Politica

Consiglio Grande e Generale, seduta 21 maggio 2020 – pomeriggio

Giochi del Titano

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 19-20-21-22 E 26 MAGGIO 2020

SEDUTA DI GIOVEDI’ 21 MAGGIO 2020 – POMERIGGIO

La seduta del Consiglio Grande e Generale si apre con il messaggio di cordoglio dell’Ecc. Reggenza per  l’improvvisa scomparsa del consigliere Gianfranco Terenzi, seguito da un lungo applauso da parte di tutta l’Aula. “Con grande tristezza apriamo questa seduta consigliare, addolorati e colpiti dall’improvvisa e tragica scomparsa del consigliere Gianfranco Terenzi. Con lui scompare un indubbio protagonista della vita politica della nostra Repubblica. Entrò in Consiglio per la prima volta nel 1978, da allora ben dieci legislature lo hanno visto attivo ed impegnato. Ha ricoperto la suprema magistratura per quattro volte. Ha svolto ruoli di spiccato rilievo in moltissimi altri organismi nazionali ed internazionali. Non sarà facile abituarci all’idea che la sua presenza non vivacizzerà più il dibattito nell’Aula. Così come non sarà facile abituarsi alla sua assenza per tutte le realtà che lo hanno visto protagonista, vivace, dinamico ed entusiasta. Tante le attestazioni arrivate anche da fuori confine. Ciò che ha sempre distinto Gianfranco è stato il profondo attaccamento alla nostra Repubblica. Un uomo operoso, fotografia della generazione del fare fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese. Vogliamo ricordarlo così: sempre pronto a nuove sfide e nuovi viaggio, uno spirito indomito, ironico e saggio”. Tutte le forze politiche e il Congresso di Stato si accodano al cordoglio espresso dalla Ecc. Reggenza.

    I lavori riprendono quindi dal Comma 2: Ratifica Decreti Delegati e Decreti – Legge, in particolar modo dal “Decreto – Legge 21 aprile 2020 n.63”. All’art. 7 viene accolto un emendamento modificativo di Libera che, per quanto riguarda i piani di ammortamento, prevede la “decadenza del piano stesso dopo tre mesi di insoluti e non due”. Via libera anche ai tre emendamenti del Governo (Comma 2bis, 4, 6). Si passa quindi all’art.8 Rf presenta un emendamento con il quale, spiega Andrea Zafferani, “proponiamo di riconoscere un credito di imposta pari al 100 per cento del canone di locazione relativo a marzo, aprile e maggio 2020 per le attività che hanno registrato una contrazione del fatturato del 60%”. “Non siamo d’accordo per varie ragioni – è la risposta del Segretario di Stato Marco Gatti -. Abbiamo fatto la detrazione solo per chi non ha utilizzato per nulla la sede. E’ un criterio oggettivo. Usare le percentuali diventerebbe difficoltoso in materia di controlli”. Passa un emendamento della maggioranza che stabilisce “che il mancato pagamento dei canoni marzo-settembre 2020 non costituisce causa di risoluzione del contratto qualora sanato entro il 31 marzo 2021”. Semaforo verde per un emendamento modificativo dell’art.13 presentato dalla maggioranza il quale stabilisce il seguente principio: “E’ ammessa la partecipazione di imprese estere, se in forma di ATI o in consorzio con imprese sammarinesi, purché queste ultime possano garantire con la forza lavoro alle loro dipendenze all’esecuzione almeno del 50% dell’opera, ai procedimenti di selezione già pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto – legge e non ancora definiti mediante la stipula del contratto”.  Si prosegue con il dibattito su Art.19 e 20. “La volontà del Governo è di non gravare con oneri fiscali su prestiti che sono a sostegno delle famiglie e delle imprese” spiega il Segretario di Stato Marco Gatti introducendo gli emendamenti dell’esecutivo. All’art.20, Rf propone un emendamento che “mira ad aumentare al 100% la garanzia dello Stato” nei confronti delle aziende. “E’ stata una scelta politica non fare la copertura al 100 per cento” che mira a creare “una responsabilizzazione” risponde Gatti. Accolto, infine, un emendamento aggiuntivo del Governo, il quale introduce un credito di imposta per l’acquisto di dispositivi di protezione nei luoghi di lavoro nella misura del 50% fino a un tetto massimo di 10mila euro. Al termine del dibattito viene ratificato il  Decreto – Legge 21 aprile 2020 n.63.

    Inizia quindi il dibattito sul Decreto – Legge 3 maggio 2020 n.67. “Ci sono politiche di isolamento e di chiusura su noi stessi che qualcuno vuole portare avanti e che si vedono anche in questo decreto. Per fare da soli continuiamo a tagliare, tagliare, tagliare senza una visione complessiva” è l’affondo di Nicola Renzi (Rf). Alessandro Bevitori (Libera) si dice preoccupato per “il ritorno alla vecchia Commissione del lavoro che creava molte difficoltà ad una azienda”. Rincara la dose Luca Boschi (Libera): “In questi decreti manca il sostegno all’economia e l’iniezione di liquidità”. “Trovo pretestuose e prive di fondamento le critiche fatte al Governo circa le iniezioni di liquidità” commenta Giovanni Zonzini (Rete). “L’equilibrio finanziario dello Stato era fragile prima del Coronavirus, garantendo appena le spese correnti e non consentendo ampi margini di manovra”. “Siamo riusciti con una logica di equlibrio a guardare alla tutela dei lavoratori e delle imprese” spiega il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini. Gli interventi messi in campo non sono serviti “a costruire “la fase di rilancio, ma per affrontare una emergenza” che non ha precedenti “dal Dopoguerra ad oggi”. Non manca un rimprovero all’opposizione. Sbagliato “usare termini come ‘ritorno al passato’, avendo sostenuto provvedimenti come la tassa del 4 e mezzo per cento nei confronti delle fasce da tutelare”. E ancora: “dire che abbiamo bloccato la possibilità di ripartire, non comprendendo che quello che abbiamo fatto in questi mesi serve a conquistare del tempo”. “Ci sono delle valutazioni che oggi comunque non possono non prendere in considerazione il concetto di equità” osserva Marika Montemaggi (Libera).“Non mi sarei mai sognato di strumentalizzare politicamente una pandemia per ricostruire una credibilità politica persa in anni di Governo” attacca Gian Matteo Zeppa (Rete).  “Non è stata una politica dei tagli ma una politica di sopravvivenza” rimarca il Segretario di Stato Fabio Righi.

Di seguito una sintesi degli interventi

Francesco Mussoni (Pdcs): Un ringraziamento per il segno di cordoglio che il consigliere e amico Terenzi ha ricevuto dalla Reggenza, dall’Aula consigliare e dal Paese tutto. Difficile sintetizzare in poche parole un uomo. Un uomo delle istituzioni sammarinesi, un uomo che ha sempre voluto portare il proprio paese all’esterno, farlo conoscere. Un uomo di coerenza politica con idee chiare di appartenenza e militanza. Un uomo che ha avuto un lungo corso nelle istituzioni e che ha testimoniato nelle istituzioni energia, creatività, intraprendenza. Pensiamo al rapporto che negli anni è riuscito a costruire con la Cina e quanto con la sua fantasia e impegno abbia consolidato i rapporti in modo sano e serio. Noi lo ricordiamo così: come un amico, una persona piena di energia, un politico che fa dell’impegno sociale e imprenditoriale una risorsa per tutti.

Mirko Dolcini (Domani – Motus Liberi): In questo tristissimo momento vorrei ricordare questa persona. Non ci sono mai parole sufficientemente piene e profonde per descrivere un uomo come lui e il suo impegno politico e istituzionale. Il contributo fondamentale per lo sviluppo di questo Paese. Due giorni siamo usciti praticamente insieme dall’Aula, dal retro, ma i nostri sguardi non si erano incrociati. Non sono riuscito a salutarlo e ho pensato: ci vedremo comunque il giorno dopo. Lo saluto qui a nome di tutti e di tutti coloro che gli hanno voluto bene: ciao, grande uomo.

Nicola Renzi (Rf): Con grande emozione e cordoglio sincero mi accingo a dire poche parole per ricordare il consigliere Terenzi. Qualcuno ha definito l’Aula la sua seconda famiglia: evidentemente era così. Ricordiamo pochi esempi di persone che hanno avuto una storia così densa e fitta nell’Aula. Egli sapeva essere un punto di riferimento. Credo sia di grande esempio nel modo in cui ha saputo stare in quest’Aula. La sua curiosità nei confronti di chi la pensava in maniera diversa da lui. Alcune delle sue battute erano talmente brillanti da riuscire a riassumere dei concetti complessi. Concludo con un ricordo personale: la prima volta che l’ho conosciuto sono rimasto molto colpito dalla sua sintassi, complessa e fantasiosa. Una dimostrazione che talvolta il guizzo della genialità difficilmente è riconducibile alle regole precise della sintassi. Tutte le volte che l’ho sentito parlare, la maniera in cui diceva qualcosa passava in secondo piano rispetto alla lucidità del pensiero.

Giuseppe Maria Morganti (Libera): Io e Gianfranco siamo sempre stati avversari ma sempre grandi amici. Come si fa a non essere amici di chi ha comunque uno spirito critico ma le analizza nella loro essenza? Ha sempre manifestato una propria visione autonoma delle cose, la sua è stata una voce critica anche all’interno delle stesse maggioranze. Un accento particolare che lo contraddistingueva, molto utile nel far crescere il Paese. Ha sempre difeso la sua parte politica e non si è mai allontanato da questa. Aveva un grande pregio: ogni tanto dava ragione anche all’avversario, quando se lo meritava. Lui che artigiano non era più è sempre voluto rimanere comunque nelle fila degli artigiani. Lui ha ottenuto il forte riconoscimento delle più alte istituzioni cinesi, ma perché ha difeso questo Paese nei momenti di maggiore bisogno. Una intuizione che gli va assolutamente riconosciuta. Tutto il popolo cinese continuerà a riconoscergli questo merito.

Denise Bronzetti (Npr): Tutti i consessi internazionali ti hanno visto come assoluto protagonista. Tanti Paesi hanno riconosciuto la tua grande vivacità e la tua intelligenza e la tua voglia di far emergere questa piccola nazionale. Un uomo che si è sempre diviso tra impegni familiari, lavorativi, istituzionali, e lo ha fatto fino a martedì scorso. Un grandissimo abbraccio da quest’Aula consigliare che ti ricorderà sempre per il grande impegno e il lavoro svolto.

Gian Matteo Zeppa (Rete): A nome del Movimento rete manifesto cordoglio e vicinanza alla famiglia e vicinanza al gruppo consigliare del Pdcs. Non credo che servano tante parole. Chiedo un ultimo saluto di quest’Aula consigliare per un minuto a tutti quanti. Buon viaggio Gianfranco.

Segretario di Stato Elena Tonnini: Profondo cordoglio per la scomparsa del consigliere Terenzi. Condoglianze di tutto il Congresso che vanno in primis alla famiglia e a tutti coloro che lo conoscevano e gli volevano bene. Un messaggio di vicinanza anche ai colleghi della Dc di cui è stato attivista per anni e per il quale ha ricoperto numerosi incarichi. Ha dimostrato entusiasmo e spirito eclettico attraverso i suoi impegni politici e imprenditoriali. Da non dimenticare l’impegno a sostegno dei piccoli imprenditori. Ciao Gianfranco.

Comma 2: Ratifica Decreti Delegati e Decreti – Legge

RATIFICA Decreto – Legge 21 aprile 2020 n.63 – Interventi in ambito economico e per il sostegno di famiglie, imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti per affrontare l’emergenza COVID-19

Art.7

Andrea Zafferani (Rf): Con un emendamento modificativo al Comma 1 proponiamo che la dilazione di un debito iscritto a ruolo possa avvenire per una durata massima di 48 mesi anziché 36 se non è assisto da una delle garanzie di cui all’art.6 del Decreto 39/2004 fino a 50mila euro, 120 mesi se assistito dalla garanzia.

Segretario di Stato Marco Gatti: Con un emendamento al Comma 4 si interviene sul principio secondo il quale l’operatore economico per il periodo di imposta 2020 non è tenuto al pagamento di penalità ed interessi su tributi iscritti a ruolo qualora ottemperi al pagamento integrale delle cartelle esattoriali e della cartella unica delle tasse alle scadenze previste oppure ottemperi regolarmente ai pagamenti delle rate dei piani di rientro o delle dilazioni concordate.

Rossano Fabbri (Libera): Il primo emendamento è la richiesta di dichiarazione di decadenza del piano di ammortamento dopo tre mesi di insoluti e non due. Con un altro emendamento si dà mandato al Congresso di Stato di fare in modo che quelle che sono le soluzioni scelte nell’emergenza Covid possano diventare disciplina organica. Esprimo parere favorevole agli emendamenti del Governo perché vanno in questa direzione.

Segretario di Stato Marco Gatti: Per quanto riguarda gli emendamenti di Libera il Governo è d’accordo sulla possibilità di allungare di una rata il periodo di decadenza del piano di ammortamento. C’è bisogno di maggiore elasticità.

Andrea Zafferani (Rf): Ritiriamo il primo emendamento perché la spiegazione è stata molto chiara. Sul secondo chiedo un chiarimento relativo al Comma 4. Con il testo di legge attuale rischiano di rimanere escluse alcune attività. Per come è formulato oggi si prevede se non ho capito male che chi nel 2020 ha avuto la propria attività sospesa per legge gode dell’esenzione dal pagamento di penalità solo per il 2020. Se la durata rimanere estesa come prima, ci va benissimo. Se la durata è di un anno solo, cambia il concetto.

Rossano Fabbri (Libera): Rispetto al riferimento del Governo massima disponibilità all’aggiustamento del secondo emendamento.

Segretario di Stato Marco Gatti: La durata è sempre quella. Il periodo di riferimento è l’anno 2020. Fino al 31 dicembre dell’anno in corso. Dopo di che si torna al regime ordinario. Nella sostanza per questo periodo di imposta è che nessun operatore che non ottempera debba pagare sanzioni o interessi sulle cartelle non iscritte a ruolo. Rimangono solo gli interessi di dilazione.

Andrea Zafferani (Rf): Se anche nell’articolo originale la volontà era di concedere il beneficio solo per il 2020, allora l’emendamento del Governo è chiaramente migliorativo.

Segretario di Stato Marco Gatti: La volontà è questa: le cartelle che nascono in questo periodo di imposta – qualora siano onorate alle scadenze – non prevedono pagamenti di interessi e sanzioni. Anche se il periodo si prolunga, si porta avanti il beneficio. Se le cartelle sono del 2021, allora no.

Andrea Zafferani (Rf): Forse si poteva scrivere un po’ meglio, ma lo ritiriamo.

Approvato emendamento di Libera (Comma 3)

Approvati emendamenti Governo (Comma 2bis, 4, 6).

Art.8

Rossano Fabbri (Libera): Ci è sembrato giusto estende le medesime modalità di sospensione anche ai titolari di contratti di leasing qualora legato alla sede dell’attività da espletarsi a seconda di quello che è l’oggetto sociale.

Andrea Zafferani (Rf): Noi pensiamo che un beneficio in questo momento alle attività economiche che miri a ridurne in maniera significativa il costo dell’affitto sia essenziale. Il credito di imposta ha delle criticità perché l’uscita di liquidità c’è. Con questo emendamento proponiamo di riconoscere un credito di imposta pari al 100 per cento del canone di locazione relativo a marzo, aprile e maggio 2020 per le attività che hanno registrato una contrazione del fatturato del 60%. L’emendamento che proponiamo è per potenziare questo strumento. Inoltre per non destinarlo solamente alle attività che sono rimaste chiuse ma anche a quelle che hanno avuto una significativa contrazione del fatturato.

Rossano Fabbri (Libera): Non occorre essere dei visionari per capire che i mesi clou per il turismo non saranno gli stessi dei mesi passati. Il senso dell’emendamento è di estendere la salvaguardia non solo fino ai canoni di settembre ma di coprire l’intero esercizio fino al 31 dicembre 2020. L’emendamento al Comma 7 prevede la possibilità di evitare problematiche agli affittuari beni che appartengono all’Ecc.Camera. Sappiamo che la stragrande maggioranza dei locali non sono in affitto da parte della Camera ma da parte dei privati. Si cerca di proporre una soluzione anche per coloro che hanno affitti da privati. Si dice che se il locatario e il locatore raggiungono un accordo privato, tale per cui si arriva quantomeno a una transazione in ordine al 50 per cento dell’affitto annuale, per l’altro 50% i locatori non pagheranno tasse. E’ un incentivo per i proprietari degli immobili.

Gaetano Troina (Domani Motus Liberi): Con l’emendamento al comma 5 si stabilisce che il mancato pagamento dei canoni marzo-settembre 2020 non costituisce causa di risoluzione del contratto qualora sanato entro il 31 marzo 2021.

Segretario di Stato Marco Gatti: Rispetto all’emendamento di Rf sul credito di imposta: non siamo d’accordo per varie ragioni. Abbiamo fatto la detrazione solo per chi non ha utilizzato per nulla la sede. E’ un criterio oggettivo. Usare le percentuali diventerebbe difficoltoso in materia di controlli. Criterio equilibrato e sostenibile. L’emendamento di Libera è molto simile a quello presentato dai partiti di maggioranza: non siamo contrari, fate una valutazione. Capisco la volontà di favorire un contratto tra privati: nell’articolato si è proposto di tornare a un principio di cassa, si pagherà sui canoni solo effettivamente corrisposti.

Approvato emendamento maggioranza (Comma 5)

Art. 19

Andrea Zafferani (Rf): Abbiamo proposto tre emendamenti a questo articolo. Questo è un intervento di sostegno alla liquidità di famiglie ed imprese a debito. Lo Stato dà garanzia sui prestiti bancari. Non è un intervento minimamente sufficiente rispetto alle necessità. Abbiamo chiesto di alzare fino a 15mila euro le disponibilità che una famiglia può avere per accedere alle garanzie statali. Non vorremmo che le famiglie debbano ridurre al minimo i propri risparmi. Il comma 9 chiede di definire un tempo entro il quale ci sia la stipula del contratto di garanzia. Noi proponiamo cinque giorni. Infine c’è un comma di relazione, che consenta alla Commissione Consigliare permanente di avere informazioni sulla effettiva concessione dei benefici attraverso il deposito di una relazione.

Segretario di Stato Marco Gatti: La volontà del Governo è di non gravare con oneri fiscali su prestiti che sono a sostegno delle famiglie. E’ stata richiesta una formulazione di tipo diversa che è quella proposta dall’emendamento: la sostanza non cambia, cambia l’aspetto formale. Sull’aumento da 10mila a 15mila, abbiamo concordato diversi aspetti durante i nostri confronti con le parti sociali, quindi riteniamo di non dover procedere in maniera unilaterale. Giusto che la Commissione Finanze venga informata, ma l’attività mensile mi sembra esagerata, andrebbe spostata in una dimensione quadrimestrale.

Nicola Renzi (Rf): Noi avevamo previsto 5 giorni perché crediamo che la tempestività sia fondamentale in questa situazione. Abbiamo depositato anche una interpellanza. Chiediamo al Segretario se possiamo sostituire il mensilmente con trimestralmente.

Segretario di Stato Marco Gatti: Va bene, facciamo trimestralmente.

Andrea Zafferani (Rf): Pensiamo che sia necessario avere anche qua un termine temporale per avere il contratto firmato. A parte questo, per quanto riguarda il primo emendamento, non confonderei i parametri d’accesso con l’importo finanziabile.

Approvato emendamento Governo (Comma 9)

Approvato emendamento Rf (Comma 9bis)

Art.20

Andrea Zafferani (Rf): La messa in campo di garanzie pubbliche su finanziamenti è uno dei pochi strumenti che sostengono le imprese. La premessa politica sta nel ribadire l’insufficienza di questi interventi. Una difficoltà in prima battuta di liquidità di molte imprese che hanno dovuto far fronte a tanti dipendenti. Ci sono situazioni che avrebbero richiesto degli interventi diversi e maggiori anche a fondo perduto come hanno fatto altri Stati. Il primo emendamento mira ad aumentare al 100% la garanzia dello Stato. Siamo disponibili a prevedere se ci fosse disponibilità che questa garanzia si applichi solo fino a un certo importo con soglie diverse per finanziamenti significativamente alti.

Segretario di Stato Marco Gatti: Lo spirito è lo stesso dell’emendamento all’art.19. Rispondo alle proposte di Rf. Per quanto riguarda la copertura del 100 per cento: è stata una scelta politica non farla. Lo Stato deve avere una responsabilizzazione. Se le cose vanno male, Pantalone paga l’intero. La garanzia dello Stato si accosta alla prospettiva dell’azienda che viene valutata con la garanzia dello Stato a fianco. Non siamo disponibili a tornare indietro.

Approvato emendamento Governo (Comma 6)

Approvato emendamento Rf (Comma 6bis)

Art.20 bis

Segretario di Stato Marco Gatti: Tutte le imprese quest’anno avranno costi aggiuntivi legati ai dispositivi e le precauzioni per contenere il virus. Si propone di introdurre un recupero del 50% delle spese sostenute per sanificare gli ambienti di lavoro con un tetto massimo di 10mila euro all’anno e potrà essere usata in detrazione dell’imposta generale sui redditi 2020 e 2021.

Andrea Zafferani (Rf): Consci dei limiti del credito di imposta, credo sia una misura che il Governo ha fatto ben ad introdurre. Chiedo di demandare ad uno strumento che definisca le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro, che potrebbero confondersi con interventi di pulizia standard. Non vorrei si creassero dispute con l’ufficio tributario.

Segretario di Stato Marco Gatti: Su tutte le leggi si possono fare circolari esplicative. Sicuramente bisogna fare una verifica di quelle che possono essere le situazioni di controversia con l’ufficio. Il riferimento rimangono gli allegati dei decreti che sono comunque molto settoriali e indicano gli obblighi. Dovrà essere chiaro l’utilizzo che se ne fa. Il criterio deve essere uguale per tutti, nel caso ce ne sarà bisogno interverremo con delle circolari.

Decreto – Legge 3 maggio 2020 n.67 – Interventi in ambito di lavoro e pensioni a supporto dell’emergenza economica causata da COVID-19

Andrea Zafferani (Rf): Non c’è dubbio che abbiamo ritenuto insufficienti gli interventi posti in essere. A parte dilazioni di pagamento e garanzie, c’è poco per le imprese. Di buono c’è la riduzione delle aliquote di imposte dei minimi previdenziali con l’abbattimento del 50 per cento. C’è l’utilizzo del credito di imposta su affitti e spese di sanificazione. Non ci sono però interventi che sono in grado in maniera importante di andare a sostenere esigenze di liquidità delle imprese che sono forti, immediate e vitali per le attività che sono dovute rimanere chiuse per legge e che hanno avuto un calo di fatturato del 100%. Se non si usano strumenti veloci e significativi, rischiamo di ritrovarci con una disoccupazione galoppante. Nel tempo le aziende potremmo procedere con licenziamenti se le cose non ripartono in maniera adeguata. A fronte di questa consapevolezza occorre mettere in campo strumenti maggiori. Sarebbe stato necessario andare a reperire dei finanziamenti sfruttando anche opportunità che si poteva aprire. Abbiamo citato il caso della Banca d’Europa. Sulla capacità di spesa delle persone si è proceduto con tagli. La Cassa Integrazione nel settore privato è stata in media quasi dimezzata. Stessa cosa per il trattamento retributivo per i dipendenti pubblici. Si è tagliata anche l’indennità malattia. In questo decreto si interviene sulle pensioni con un contributo di solidarietà. Importo non è esagerato, ma rientra nel filone di tagli ai redditi delle persone che non può che peggiorare la situazione già difficile. Il blocco sui frontalieri creerà danni all’economia. Dovrebbero essere lanciati messaggi di apertura. Andiamo in direzione contraria.

Alessandro Bevitori (Libera): Sarebbe stato bello poter parlare di questi provvedimenti con spirito costruttivo. Ho avuto modo di ragionare con il Segretario e per questo lo voglio ringraziare pubblicamente. Dagli emendamenti si vede già una modifica sostanziale ed importante che riguarda l’esclusione degli amministratori e dei soci per la possibilità dell’assunzione diretta. Ciò che mi preoccupa è il ritorno alla vecchia Commissione del lavoro che creava molte difficoltà ad una azienda. Detto questo, spero che nell’arco del dibattito ci sia la possibilità di affrontare queste tematiche, abbandonando anche gli schieramenti di partito.

Nicola Renzi (Rf): Tutti gli interventi fatti devono sgomberare il campo dai paradigmi con cui siamo portati a ragionare nel nostro Paese. Nel momento dell’esplosione dell’emergenza abbiamo assistito a comunicazioni altalenanti e difformi. Avremmo dovuto agire attraverso l’informazione per spiegare qual era la situazione a San Marino. Ci sono politiche di isolamento e di chiusura su noi stessi che qualcuno vuole portare avanti e che si vedono anche in questo decreto. Per fare da soli continuiamo a tagliare, tagliare, tagliare senza una visione complessiva ma solo per far quadrare il bilancio. La logica che parte è quella del tagliare. C’è una differenza. Nessuno dice che non si devono fare sacrifici. Ma un conto è la temporalità, un altro conto è la visione di Paese che abbiamo davanti. Quando dico questo lo dico in tono costruttivo perché sono consapevole delle difficoltà del Congresso di Stato. In questo decreto c’è un forte ritorno al passato che avrà ricadute sulla nostra economia. Quando si riduce la capacità di spesa non può che ridursi anche l’effettiva spesa. Quando si vanno a riempire, soverchiare di burocrazia le attività economiche, esse sono scoraggiate.

Luca Boschi (Libera): In questi decreti manca il sostegno all’economia e l’iniezione di liquidità.

Sara Conti (Rf): Rf ritiene insufficienti gli interventi a sostegno dell’economia. Non è una questione di voler essere populisti ma di basi di economia. Se pensiamo di poter sostenere l’economia solamente attraverso i tagli senza immettere liquidità questo non farà altro che peggiorare il reddito dei cittadini.

Giovanni Zonzini (Rete): Si critica il Governo perché non ha effettuato ampia immissione di liquidità del sistema e che è necessario farla. Ci siamo arrivati tutti. L’equilibrio finanziario dello Stato era fragile prima del Coronavirus, garantendo appena le spese correnti e non consentendo ampi margini di manovra. Durante questi mesi di emergenza, con la sospensione dei pagamenti, lo Stato non ha la liquidità per fare gli interventi che sistema economico e lavoratori richiedono. Nell’assestamento di bilancio è previsto l’accesso al credito per mezzo miliardo. Trovo pretestuoso e prive di fondamento le critiche fatte al Governo circa le iniezioni di liquidità. Questo Stato non ha liquidità. Si cerca di fare al meglio con le poche risorse che ci sono nell’attesa di avere la liquidità necessaria.

Guerrino Zanotti (Libera): Si creano condizioni che ci porranno ancora di più in difficoltà nella fase di ripartenza vera e propria. Siamo nella fase in cui l’economia ha potuto riprendere la sua attività, ma quando sarà necessario ripartire a pieno regime avremo una economia molto molto depressa. I tagli che il Governo intende fare non avranno creato le condizioni per far sì che la domanda cresca. Se si vuole intervenire sulle pensioni, si potrebbe ragionare su una applicazione che tenga conto delle situazioni familiari. In questo decreto a mio modo di vedere ci sono anche delle incongruenze. Ho notato che nella discussione del decreto 63 è stato presentato un emendamento per l’ampliamento delle ore di permesso per i genitori nel settore privato. Si è detto che nel privato non c’è la possibilità di estendere il numero di ore. Poi però in questo decreto sono previste misure per i lavoratori pubblici come il part-time con una ampia flessibilità. I lavoratori sono lavoratori che siano del pubblico o del privato.

Eva Guidi (Libera): Occorre fare una precisazione ulteriore sul concetto del prestito rispetto a quello che ha detto il consigliere Zonzini. Conosciamo i conti dello Stato e li abbiamo inseriti in un meccanismo di assoluta trasparenza nel lavoro fatto al tavolo istituzionale. Non è che il prestito non è stato fatto per questioni di lana caprina. Il prestito non si è voluto concretizzare appositamente perché servivano liquidità nella nostra Repubblica ma si riteneva che occorra associare all’assunzione di un prestito esterno un’insieme di riforme. Riforme non restrittive. Riforme urgenti ma non affrettate. Non devono essere penalizzanti per certi settori. Su questo aspetto che riguarda la necessità di mettere in campo delle riforme, noi ribadiamo la necessità della sostenibilità del prestito.

Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: Ho paura che abbiamo discusso tranne di quello che è presente nel decreto n.67 che tocca tre punti. Primo: ammortizzatori sociali, quindi le politiche in difetto nel mondo del  lavoro. Tratta della pubblica amministrazione in alcuni articoli, altro tema estremamente importante. Non può un Paese prescindere da elementi di controllo della spesa. Abbiamo trattato una forma di contribuzione, quasi una donazione, nei confronti dei pensionati. Pensavo che il dibattito si sviluppasse in maniera più oggettiva e più tecnica. Ritengo che con gli interventi che abbiamo adottato abbiamo avuto la capacità e la consapevolezza di dover intervenire solo ed esclusivamente in una circostanza di carattere emergenziale con una attività di tale portata che il nostro Paese negli ultimi 50 anni non ha mai dovuto affrontare. Abbiamo dovuto fare delle scelte con quella consapevolezza di cui voi ci rimproverate la mancanza: è incredibile! Speravo che l’attività che ci ha colpito in maniera così infelice dal punto di vista virale potesse avere in maniera virale un senso positivo nel dibattito parlamentare. Abbiamo cercato di costruire il decreto legge sulla esigenza di intervenire in aspetti specifici e relativi al nostro mondo. Abbiamo dovuto farlo sugli ammortizzatori sociali e le pensioni per affrontare un contesto emergenziale. Non per costruire la fase di rilancio, ma per affrontare l’emergenza. Pensate sia stato facile proporre abbassamento delle aliquote ben oltre il 10%? Con quegli interventi andiamo a toccare tutele fatte salve per decine di anni, ma siamo riusciti con una logica di equlibrio a guardare alla tutela dei lavoratori e delle imprese. Usare termini come ‘ritorno al passato’, sostenendo provvedimenti come la tassa del 4 e mezzo per cento nei confronti delle fasce da tutelare; dire che abbiamo bloccato la possibilità di ripartire, non comprendendo che quello che abbiamo fatto in questi mesi serve a conquistare del tempo.

Marika Montemaggi (Libera): L’opposizione ha sempre manifestato il proprio punto di vista, dalla chiusura anticipata rispetto ad alcune scelte rispetto alla chiusura parziale o totale. Legittimo manifestare la propria posizione. Ci sono visioni politiche diverse. In questo decreto si fanno delle scelte di prospettiva. Ci sono delle valutazioni che oggi comunque non possono non prendere in considerazione il concetto di equità. Fare tagli lineari senza considerare l’Ice, è una cosa che non ci possiamo permettere. Non c’è stato abbastanza tempo? Dev’essere il motore per le valutazioni da mettere in campo?

Gian Matteo Zeppa (Rete): Basta andare a vedere nell’articolo 10 di questo decreto dove si dice che si producono effetti fino al 31 dicembre 2020. Non mi sarei mai sognato di strumentalizzare politicamente una pandemia per ricostruire una credibilità politica persa in anni di Governo. San Marino nel suo piccolo ha fatto un miracolo. Il miracolo non lo ha fatto la politica. La politica fin’ora ha dovuto affrontare una liquidità che qualcuno qua dentro conosce molto bene perché fino a dicembre era al Governo. Facile tirare il sasso e poi nascondere la mano. Qualcuno dice: dovevate chiedere pi ù aiuti. Pensate che non li abbiamo chiesti più aiuti? Pensate che il Covid sia ricaduto solo su San Marino? Qui parliamo di una pandemia globale. Noi abbiamo fatto tutto ed è stato un miracolo che San Marino non sia collassato a livello di ospedale.

Miriam Farinelli (Rf): Vorrei sapere quali progetti ci sono per il nostro Paese perché al momento non ne abbiamo idea.

Francesco Mussoni (Pdcs): Mi chiedo se abbiamo vissuto tutti nello stesso Paese. Stiamo ratificando decreti che hanno affrontato un periodo unico nella storia dell’umanità. Risposte che vanno collocate non solo in una visione strategica. Sono provvedimenti adottati in emergenza in una situazione specifica. Ho sentito un dibattito che mi sembra un dibattito che poteva essere fatto su una visione strategica e teorica. Qui stiamo parlando della ratificia di decreti che si dovranno occupare per alcuni mesi del nostro paese. Dopo di che Governo e maggioranza dovranno sì seguire una progettualità e confrontarsi con l’Aula.

Sandra Giardi (Rete): Sono decreti emergenziali emanati in un periodo in cui tutti siamo stati costretti a gestire una emergenza. A livello sanitario hanno cercato nel possibile di fare il meglio che si poteva. Tutto è perfettibile. Un progetto Paese non c’è stato nemmeno prima. Dateci il tempo di riprenderci da questa emergenza, continueremo a lavorare per tamponare le richieste di famiglie, scuole e impresa,  la ripresa delle attività. Le imprese stesse pian piano stanno riprendendo e attivando la parte lavorativa.

Marco Nicolini (Rete): E’ errata la maniera di fare opposizione oggi. La critica cieca taglia le gambe al Paese. L’alternarsi alla titolarità di questa critica cieca farà sì che questo Paese scompaia. Dietro c’è qualcuno che prova a guardare oltre. Non si può dire che stiamo pensando a tagliare e basta. Rimango dell’idea che la macchina politica sia errata. Per questo voglio presentare un progetto di legge che preveda meno consiglieri e meno commissioni. Il consigliere eletto si deve prendere meno responsabilità.

Paolo Rondelli (Rete): Disciplina e responsabilità sono le due parole che ci devono accompagnare in questo momento. Disciplina è quella che ho visto in questi giorni partecipando a numerosi incontri dalla mattina alla sera che avevano lo scopo di produrre provvedimenti legislativi, che sicuramente possono essere migliorabili, come abbiamo fatto ad esempio per il Decreto 63. Il lavoro del Parlamento è questo: essere responsabili e lavorare con disciplina. Non dobbiamo buttarci come cani rabbiosi sull’osso per difendere il nostro orticello.

Segretario di Stato Fabio Righi: Voglio rafforzare alcuni concetti già espressi. Si è parlato di unità. Il momento è difficile, sono d’accordo. Ma dobbiamo tornare a ragionare su parametri oggettivi. In questo frangente il nemico non è il Governo, ma la pandemia che abbiamo dovuto affrontare. Provvedimenti emanati in un momento di assoluta emergenza. Non è stata una politica dei tagli ma una politica di sopravvivenza. Non voglio raccontare una storia diversa rispetto alla difficile situazione del Paese. Questo non ci deve spaventare. Siamo riusiti a fare qualcosa che altri Paesi hanno avuto difficoltà a fare. Non abbiamo adottato una politica di lockdown completo. Per il 50% le imprese sono rimaste aperte. Questo ha permesso di reggere e sopravvivere. Ora andiamo verso una fase di rilancio.