RF: il “tavolo istituzionale” già declassato a “tavolo di confronto” se non addirittura “tavolone”.
Repubblica Futura ha evidenziato in più occasioni la confusione e la scarsa trasparenza di questa fase finale di legislatura.
Dinnanzi alle sempre più evidenti difficoltà, palesate da componenti dell’attuale maggioranza, nel portare a compimento alcune riforme strutturali che da tanto tempo attendono di essere realizzate e visto il clima di tensione e scontro continuo alimentato nel Paese, era necessario prendere atto della fine di un percorso politico e della legislatura.
Occorreva aprire una nuova fase, possibilmente basata su una condivisione più ampia, per finalmente affrontare in maniera incisiva materie come la riforma previdenziale, la riforma fiscale, il reperimento di risorse per il bilancio pubblico e le soluzioni strutturali per il sistema bancario.
Questo era un atto di realismo politico e di rispetto verso i cittadini sammarinesi.
Repubblica Futura riteneva altrettanto importante concludere questa fase finale della legislatura in maniera ordinata, mettendo in sicurezza alcune situazioni nell’interesse del Paese, come i rapporti con alcune Organizzazioni Internazionali da cui dipende la nostra reputazione internazionale e il bilancio di previsione per il 2020, per evitare lo spettro dell’esercizio provvisorio.
A nostro avviso il Governo doveva occuparsi di queste incombenze, certamente con il confronto necessario, per poi sciogliere il Consiglio Grande e Generale e attivare le procedure elettorali per votare a gennaio o febbraio, o comunque a primavera. Sarebbe stato-una scelta seria e responsabile.
Purtroppo, come è noto, questo non è stato possibile poiché si è voluto, fra dimissioni date, non date e poi date nuovamente con corollario di litigi notturni, correre verso le elezioni a prescindere.
Contestualmente si è varato il cosiddetto “tavolo istituzionale” da cui doveva scaturire la redazione del bilancio previsionale per il 2020 e gli indirizzi condivisi e vincolanti per il governo della prossima legislatura per quanto attiene alle grandi riforme strutturali.
Repubblica Futura ha sottoscritto e votato l’ordine del giorno che istituisce il “tavolo istituzionale” per senso di responsabilità, seppure assai scettica sulla prospettiva di presentarci all’agenzia di rating FITCH ed al F.M.I. senza un governo, approvare il bilancio di previsione senza un governo in carico in piena campagna elettorale e trovare le necessarie condivisioni su riforme impegnative per vincolare un nuovo Consiglio Grande e Generale e governo che ci sarò solo dopo le prossime elezioni.
Puntualmente, purtroppo, al “tavolo istituzionale”, attorno ad esso e nella seduta del Consiglio Grande e Generale di oggi in comma comunicazioni, sono presto fioccati i distinguo e le prese di distanza da certe finalità e da certi intendimenti dichiarati fino alla vigilia dello scioglimento del Consiglio Grande e Generale.
Stando a quanto affermato da diverse parti politiche e da associazioni di categoria e sindacati, a quel tavolo si potrà al massimo trovare l’intesa per un bilancio previsionale “tecnico”, minimale.
Per quanto poi riguarda le grandi riforme da più parti si è fatto presente che certi indirizzi, se verranno maturate a quel tavolo, non potranno comunque vincolare futuri governi o il Consiglio Grande e Generale che scaturirà dalle prossime elezioni.
Il cosiddetto “tavolo istituzionale” è quindi già stato declassato a “tavolo di confronto” o addirittura a “tavolone”.
Al massimo sembra che potrà varare un bilancio minimale e tecnico, cosa che avrebbe potuto fare molto meglio e con più credibilità il governo uscente, per poi lasciare alla futura nuova maggioranza gli aggiustamenti politici in sede di assestamento.
Repubblica Futura s’impegnerà a raggiungere almeno questo risultato per evitare di cadere nell’esercizio provvisorio di bilancio che sarebbe un colpo pesantissimo alla nostra credibilità di Paese.
Altro discorso, ancora più preoccupante, sono i tanti segnali di ritorno al passato ed a disegni di restaurazione, che si colgono già in diverse dichiarazioni e prese di posizione, talvolta espliciti, talvolta millantati, talvolta sotto voce, ma inquietanti per il futuro della Repubblica.
cs