti ex Asset Banca che erano stati precedentemente assunti a tempo determinato. Per la verità, alcuni (pochi) sono stati poi riassunti nel tempo, fra cui uno che casualmente è figlio di un consigliere della Democrazia Cristiana e che in passato aveva anche avuto un contenzioso legale con Carisp (ma ci si passa sopra, evidentemente, quando si ritorna al potere). E se un evento non dice nulla, due eventi fanno un indizio…
Qualche mese fa bisognava ridurre i costi e la maggior parte dei dipendenti ex Asset sono stati lasciati a casa.
Poi bisognava ancora ridurre i costi, e allora sono stati fatti da Carisp una serie di prepensionamenti (spesso con significativi “incentivi” per l’esodo) pur di ridurre il personale.
Oggi, invece, vengono fatte 4 assunzioni.
Una delle quali addirittura per una figura certamente non essenziale, cioè un operatore di sportello, il cosiddetto “cassiere” (almeno così era emerso dagli avvisi pubblici emessi da Carisp).
Cosa è cambiato? È così che vengono usate le decine, o meglio centinaia di milioni di euro che il Governo ha buttato in Cassa di Risparmio nell’ultimo anno, tra rimborso di prestiti pregressi e titolo irredimibile? Per fare assunzioni di figure certamente non essenziali alla banca?
Dov’è un piano di gestione per Carisp, che non si basi solo sul continuo foraggio dello Stato e che punti al contenimento dei costi?
Qui sta lo scandalo più grande di questa vicenda: la gestione di Carisp, orientata allo sperpero dei soldi che il Governo fornisce (indebitando i sammarinesi).
E noi lo vogliamo denunciare con forza ancora una volta.