Consiglio Grande e Generale, sessione 14,15,16,20,21,30 gennaio
SEDUTA DI MERCOLEDI’ 15 GENNAIO – POMERIGGIO
Terminato l’esame del Comma 2, il Consiglio Grande e Generale riparte dal Comma 3: “Nomina della Commissione per le politiche territoriali”. La Commissione, presieduta dal Segretario di Stato, si compone di 7 membri (5 alle forze di maggioranza, 2 alle forze di opposizione). Di seguito i nomi individuati e approvati (con 49 voti favorevoli) dall’Aula: Pdcs: Giancarlo Venturini, Francesco Mussoni; Rete: Sandra Giardi; Domani Motus Liberi: Mirko Dolcini; Npr: Alessandro Mancini; Libera: Matteo Ciacci; Rf: Fernando Bindi.
Si passa quindi al Comma 4: “Nomina della Delegazione Consiliare della Repubblica di San Marino presso l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa”. Di seguito i nominativi espressi dalle forze politiche. Rete: Marco Nicolini (capo delegazione); Pdcs: Mariella Mularoni. Npr: Gerardo Giovagnoli; Libera: Giuseppe Maria Morganti. Anche in questo caso l’Aula approva. Al Comma 5 vi è la “Nomina della Delegazione Consiliare della Repubblica di San Marino presso l’Assemblea Parlamentare dell’O.S.C.E.”: si crea un empasse legato all’assenza di almeno una donna tra i 3 candidati per la delegazione espressi dalle forze politiche, come previsto invece dal regolamento. La seduta viene dunque sospesa in via temporanea per consentire ai partiti di raggiungere un accordo. Accordo che però sembra non essere raggiunto: così S.E. Luca Boschi chiede all’Aula, “non senza imbarazzo”, la disponibilità a posticipare il Comma a lunedì 20 gennaio (prima dell’8-bis): proposta approvata dall’Aula.
La seduta riprende con il Comma 6, “Nomina del Gruppo Nazionale della Repubblica di San Marino presso l’Unione Interparlamentare”, che sarà così composta: Pdcs: Mariella Mularoni (presidente), Gianfranco Terenzi, Alice Mina, Lorenzo Bugli, Giancarlo Venturini; Rete: Paolo Rondelli, Giovanni Maria Zonzini, Alberto Giordano Spagni Reffi. Domani Motus Liberi: Carlotta Andruccioli; Npr: Matteo Rossi, Alessandro Mancini; Libera: Marica Montemaggi, Rossano Fabbri; Rf: Nicola Renzi, Sara Conti. Al punto 7 vi è la Nomina della Delegazione Consiliare della Repubblica di San Marino presso l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo. Di seguito i nomi espressi dalle forze politiche: Rete: Adele Tonnini Pdcs: Francesco Mussoni (capo-delegazione); Npr: Denise Bronzetti; Libera: Matteo Ciacci.
Il Comma 8 è incentrato sulla votazione degli ordini del giorno presentati nella precedente seduta consiliare. Due Odg erano stati presentati da Libera: il primo per sollecitare l’attivazione del tavolo di confronto e il secondo per dare mandato al Congresso di Stato di avviare entro marzo 2020 il confronto con Regione Emilia – Romagna e Provincia di Rimini per l’accordo istitutivo dell’Osservatorio sui lavoratori frontalieri; il terzo Odg, sottoscritto da tutte le forze di maggioranza, a verifica delle attività economiche ed amministrative di Pubblic NetCo Spa e perché il Congresso di Stato valuti la prosecuzione del progetto in materia di telecomunicazioni, chiede la verifica delle attività economiche ed amministrative di Pubblic NetCo Spa e che il Consiglio di Stato valuti la prosecuzione del progetto in materia di telecomunicazioni.
Respinti entrambi gli Odg presentati da Libera. Inizia quindi la discussione sul terzo Odg, con la maggioranza che propone alcune modifiche rispetto alla precedente stesura, ma alla fine – in mancanza di una sintesi tra le forze politiche – si decide comunque di procedere alla votazione della prima versione del testo. Per William Casali (Pdcs) i dubbi riguardano “anche il lato finanziario. Su questo progetto è stato pagato il 50 per cento in via anticipata”. Matteo Ciacci (Libera) parla di “accozzaglia di ordini del giorno. L’altra volta si parlava di spionaggio cinese: mi viene da sorridere”. “Obiettivo dell’Odg non è cestinare il progetto, ma fare chiarezza. Ci sono alcune vere e proprie opacità – afferma Adele Tonnini (Rete) -. I soldi spesi da AASS vengono sottoposti al controllo della Commissione Finanza pubblica, ma una volta trasferiti a NetCo la Commissione non ha più contezza su come vengono spesi. C’è l’aspetto legato alle criticità dei dati sensibili, che possono essere intercettati da diverse entità anche straniere. “Nell’Odg presentato ci sono affermazioni gravi di cui dovete prendervi la responsabilità – incalza Andrea Zafferani (Rf) -. Di fatto si impedisce a NetCo di onorare gli impegni presi. Spero lo capiate, e spero capiate anche le conseguenze dal punto di vista dell’immagine e le conseguenze legali”. “Questo Odg non cambia la realtà dei fatti: ovvero che San Marino è uno dei primi Paesi ad avere rapporti ufficiali con la Cina dal 1971” osserva Francesco Mussoni (Pdcs). “Su questo progetto, che si può condividere dal punto di vista dello scopo, vi sono stati elementi dal punto di vista amministrativo e procedurale che lasciano dei punti di opacità. Richiedere degli approfondimenti non significa bocciarlo” è il commento del Segretario di Stato agli Esteri e alle Infrastrutture, Luca Beccari. Gian Franco Terenzi (Pdcs), in conclusione, esprime la sua contrarietà all’Odg, non risparmiando una frecciata all’opposizione: “L’ostruzionismo politico non giova a nessuno”. L’Odg viene approvato con 35 voti favorevoli e 8 contrari.
Comma 8
Primo Odg
Segretario di Stato Luca Beccari: Parlo a nome del collega Gatti. Il tavolo quadripartito è frutto di un provvedimento di legge approvato da questa Aula. Sarà una sede di confronto che verrà attivata per trattare i temi per cui è stata costituita. Però crediamo che l’adozione di un Odg che preveda una cadenza mensile o comunque un’agenda non sia corretta. Vanno stabilite delle regole di ingaggio ben precise. Abbiamo detto che quest’Aula deve essere il centro dell’agire politico: se trasliamo le tematiche su tavoli para-istituzionali, creiamo una sovrapposizione. E’ necessario un confronto politico per definire le tematiche e la natura degli approfondimenti che verranno affrontati al tavolo. Ci sentiamo di suggerire di non approvare l’Odg, ma restiamo disponibili a valutare con le altre forze le forme migliori di coinvolgimento anche delle parti sociali.
Francesco Mussoni (Pdcs): Ricerca del dialogo con le parti sociali e coordinamento istituzionale sono valori che condividiamo. Ragionando più in profondità, riteniamo che con questa nuova fase politica il Governo abbia già al suo interno la logica della condivisione e del dialogo. Confermare questo Odg significa ridurre le potenzialità di manovra del Congresso di Stato e della maggioranza. Condividiamo lo spirito dell’Odg, ma siamo convinti che il dover ricercare la sintesi sia nella natura stessa del Governo.
Michela Pelliccioni (Domani – Motus Liberi): Pur condividendo le finalità del tavolo, riteniamo priva di senso la sua prosecuzione, poiché superata dal programma di Governo, che prevede il confronto e la condivisione tra forze politiche, organizzazioni sindacali, ordini professionali etc.
Emanuele Santi (Rete): Sfondiamo una porta aperta: noi abbiamo inserito nel programma di Governo il continuo confronto con tutte le categorie economiche, sociali e le forze politiche. Questo Odg va a sovrapporsi rispetto a quello che è stato il tavolo di novembre. Abbiamo caldeggiato l’istituzione del tavolo, ma ci sembra abbastanza ripetitivo: una volta che c’è una legge, va fatta rispettare la legge. Il Segretario di Stato coordinerà il tavolo e provvederà a fare un regolamento interno.
Eva Guidi (Libera): In qualità di proponenti ci piaceva fare un’ultima riflessione su questo articolo. Dovrà essere il Segretario competente ad attivare l’iter, ma, stante le necessità di sostenibilità del nostro bilancio, la missione del Fondo e quella di Fitch, riteniamo urgente convocare il tavolo quanto prima.
Andrea Zafferani (Rf): Avevamo espresso una posizione di astensione sull’articolo che riguarda la prosecuzione del tavolo di confronto. I Governi devono e possono decidere. La politica deve pagare le conseguenze delle proprie scelte o viene premiata se le decisioni sono giuste. Questa è la nostra posizione. Curioso sentire parlare di metodo, messo sotto al tappeto alla prima occasione utile, quella del Collegio dei Garanti.
Gian Nicola Berti (Npr): Riteniamo obiettivamente che la responsabilità delle scelte ricade sull’esecutivo. La legge che avete citato è una legge espressione della precedente maggioranza e ha già avuto in parte una sua attuazione. Il ricorso alle parti sociali per noi è un arricchimento e un modo per mettere alla prova le idee. Però è anche vero che ci sono prerogative che competono alla maggioranza e all’esecutivo.
Secondo Odg
Francesco Mussoni (Pdcs): Su questi temi non è mai troppa la creazione di dialogo. Resta però un fatto: su questo tema la Repubblica di San Marino deve ragionare a livello nazionale con Roma e con il Governo italiano. Ci troviamo anche in un momento elettorale per la Regione Emilia – Romagna. Si potrà anche avviare possibili iniziative comuni, ma per la valenza sociale che ha questo tema va discusso a livello bilaterale.
Michela Pelliccioni (Domani – Motus Liberi): Riconosciamo la grande importanza che il lavoro frontaliero ha sul territorio nazionale. La proposta è priva però di riferimenti analitici riguardanti i tagli di spesa e riteniamo imprescindibile permettere alla Segreteria di Stato di valutare se nel proprio organico ci siano già figure capaci di svolgere i compiti richiesti.
Sandra Giardi (Rete): L’Osservatorio è sicuramente uno strumento importante. L’Odg non è completo e forse non è la formula adatta: i Segretari appena insediati daranno continuità agli accordi precedenti.
Denise Bronzetti (Npr): Questione certamente di interesse per quanto riguarda la Repubblica. Il nostro mercato del lavoro è estremamente particolare e peculiare. In virtù dell’insediamento della nuova maggioranza, prima c’è la necessità di avere il tempo di valutare i provvedimenti che sono stati adottati dal precedente Governo. Non facciamo mistero che secondo noi occorre una rivisitazione degli strumenti sui lavoratori non iscritti alle liste di avviamento al lavoro. Prima occorre una analisi del mercato interno, quante e quali sono le professionalità del territorio, e sulla base di tale analisi decidere.
Nicola Renzi (Rf): Il tema del frontalierato è stato sempre discusso. Dovremmo vederlo per quello che è: una grande opportunità. Non è opportuna una contrapposizione forte tra lavoratori italiani e sammarinesi. Nella precedente legislatura sono state messe in campo azioni per semplificare l’assunzione di lavoratori frontalieri da parte delle aziende. Anche noi siamo convinti dell’utilità di un Osservatorio permanente. Chiediamo che questo osservatorio tenga conto della dicotomia: non contribuisca a creare frizioni o divisioni nella lettura di insieme di una problematica.
Segretario di Stato Luca Beccari: Mi aggancio alle valutazioni del consigliere Renzi. Come esecutivo, con l’adozione dell’Odg, verremmo investiti di un compito di cui non abbiamo i connotati. E’ un’iniziativa che parte a livello locale, quando il fenomeno ha una rilevanza nazionale. Non riguarda solo la Regione Emilia – Romagna, ma anche le Marche. Condividiamo lo spirito dell’iniziativa, ma per i suoi limiti riteniamo di non doverla approvare.
Terzo Odg
Francesco Mussoni (Pdcs): Abbiamo chiesto all’Aula se l’Odg poteva essere sostituito da una formula migliorativa. Purtroppo non abbiamo trovato la sintesi, quindi siamo per confermare la votazione dell’Odg presentato nella precedente seduta.
William Casali (Pdcs): Gli aspetti tecnici determinano dei problemi di natura contrattuale. Non avremo più le antenne di ultima generazione, ma al loro posto avremo antenne 4G, sviluppate ormai anni fa. Cambiamo radicalmente le infrastrutture e gli importi non cambiano. Com’è possibile? Faccio fatica a comprenderlo. I miei dubbi riguardano anche il lato finanziario. Su questo progetto è stato pagato il 50 per cento in via anticipata. In genere si segue uno specifico stato di avanzamento dei lavori, i cui pagamenti seguono la consegna e la messa in funzione, figuriamoci quello anticipato. I costi non mi tornano. L’attuale presidente di Public NetCo parla di possibili effetti collaterali legati al Comma. ZTE Italia viene definito fornitore: abbiamo saputo dall’ex Segretario con delega alle Telecomunicazioni che nel memorandum ci sono dei presupposti per cui è stato bypassato il bando internazionale. Su un progetto di 12 milioni, che diventeranno 90 nei prossimi venticinque anni, avere un centro di formazione, una partnership fumosa e una vetrina internazionale dove promuovere i prodotti del fornitore, non credo che siano dei punti che altri fornitori avrebbero rifiutato. Necessario garantire i principi di sana gestione sul piano aziendale di Public NetCo.
Matteo Ciacci (Libera): A mio avviso la maggioranza si è resa conto, nella fretta, di aver esagerato nella stesura del primo testo, addirittura parlando di come aziende cinesi non potessero accedere al nostro territorio o di come l’investimento in ZTE pregiudicherebbe lo status neutrale di San Marino. Vi è un secondo obiettivo legato al superamento del monopolio della telefonia mobile. Un salto di qualità è stato fatto. C’è da fare poi un’altra considerazione. Abbiamo anche la rete in fibra, progetto avviato dalla Dc ormai anni fa, anch’esso ha un costo molto elevato. L’altra volta si parlava di spionaggio cinese: mi viene da sorridere. La proprietà della rete è pubblica e rimane pubblica. Ho avvertito in Aula un po’ di tensione rispetto al cambiamento di questo Odg. Detto questo, siamo contrari a questa accozzaglia di doppi ordini del giorno. Amici di Rete, bisogna essere molto attenti quando si presenta un Odg.
Adele Tonnini (Rete): Abbiamo presentato questa seconda stesura che, pur rendendo migliorativo l’Odg, modifica solo la forma ma non la sostanza. Ciò non ha incontrato il favore dell’opposizione, quindi mettiamo in discussione l’Odg originario. Il nostro Stato deve avere una infrastruttura al passo con i tempi, ma le cose vanno fatte in totale trasparenza per evitare disguidi con eventuali partner internazionali. Obiettivo dell’Odg non è cestinare il progetto, ma fare chiarezza. Ci sono alcune vere e proprie opacità. La società NetCo è stata creata nel 2018 e qualche giorno dopo, senza la presenza della minoranza nel Cda, è stato firmato l’ordine da 12 milioni di euro. La NetCo è partecipata al 100 da AASS. I soldi spesi da AASS vengono sottoposti al controllo della Commissione Finanza pubblica, ma una volta trasferiti a NetCo la Commissione non ha più contezza su come vengono spesi. Come fare se non può nemmeno visionare il contratto? C’è l’aspetto legato alle criticità dei dati sensibili, che possono essere intercettati da diverse entità anche straniere. Non è chiaro come sia stata scelta la ZTE. Sosteniamo la realizzazione di una rete mobile di proprietà dello Stato per poi accogliere altri operatori.
Gerardo Giovagnoli (Npr): Avendo fatto parte del Cda di NetCo fino all’anno scorso, non parteciperò al voto.
Andrea Zafferani (Rf): Parlavate di rischi di spionaggio con aziende cinesi e che questo avrebbe potuto mettere a rischio la sovranità dello Stato. Le posizioni prese hanno un valore e chi è in maggioranza non può improvvisare. Nell’Odg presentato ci sono affermazioni gravi di cui dovete prendervi la responsabilità. La stragrande maggioranza degli operatori di telefonia lavora con operatori cinesi senza mettere in crisi l’autonomia dell’Italia. Tra l’altro avete citato rapporti di altri Paesi, cosa che ritengo discutibile. Legittimo che il Governo voglia fare degli approfondimenti. Da un lato dite di non avere informazioni, dall’altro avete già delle informazioni che buttate qua e là non danno il quadro completo. Bene approfondire, bene conoscere, ma nel frattempo si dà in primis al Governo il tempo di approfondire la questione, senza intervenire a gamba tesa. Di fatto si impedisce a NetCo di onorare gli impegni presi. Cosa può comportare sospendere la possibilità di onorare degli impegni? Pensate che ci guarda da fuori prenda bene questa posizione? Spero lo capiate, e spero capiate anche le conseguenze dal punto di vista dell’immagine. Ci sono anche conseguenze legali, di cui vi assumerete la responsabilità. Inoltre si impedisce alla rete di funzionare e quindi ai telefoni di andare, impedendo ad altri operatori di entrare a San Marino, mantenendo il monopolio. Sulla fibra sono stati spesi decine di milioni di euro, ma il ritorno economico non c’è e su questo non dite niente.
Stefano Giulianelli (Pdcs): Ho ricoperto la carica della Commissione di controllo della Finanza pubblica, dunque dichiarerò la mia astensione dal voto. Invito tutti i consiglieri a leggere attentamente gli atti della Commissione in relazione al progetto, soprattutto quelli di minoranza.
Alessandro Scarano (Pdcs): Ho fatto parte del Cda di AASS quindi non parteciperò al voto.
Francesco Mussoni (Pdcs): Vorrei fare in modo che si calmino gli animi. Questo Odg non cambia la realtà dei fatti: ovvero che San Marino è uno dei primi Paesi ad avere rapporti ufficiali con la Cina dal 1971. Ci sono relazioni continue da 50 anni. Noi citiamo la relazione del Copasir, nella quale viene evidenziato che c’è un rischio di sicurezza nazionale circa l’ingresso di aziende cinesi. Un conto è dire che l’Odg poteva essere scritto meglio, un altro dire che l’Odg mette in discussione i rapporti con la Cina. Qui non si parla di Cina. Vogliamo fare chiarezza sulla NetCo. Siccome non possiamo cambiarlo, confermiamo l’Odg e confermiamo anche i rapporti con la Cina. Vogliamo vedere bene cosa è successo nella NetCo e mi dispiace che l’opposizione non abbia votato, perché anch’essa avrebbe interesse.
Nicola Renzi (Rf): Non parteciperò alla votazione, perché non si può presentare un Odg di questo tenore. Si citano estratti del parere di un organismo di un altro Paese. Non fa onore a San Marino. Si poteva ritirare questo Odg, farne un altro decente anche nella forma e nei rapporti internazionali. Facciamone un altro consono all’Aula. Credo che nessuno abbia paura di capire cosa è successo nella NetCo. Però non si può dire che investimenti cinesi nel nostro Paese sono pericolosi. Non e’ ammissibile. Che bisogno c’è di fare un Odg? Il Congresso di Stato è pienamente titolato da solo a fare tutti gli approfondimenti che vuole. Tra i Segretari di Stato ci sono persone di buon senso, che dicano una parola su questa cosa.
Segretario di Stato agli Esteri e Telecomunicazioni Luca Beccari: Credo ci siano diversi ordini di problemi. Come esecutivo noi abbiamo una responsabilità amministrativa: dobbiamo assicurare che i soldi pubblici vengano spesi nel migliore dei modi. Su questo progetto, che si può condividere dal punto di vista dello scopo, vi sono stati elementi dal punto di vista amministrativo e procedurale che lasciano dei punti di opacità. Richiedere degli approfondimenti non significa bocciare il progetto. Noi ci stiamo interrogando su un piano di sostenibilità dell’investimento e sul complesso delle relazioni internazionali che il nostro Stato intrattiene. Credo che l’Odg nella prima formulazione si presta a livello grammaticale a lanciare un messaggio errata. Dobbiamo discutere come approcciarci a questo tema, senza buttare via in partenza un progetto per ragioni di alternanza politica: il mandato che viene dato è quello di intervenire sull’AASS perché sospenda i trasferimenti in attesa delle verifiche. Ci aspettiamo massima collaborazione da AASS e Public NetCo. Abbiamo dibattuto una infinità di volte di rapporti ricevuti dalla Guardia di Finanza e dai Consigli di sicurezza: se ci sono elementi di pubblico dominio, non possono essere trascurati”.
Gian Franco Terenzi (Pdcs): Senza offendere nessuno, credo che stiamo facendo un atto non degno dell’Aula. Rimango rammaricato, perché i miei 40 anni di presenza politica mi hanno insegnato qualcosa. Anche per questo ho partecipato nel portare correzioni a quel documento, perché mi sono reso conto della gravità. L’Odg andava modificato nella forma, ma non nella sostanza. Se dobbiamo continuare a farci dei dispetti, non fate un favore a questo Paese. La mia raccomandazione è che questo Consiglio possa essere più attento a situazioni che si presenteranno in futuro. L’ostruzionismo politico non giova a nessuno. Non facciamo i bambini. Cerchiamo di ponderare bene quello che diciamo.