Insediati i nuovi Capitani Reggenti, Alessandro Mancini II e Grazia Zafferani I
Il discorso integrale del Segretario agli esteri Luca Beccari in occasione della cerimonia di insediamento dei Capitani Reggenti. Durante l’eloquio l’aula ha rispettato un minuto di silenzio in onore delle vittime del covid-19.
“Eccellentissimi Capitani Reggenti,
Capitani Reggenti Eletti,
Vice Decano del Corpo Diplomatico e Consolare accreditato,
Membri del Consiglio Grande e Generale
Autorità Religiose e Militari,
Cari concittadini,
“Ai lontani discendenti di questo esiguo numero di uomini liberi l’augurio di continuare a gioire della libertà e allo stesso tempo di far uso della saggezza ereditata dai loro antenati, non soltanto nella gestione della Repubblica, ma anche nella partecipazione attiva alla soluzione dei problemi che incombono sull’intero genere umano”.
Con queste parole, rivolgendosi al Popolo Sammarinese, discendente della Comunità di “uomini liberi” al seguito del Santo Fondatore Marino, il premio Nobel Rita Levi Montalcini concludeva l’Orazione Ufficiale per l’Insediamento degli Eccellentissimi Capitani Reggenti nel 1993.
Parole che racchiudono un messaggio prezioso e un auspicio che sento di rinnovare oggi, giorno in cui celebriamo uno dei momenti più alti e significativi della vita istituzionale della nostra Repubblica, particolarmente sentito dai Sammarinesi.
Per la prima volta dopo diversi decenni il protocollo della cerimonia d’insediamento degli Ecc.mi Capitani Reggenti, il cui impianto originale viene descritto nelle antiche Leges Statutae e gelosamente custodito fino ai giorni nostri, ha dovuto subire una sostanziale modifica per ottemperare alle disposizioni urgenti adottate dal Governo per il contenimento epidemiologico da Covid-19.
Certamente in una contingenza così delicata e difficile i simboli della nostra statualità e della nostra democrazia assumono un significato profondo: essi infatti ci richiamano ai valori fondamentali dell’unità e della solidarietà.
Per questo motivo la celebrazione odierna si arricchisce di contenuti ancor più pregnanti, che inducono ognuno di noi a riflettere più attentamente sulle nostre tradizioni storiche, maturate nella convinta testimonianza di un’antica libertà, vissuta con determinata costanza e fierezza.
Sono pertanto certo che questo momento solenne sia per il Popolo Sammarinese l’occasione propizia per rinnovare il grande rispetto ed il profondo senso di appartenenza alla nostra comunità, per i suoi 17 secoli di storia di libertà e democrazia e per riflettere soprattutto sulla nostra identità di popolo, sulla nostra sovranità, elemento imprescindibile e mai trascurabile nell’analisi delle diverse situazioni e nell’adozione delle scelte per il futuro.
Mi rivolgo pertanto a tutti i Sammarinesi ovunque residenti, molti dei quali stanno seguendo la cerimonia dalle loro abitazioni, per esprimere a nome mio personale, del Governo e di tutte le Istituzioni il saluto più sentito e cordiale.
A coloro che proprio a causa della terribile epidemia piangono la perdita dei propri cari vanno le espressioni del più profondo cordoglio; a chi oggi sta combattendo contro la malattia e alle loro famiglie, rivolgo sentimenti di fraterna vicinanza e incoraggiamento per una pronta guarigione.
Il mio deferente saluto rivolgo al Corpo Diplomatico e Consolare accreditato presso la Repubblica, rappresentato qui oggi dal Vice Decano, l’Ambasciatore d’Italia, che per la prima volta da tempo immemore, non è presente in Repubblica con tutte le sue rappresentanze per rendere omaggio ai nuovi Capitani Reggenti. A tutti i diplomatici va il più vivo ringraziamento per l’opera che essi svolgono e per la preziosa amicizia e collaborazione, che anche durante questa emergenza planetaria stanno dimostrando.
Il nostro Paese, la vicina Italia, l’Europa e il mondo intero stanno affrontando una delle più gravi emergenze dal secondo dopoguerra. Il cittadino di ogni Paese oggi percepisce nel proprio intimo la grave minaccia, il disorientamento, nella battaglia contro un nemico invisibile che ha limitato e condizionato la nostra quotidianità, che ha messo in discussione sicurezze radicate, facendoci sentire tutti, per la prima volta, nello stesso modo e contemporaneamente, vulnerabili.
Di fronte a questa minaccia globale, il Governo e le Istituzioni della Repubblica di San Marino, al pari dei Governi di tutto il mondo, nella straordinarietà attuale si sono appellati alla coscienza collettiva, al senso civico richiamando i valori della solidarietà sociale per garantire il diritto alla salute, al di sopra di ogni priorità, nell’interesse di ogni cittadino.
La risposta del nostro Paese di fronte al sacrificio delle misure urgenti adottate è stata pronta e condivisa, consapevole che solo serrando le fila in un fronte comune è possibile uscire dall’emergenza per tutelare il bene più prezioso che è la vita.
A questo proposito il pensiero va, con grande rispetto e orgoglio, a tutti gli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, che fin dall’inizio della diffusione del contagio si sono trovati e tuttora si trovano a combattere in prima linea, con tenacia e spirito di sacrificio, mettendo a rischio la propria incolumità, per assicurare ad ogni ammalato non solo le cure, ma anche quel conforto che questa atroce e spietata pandemia vieta ai familiari di portare.
A loro, esprimo il mio personale ringraziamento, del Governo, delle Istituzioni e dell’intera Comunità sammarinese.
Un ringraziamento altrettanto sentito e profondo va alle donne e agli uomini della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine per il loro importante lavoro contraddistinto da grande abnegazione e profondo senso dello Stato ed ai loro superiori, che fra le altre cose, hanno saputo concertarsi in perfetta sintonia con le autorità delle zone limitrofe. Grazie anche ai Corpi Uniformati Volontari, che hanno fornito un supporto straordinario agli organi di polizia.
Ringrazio altresì gli operatori dell’informazione, nella consapevolezza che oggi più che mai una comunicazione ampia, corretta e verificata costituisca la priorità del buon giornalismo e diventi ancor più un dovere civile oltre che professionale.
Grazie a tutti coloro che hanno assicurato il proprio impegno nel settore pubblico come in quello privato per garantire i servizi essenziali del Paese; ma soprattutto grazie a coloro che, con sacrificio, hanno interrotto o limitato in questo momento di emergenza le proprie attività economiche e produttive nel segno di un bene superiore.
Attestazioni di altissima riconoscenza rivolgo ai volontari e al contempo manifesto la più viva gratitudine per le innumerevoli manifestazioni di grande solidarietà a favore dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, per il prezioso sostegno all’intero apparato sanitario.
A S.E. il Vescovo e al clero, che hanno fatto sentire la propria vicinanza attraverso la forza della preghiera e con concrete opere d’aiuto ai più bisognosi, va la mia profonda riconoscenza.
Permettetemi infine di rivolgere un pensiero ai nostri bambini e a tutti gli studenti, i quali hanno visto cambiare radicalmente le loro abitudini sociali e di frequentazione dei corsi di studio. Siete il nostro bene più prezioso, faremo di tutto per tutelarvi e permettervi di ritornare presto alla normalità.
Nessuno può dire quanto durerà l’emergenza. Sono certo che questo inaspettato e dirompente evento cederà il passo ad un cambiamento epocale che avvierà indubbiamente dibattiti e riflessioni profonde sulla società del prossimo futuro.
Molti pensatori contemporanei immaginano la fine dell’emergenza come uno scenario simile al dopoguerra nel quale le economie degli Stati dovranno trovare il modo di recuperare il terreno perso e assicurare nuovi binari di sviluppo. In questo contesto, come rappresentanti delle Istituzioni, saremo chiamati ad uno sforzo importante ed inedito per la nostra generazione, nel ricercare intese ed equilibri, a livello domestico ed internazionale, necessari a garantire un percorso di ripresa efficace.
In questa prospettiva trovano una concreta attualità le parole del filosofo svizzero Amiel: “L’esperienza di ogni uomo ricomincia daccapo. Soltanto le istituzioni diventano più sagge: esse accumulano l’esperienza collettiva e, da tale esperienza, da tale saggezza, gli uomini soggetti alle stesse norme non cambieranno certo la loro natura, ma trasformeranno gradualmente il loro comportamento”.
Saremo dunque chiamati a ridisegnare il quadro della nostra economia già gravata da anni di crisi e a premunirci tempestivamente di misure efficaci per rilanciare i settori economici e ridare vitalità alle imprese. Per fare ciò dovremo avere la capacità, il coraggio e la determinazione di mettere in campo interventi che potrebbero anche modificare alcuni importanti impianti normativi e che potrebbero richiedere un cambio di approccio alla gestione della politica economica, senza tuttavia mettere in discussione i pilastri fondamentali della nostra società quali la sussidiarietà, l’assistenza sociale, l’equità e i principi liberali che regolano la nostra economia.
Seppure oggi la priorità assoluta sia la messa in campo delle misure necessarie a contenere e ridurre i contagi e a garantire la funzionalità della macchina sanitaria, il Governo sta lavorando con altrettanto impegno nell’individuazione di questi strumenti, al fine di avviare i necessari confronti sulle proposte che saranno elaborate.
Nessuna strada rimane intentata, a partire dall’immediata attivazione dei canali diplomatici a disposizione sia in ambito multilaterale che bilaterale per accedere anche a forme di finanziamento esterno. Mi riferisco in particolare alla Banca del Consiglio d’Europa, che nasce come banca di sviluppo a vocazione sociale, al Fondo Monetario Internazionale, all’Organizzazione Mondiale della Sanità e all’Organizzazione delle Nazioni Unite: Organismi internazionali con i quali San Marino collabora incessantemente, e che ora più che mai potrebbero fornire forme di sostegno alla nostra Repubblica.
Altrettanto serrato è il dialogo con Paesi amici, in primis con la Repubblica Italiana, che da sempre costituisce l’interlocutore principale e privilegiato delle Istituzioni Sammarinesi, ed alla quale, per il tramite del Suo alto Rappresentante – che ci onora oggi della Sua presenza e che ringrazio e saluto con cordialità e profonda riconoscenza – vanno le espressioni della più sentita vicinanza per le dolorose conseguenze legate alla grave diffusione epidemiologica che hanno colpito gravemente anche il Popolo italiano.
Al Presidente della Repubblica italiana sono state manifestate le forti preoccupazioni che l’emergenza sanitaria sta riversando sul piano economico, che ha subito un forte rallentamento e nel quale sono già evidenti le pesanti ripercussioni non limitate ai nostri confini ma con ricadute anche sui territori limitrofi. L’auspicio del Governo è che possa essere attivata una via straordinaria di dialogo e collaborazione fra San Marino e Italia, nella certezza che il consolidato rapporto di buon vicinato venga ulteriormente valorizzato, al fine di consentire la nascita di future, positive ed armoniche sinergie a beneficio delle rispettive realtà.
A tal proposito mi pregio ricordare come primo atto altamente significativo di questa rinnovata collaborazione la recente sottoscrizione del Memorandum di intesa per la gestione dell’emergenza sanitaria, testimonianza del lavoro e del confronto continuo fra Italia e San Marino nel rispetto di una tradizione di collaborazione e solidarietà, che anima le relazioni bilaterali.
Sempre nel quadro delle strategie messe in atto per far fronte all’emergenza nei mesi futuri, attraverso il Corpo Diplomatico Sammarinese – che desidero ringraziare per la sua azione ancor più essenziale e delicata nell’emergenza attuale – sono già attivi rapporti con i Paesi amici con i quali San Marino intrattiene relazioni di fruttuosa cooperazione e di dialogo.
Ognuno di noi sa che le misure per assicurare la ripresa non potranno prescindere dal coinvolgere gli interessi dei singoli e dei gruppi ed è proprio in questo frangente che viene chiesto ai Sammarinesi di essere uniti e di concertare il massimo sforzo. Solo con una convinta e fiduciosa azione comune potremo superare la crisi, che ha nella paura un fattore determinante.
In questo contesto, sento il dovere di rivolgere un caloroso ringraziamento anche ai tanti rappresentanti dei partiti di opposizione che hanno saputo esprimere un forte senso dello Stato evitando scontri e strumentalizzazioni, mostrando una forte disponibilità al dialogo ed al confronto.
La storia ci ha insegnato che dopo ogni criticità importante se ne esce rafforzati e migliori; si accresce lo spirito di comunità e si rivalutano i valori fondamentali. La nostra Repubblica ha conosciuto momenti duri e altrettanto difficili, ma ha tutte le caratteristiche per farcela e sono convinto che con l’aiuto di tutti i Sammarinesi si aprirà una rinnovata fase di cooperazione internazionale e di pace, una nuova epoca di partecipazione e di nuove opportunità, guardando agli insegnamenti del passato ma fiduciosi verso le sfide del futuro. “