Politica

Libera: si affronta la “Fase 2” senza Commissario Straordinario?

Mentre il Governo è in grave ritardo sull’adozione dei Decreti sulla ripartenza in sicurezza e sugli aiuti che tutti i cittadini si aspettano, mentre vediamo Segretari di Stato che invece di impegnarsi a risolvere problemi preferiscono rispondere con comunicati stampa a critiche legittime che arrivano dalla cittadinanza, Libera continua ad essere preoccupata per l’emergenza sanitaria, economica e democratica del nostro Paese.

Ieri abbiamo parlato degli aspetti economici oggi vogliamo affrontare l’ambito sanitario.

Confrontandoci con tanti medici ed infermieri ci è stato riferito che si è presa maggior confidenza con la problematica Covid-19 anche nell’ambito del nostro Ospedale: l’esperienza maturata permette ai nostri operatori di trattare il virus con maggiore consapevolezza rispetto ai primi giorni dell’emergenza. C’è stato gradualmente un maggior lavoro di controllo alla fonte, una politica di test sierologici e tamponi a campione di popolazione più ampia come noi abbiamo chiesto fin da subito, e si è individuata una terapia più efficace rispetto alle prime settimane. Tutto questo sta portando ad una riduzione dei casi acuti e ad una minore ospedalizzazione dei pazienti.

Questi protocolli, che hanno consentito al sistema di reggere, hanno messo ancor più in evidenza l’importanza del pubblico in settori determinanti per la nostra società come la sanità. Ma soprattutto hanno evidenziato il valore dei nostri operatori sanitari che, con la loro competenza e la loro instancabile dedizione, non smetteremo mai di ringraziare.

Ora, nonostante ci sia l’esigenza di riaprire in sicurezza con protocolli validi per tutti e norme di presidio chiare per evitare il tracollo economico, non possiamo comunque abbassare la guardia per evitare il rischio che si ripresentino nuovi focolai che ci obbligherebbero a chiudere tutto di nuovo.

Un secondo lockdown risulterebbe devastante e forse micidiale per il nostro sistema economico.

Occorre quindi definire un protocollo preciso che consenta la graduale riapertura delle attività, ma che nel contempo eviti che l’epidemia possa tornare a diffondersi.

In questo senso diventa fondamentale il ruolo dei tecnici sanitari che coadiuvano la politica, in questo momento storico ancor più del solito, nelle scelte da compiere, anche  in considerazione del fatto che sia ormai evidente come, nella prima fase dell’emergenza, il Segretario Ciavatta abbia completamente sottovalutato il Covid-19, minimizzando le difficoltà per il nostro Paese, ed evidenziando poca capacità e competenza anche nella gestione successiva. Ma sugli errori politici ci soffermeremo a tempo debito, non ora.

La figura tecnica che invece ha saputo svolgere un ruolo cruciale in questi momenti e siamo convinti possa essere fondamentale anche per il futuro è sicuramente il Commissario Straordinario, l’infettivologo Dr. Massimo Arlotti, che ha avuto la capacità di coordinare il gruppo di Coordinamento per l’emergenza sanitaria Covid-19, di mantenere e sviluppare i rapporti con le strutture sanitarie delle regioni limitrofe e di comunicare alla cittadinanza con chiarezza e realismo la situazione in ambito sanitario. Il suo valore umano e professionale non può essere messo in discussione specialmente in questo delicato momento di approccio alla Fase 2. Le sempre più insistenti voci di possibili dimissioni del Commissario sono fonte di grande preoccupazione per tutti noi perché se confermate avrebbero ripercussioni gravi sul nostro sistema sanitario, sulla gestione dell’emergenza e sul rischio isolamento internazionale per l’Iss oltre al danno reputazionale per il nostro Paese.

Questo è il momento dell’unità, della condivisione degli sforzi, il momento in cui, per una volta, alle logiche particolari devono prevalere quelle generali. Auspichiamo dunque che il Dr. Arlotti, tra l’altro individuato da questo Governo, possa continuare a svolgere il suo compito aiutando il nostro Paese ad uscire da questa drammatica fase storica e non risulti invece come l’ennesimo professionista di livello sacrificato all’altare dei piccoli interessi personalistici.

Libera