CGG: Per l’opposizione l’ODG è inaccettabile e ribadisce che collaborerà solo dopo le dimissioni del Governo
CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 11-12-16-17-18 SETTEMBRE
– SEDUTA DI MARTEDI’ 17 SETTEMBRE –
Dopo l’elezione, nella seduta di ieri, dei Capitani Reggenti Luca Boschi (Civico 10) e Mariella Mularoni (Pdcs), in rappresentanza delle forze politiche di maggioranza e minoranza, il Consiglio grande e generale riprende dal Comma 4: il progetto di legge “III variazione al Bilancio di Previsione dello Stato, variazioni al Bilancio di Previsione degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2019 e modifiche alla Legge 24 dicembre 2018 n.173”, con annesso confronto sulle linee di indirizzo politico in materia finanziaria e di bilancio.
A prendere la parola è Giuseppe Maria Morganti, capogruppo di Ssd, che su indicazione della direzione del partito dà lettura di un ordine del giorno con il quale si chiede di “avviare al più presto l’iter della legge di bilancio di previsione per l’anno 2020 presentando un progetto tecnico quale base per elaborare una proposta frutto del confronto fra le parti” quindi “di convocare l’ufficio di Presidenza affinché il Consiglio grande e generale possa al più tardi il 14 ottobre approvare con i criteri del urgenza il bilancio di previsione pluriennale”.
Il segretario di Stato per le Finanze Eva Guidi invita a un ulteriore “sforzo” per approvare la variazione di bilancio, dopo il fallimento della richiesta di procedura d’urgenza, chiedendo ai Capitani Reggenti “di intervenire per riuscire a completare l’iter legislativo”. Mentre Monica Montemaggi di Civico 10, tra le ultime a intervenire in sede di replica questa mattina, ribadisce che “l’obiettivo è depositare un bilancio che possa rientrare nel decreto di scioglimento, capendo quale sia il percorso istituzionale. Sono pronta ad aggiungere le mie dimissioni, ma dobbiamo verificare la possibilità che ci sia questo iter istituzionale corretto per adempiere a tutti quei passaggi delicati che vanno compiuti”. Anche Repubblica futura sostiene l’odg, nella convinzione, sottolinea Roberto Giorgetti, che “il bilancio va fatto prima di aprire la campagna elettorale”.
Si dichiarano contrarie alla proposta contenuta nel documento le forze di opposizione, che, pur aprendo al confronto sul testo, in maniera compatta tornano a invocare le dimissioni della maggioranza e quindi la creazione di un tavolo istituzionale per traghettare il Paese verso nuove elezioni. Particolarmente duro il consigliere del Pdcs, Pasquale Valentini: “Dobbiamo smettere di voler sdoganare due anni e passa di governo, che per un anno e mezzo almeno è stato è stato un appalto a realtà esterne a questo Paese, con vicende tutt’ora al vaglio della magistratura”. Mentre per Roberto Ciavatta di Rete “tutto ciò che sta accadendo qua dentro sta diventando una barzelletta. Stiamo facendo ridere un Paese: noi abbiamo il dovere di far partire un tavolo istituzionale dove le forze saranno presenti solo se ci si presenterà da pari e quindi solo se preceduto dalle dimissioni”. Dello stesso avviso Alessandro Mancini del Partito socialista: “Noi non abbiamo dubbi: bisogna voltare pagina”.
Terminate le repliche i Capitani reggenti interrompono la seduta per avviare il confronto sull’odg presentato dal consigliere Morganti. I lavori riprenderanno alle 15
Di seguito un riassunto degli interventi
COMMA 4
Progetto di legge “III variazione al Bilancio di Previsione dello Stato, variazioni al Bilancio di Previsione degli Enti del Settore Pubblico Allargato per l’esercizio finanziario 2019 e modifiche alla Legge 24 dicembre 2018 n.173”
Giuseppe Maria Morganti (SSD): questi giorni sono particolarmente difficili perché la crisi che stiamo vivendo è una crisi complessa che deve trovare nelle forze politiche quella maturazione e quella unità di intenti che non sempre è facile raggiungere a causa purtroppo delle diffidenze che la politica spesso mette in atto. Ci tengo a sottolineare come il lavoro legato a questo assestamento sia stato un lavoro tutt’altro che banale. Vorrei portare all’attenzione del Consiglio quale livello di confronto e di mediazione si è dovuto raggiungere su tavoli complicatissimi come quello che ha gestito la più grave crisi del nostro sistema bancario, quello di banca CIS, determinando non solo condizioni di stabilità ma addirittura generando fiducia fra i risparmiatori e fra i cittadini. Noi siamo in una fase di ricostruzione del paese, un Paese che sta cambiando radicalmente, e questo cambiamento lo sta pagando sulla propria pelle. C’è un impegno solenne che questo Consiglio deve rispettare ed è quello di riconoscere ai fondi che vengono accantonati superiori al 5% della riserva lo stesso trattamento di quelli che vengono accantonati con le riserve fino al 5% Questo è un elemento centrale della discussione perché così facendo noi non solo apriamo a un ulteriore potenziamento patrimoniale delle banche, ma diamo oggettivamente alle banche la possibilità di respirare. Il nostro consiglio direttivo ha dato mandato alla al nostro gruppo consiliare di leggervi questo questa proposta di ordine del giorno e di aprire, se la Reggenza ce lo concederà, una fase di negoziazione. Con questo ordine del giorno si chiede al Congresso di Stato ad avviare al più presto l’iter della legge di bilancio di previsione per l’anno 2020 presentando un progetto tecnico quale base per elaborare una proposta frutto del confronto fra le parti impegno alle forze politiche. Si chiede all’Eccellentissimo Reggenza la possibilità di convocare l’ufficio di presidenza affinché il Consiglio Grande e Generale possa al più tardi il 14 ottobre approvare con i criteri del urgenza il bilancio di previsione pluriennale che indichi gli interventi sottoposti al confronto del tavolo istituzionale partecipato dalle rappresentanze economiche sociali e la base normativa del progetto Npl e quindi emanare il decreto di scioglimento che preveda la data dei comizi elettorali nella prima data utile. Ovviamente questo dispositivo prima di essere proposto è stato concordato con la Segreteria alle Finanze con l’impegno del Segretario delle Finanze di procedere secondo i tempi indicati da questo provvedimento Però come dicevo prima questa è una proposta che noi facciamo all’aula consiliare e la vogliamo mettere in discussione.
Eva Guidi, segretario di Stato per le Finanze: se c’è stata una richiesta di procedura d’urgenza non del tutto consuetudinaria, almeno per quello che riguarda un assestamento, i motivi fondamentalmente sono due. Il primo è perché la variazione contiene alcuni disposti che erano stati concordati ad un tavolo comune che si è tenuto il 28 agosto scorso con tutte quante le forze politiche e alla presenza di Banca Centrale e che faceva seguito a quello che era il percorso di risoluzione di banca Cis. Colgo l’occasione per fare presente che la scorsa settimana sono stati perfezionati gli accordi fra Bns e le banche cessionarie per cui è in corso in questo momento la migrazione dei depositi. La seconda motivazione che ritengo altrettanto importante è una motivazione legata al fatto che avremo la visita di organismi internazionali la prossima settimana: ci sarà Fitch e ci sarà anche la visita del Fondo Monetario Internazionale e sarebbe stato veramente molto positivo potersi presentare con un bilancio approvato da parte di tutto il Consiglio. Pertanto chiedo alle loro Eccellenze, nelle modalità che prevede il regolamento, se vi è la possibilità di poter completare l’iter di approvazione. Ritengo quindi che si possa provare a fare uno sforzo da parte di tutti per arrivare con questi documenti approvati prima della prossima settimana. Pertanto torno a chiedere gli Eccellentissimi Reggenti di intervenire per riuscire a completare l’iter legislativo relativo al progetto di legge sulla Terza variazione al bilancio di previsione.
Pasquale Valentini (Pdcs): faccio riferimento all’intervento del consigliere Morganti perché si è preso l’onere per tutta la maggioranza e per il Governo. Noi dobbiamo smettere di voler sdoganare due anni e passa di Governo, che per un anno e mezzo almeno è stato è stato un appalto a realtà esterne a questo Paese, con vicende tutt’ora al vaglio della magistratura. Siamo tutti d’accordo su cosa abbiamo visto ieri: la metà della maggioranza è mancata. Dovremmo ammettere che la politica in questo momento non è in grado di affrontare questa situazione e quindi bisogna passare ad un passaggio elettorale, dovremmo avere il coraggio di ammetterlo. Non si può fare un bilancio politico che indichi le linee di indirizzo del sistema bancario e del sistema economico, se non si ha il coraggio nemmeno di votare insieme una procedura d’urgenza su un bilancio di assestamento di quest’anno. A questo punto secondo me l’idea che entro l’anno si facciano le lezioni pensando che lo scioglimento possa venire dopo la metà di ottobre, è un assurdo. Io personalmente se devo accettare un ordine del giorno come quello che è stato presentato mi dichiaro già assolutamente contrario.
Matteo Ciacci (Civico 10): ringrazio il segretario di Stato per Finanze perché ha spiegato ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, come la procedura d’urgenza dell’assestamento di bilancio fosse decisamente importante. Io credo che il contenuto dell’ordine del giorno del collega Morganti sia del tutto condivisibile perché abbiamo praticamente avviato un percorso di crisi di governo. Il capogruppo Morganti fa la proposta di impegnare le forze politiche a riprendere con immediatezza i lavori del tavolo istituzionale che deve portarci alla produzione del prossimo bilancio perché vogliamo evitare tutti un esercizio provvisorio. Abbiamo detto anche conferenza stampa che stavamo lavorando ad un ordine del giorno che ci poteva portare alle elezioni entro l’anno, però dobbiamo impegnarci tutti per fare il bilancio e trovare le soluzioni migliori per l’ordine del giorno.
Teodoro Lonfernini (Pdcs): il tempo gioca un ruolo fondamentale. Se pensate che andare al prossimo 14 ottobre possa poi consentire in maniera ordinata di svolgere il lavoro che voi annunciate e una tornata elettorale entro il corso dell’anno, è la legge stessa che vi si rivolta sostanzialmente contro, perché dobbiamo rispettare delle tempistiche. Sono d’accordo con lei, consigliere Ciacci, quando parla di responsabilità, però ormai non siete d’accordo su nulla, non siete neanche più d’accordo sulla chiusura di questa legislatura. Rivolgetevi anche voi all’Eccellentissima Reggenza con le vostre dimissioni, rendiamo quelle dimissioni irrevocabili e facciamo in modo che si apra in maniera libera quel tavolo istituzionale che farà da ponte verso la nuova legislatura e andiamo ad una tornata elettorale che dovrà ridare forte legittimazione al Paese alle sue istituzioni. Fate una sola cosa: azzerate tutto consegnando le vostre dimissioni.
Roberto Ciavatta (Rete): nei prossimi mesi faremo le nostre valutazioni su chi abbia più o meno responsabilità, ma adesso dobbiamo pensare al Paese. Questo ordine del giorno è inaccettabile: si parla della necessità di riattivare il tavolo istituzionale con dimissioni a fine ottobre, ma questo è impossibile, perché al tavolo istituzionale le forze di opposizione non si siederanno finché non ci saranno le dimissioni. A quel tavolo noi vogliamo venirci da pari e credo che anche le forze sociali ed economiche vogliano venirci da pari. La politica può e forse deve portare delle priorità all’interno del tavolo, ma non può imporre delle priorità: sarebbe una farsa se ci trovassimo all’interno con delle decisioni già prese. Prima tutti abbiamo la responsabilità di cercare di risolvere i problemi del Paese, poi penseremo alla responsabilità. Tutto ciò che sta accadendo qua dentro sta diventando una barzelletta. Stiamo facendo ridere un Paese: noi abbiamo il dovere di far partire un tavolo istituzionale dove le forze saranno presenti solo se ci si presenterà da pari e quindi solo se preceduto dalle dimissioni.
Jader Tosi (Civico 10): per arrivare uniti a dare le risposte nei termini e nei modi corretti dobbiamo cercare di trovare la tempistica giusta. E’ chiaro che questa tempistica non può essere dilatata all’infinito perché è diventata una cosa inaccettabile quella di protrarre una crisi. Bisogna essere determinati nell’andare comunque a trovare la soluzione e arrivare anche a compiere quei passi che sono necessari per arrivare all’obiettivo: noi ci auguriamo che questo possa venire in tempi brevi.
Francesco Mussoni (Pdcs): noi abbiamo fatto delle battaglie in questa legislatura su temi molto precisi, su situazioni di gravità nel sistema bancario che saranno storia nei prossimi anni, quindi non è che votare assieme l’ordine del giorno e lavorare al tavolo istituzionale può significare condonare le responsabilità, che comunque ci sono. Alla luce di questa situazione, credo sia arrivato il momento di rassegnare le dimissioni. L’ordine del giorno per noi non è condivisibile: come ho detto, oggi bisogna tirare una linea sulla situazione che si è creata e chiudere questa legislatura: da quel momento si aprirà una collaborazione per mettere in sicurezza il Paese e per fare in modo che ci siano delle azioni che lo possano portare alle elezioni politiche.
Alessandro Mancini (Ps): noi non abbiamo dubbi: bisogna voltare pagina. Ho sentito in questi giorni di dibattito tante belle parole: un nuovo inizio, una nuova ripartenza, bisogna farlo tutti assieme, bisogna farlo col Paese e con le categorie economiche e con i sindacati: bene, siamo d’accordo, il tavolo istituzionale può essere una via d’uscita, può essere uno strumento per certi versi anche innovativo. Ma per noi del gruppo socialista quel tavolo non può partire se prima non è aperta a tutti gli effetti la crisi istituzionale. Quindi chiediamo chiarezza, chiediamo serietà, chiediamo le dimissioni immediate le dimissioni immediate.
Tony Margiotta (Gruppo Misto): non esistono più maggioranza e opposizione. Quindi è necessario aprire questa fase di crisi attraverso le dimissioni, attraverso lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale. E’ necessario creare quella condizione di credibilità nei confronti di coloro che siederanno al tavolo istituzionale, perché in questo momento questa maggioranza e questo Governo non ce l’hanno. Quindi è importantissimo che attraverso una fase di crisi e attraverso le dimissioni si apra questa nuova fase e soprattutto si vada verso una direzione di condivisione per un bilancio che debba mettere in sicurezza il Paese.
Iro Belluzzi (Psd): la maggioranza è come un bambino che incespica e camminato con difficoltà e non trova la modalità per cadere. Si deve imparare anche a cadere. Non è possibile arrogarsi il diritto di delineare quelle che saranno le traiettorie del futuro quando non si è stati in grado in due anni e mezzo di risolvere mezzo problema. L’unico percorso che può essere portato avanti da questa maggioranza è quello di presentare le dimissioni e dare il via a una fase che ci possa permettere di poter arrivare alle elezioni in tempi che abbiano un senso. Non è accettabile questo tentativo di procrastinare i tempi. Allora facciamo chiarezza, diamo la possibilità ai nostri cittadini di potersi esprimere, di giudicare quello che è stato l’operato del Governo.
Federico Pedini Amati (Mdsmi): è palese, questa legislatura è terminata. Ed è palese che da maggio in avanti ogni giorno era buono per la crisi. Di fronte a Fitch e al Fmi serve un Paese unito e si deve fare il bilancio di previsione. Su questo odg c’è la data del 14 ottobre, ma serve un’assunzione di responsabilità, che parte dal passato. E nel documento non viene fuori. Serve una tregua armata tra i poteri istituzionali. E una data certa per le elezioni. Non si può continuare a tenere in ostaggio il Paese. Noi al tavolo istituzionale ci sediamo, anche se i giochi li fanno i grandi partiti. Noi abbiamo subito questo percorso. Al tavolo ci dobbiamo essere tutti. Mdsmi non è con questa maggioranza, ma il bilancio va fatto. Ieri anche noi abbiamo dato le dimissioni, ma il bilancio lo deve fare la maggioranza.
Oscar Mina (Pdcs): oggi le aspettative erano altre. Invece il collega Morganti dice di non volere generare un rischio istituzionale. Ma è stato fatto ieri non votando la procedura d’urgenza. Tentate un prolungamento di un passaggio elettorale, ma andate avanti a spizzichi e bocconi. A cosa giova? È un atto di irresponsabilità. Mi aspetto che formalizziate le dimissioni e sciogliamo il Consiglio.
Gian Carlo Venturini (Pdcs): serve chiarezza istituzionale, altrimenti non siamo credibili. La parola va data ai cittadini quanto prima. Tutta l’opposizione ha espresso chiaramente che ha cuore le sorti del Paese e serve una fase di responsabilità e pacificazione sociale. Ma serve anche aprire il tavolo di confronto sul bilancio una volta fatta chiarezza istituzionale. Solo dopo una nuova fase politica che porta alle elezioni al più presto possibile ci siederemo. Non si deve solo guardare alle responsabilità del passato, ci saranno altri sedi, oggi si deve evidenziare che ci sono state forze politiche con senso di responsabilità. Non possiamo accettare questa bozza di proposta di odg, fa cadere a priori la possibilità di attivare il tavolo. Se si può modificarlo, si può approvarne uno condiviso tra le forze politiche per poi aprire la crisi politica con le dimissioni dei consiglieri di maggioranza per raggiungere il numero minimo di 30. Altrimenti fatevi da solo il bilancio.
Roberto Giorgetti (Rf): è evidente che sugli ultimi due anni e mezzo e sugli anni precedenti non c’è visione comune. Qualcuno esprime il timore della restaurazione, ma non è oggi il momento di elaborare le colpe, è il momento delle responsabilità. Non si tratta di allungare artificiosamente la legislatura, ma garantire alcuni passaggi. Il bilancio va fatto prima di aprire la campagna elettorale. Comunque non può essere che un bilancio tecnico, sarà il prossimo governo a farsi carico di tradurre certi obiettivi politici. Il tavolo istituzionale è proiettato in avanti e sederci da uguali non ha senso. Si devono mettere insieme le condivisioni per chi governerà. Si impostano le premesse per costruire governo e maggioranza della prossima legislatura, ha poca attinenza con il bilancio. L’odg si inserisce in questo percorso.
Roberto Joseph Carlini (Ssd): non si tratta di allungare la legislatura, ma per ordine formale. Un Consiglio dimissionario che approva il bilancio previsione non è un passaggio istituzionale corretto. La maggioranza chiede impegno a tutte le forze politiche per il bilancio e per scongiurare l’esercizio provvisorio. Cerchiamo di capire che ci sono situazioni formali, ma c’è già la volontà di andare a breve alle elezioni.
Massimo Andrea Ugolini (Pdcs): non è neanche opportuno approvare un bilancio che lascia delle scelte per qualcun’altro. Nel 2016 Alleanza popolare, oggi Repubblica futura, ha aperto la crisi e non si sono posti problemi sul bilancio. Se si vuole seguire l’ordine istituzionale, la conditio sine qua non sono le dimissioni. Dopo siamo pronti ad aprire il tavolo istituzionale. Guardiamo avanti per il futuro del Paese, ma serve chiarezza.
Giuseppe Maria Morganti (Ssd): mi spiace ci siano consiglieri che ancora hanno voglia di alzare la voce e insultare. Il problema serio è come affrontare questa fase. Tutti siamo d’accordo che la legislatura è finita e il percorso è stato molto difficile. Ognuno si assume responsabilità molto grosse e mi spiace per le parole del collega Valentini. Così come ho tutto l’autorevolezza di portare qui le posizioni del mio partito. Dobbiamo mettere in sicurezza il bilancio dello Stato e non so se possa essere approvato in regime di ordinaria amministrazione. Da qui la proposta, che non è delatoria: c’è la data delle elezioni, Dimissioni anche oggi, ma operative da quando tutto quanto è necessario per lo Stato è stato fatto.
Gian Matteo Zeppa (Rete): la cittadinanza ha ben chiaro cosa sta accadendo in Aula. La legislatura è finita? Servono delle dimissioni. Leggendo l’odg si lega il bilancio, il salvataggio dello Stato, alla questione del tavolo istituzionale. Ma Morganti ha detto che ci si deve andare da pari. Per cui si deve sciogliere il Consiglio. Non c’è da tirare una volata, non siamo nelle condizioni socioeconomiche per vincere le elezioni. Rete di passi avanti ne ha fatti parecchi per venire incontro alle esigenze del salvataggio del Paese. L’odg è ondivago, se è una proposta andiamo a discuterla. Ma il disposto è in antitesi con quanto detto in Aula. Si devono rassegnare le dimissioni, oggi dobbiamo staccare il cordone. Altrimenti non si fa il bene del Paese.
Stefano Canti (Pdcs): anche la Democrazia cristiana come la direzione di Ssd è stata chiara. Se la legislatura è finita, prendiamone atto tutti con le dimissioni. Quando sarà formalizzata la fine della legislatura si potrà tornare a essere disponibili a sedersi a un tavolo comune per la legge di bilancio, un ambito di un nuovo metodo di condivisione, ma solo con le elezioni. Dopo le dimissioni si aprono tutti i ragionamenti, non si può proporre un odg per un tavolo istituzionale senza prendere atto che la legislatura è finita.
Elena Tonnini (Rete): l’odg non è accettabile, non si può procedere con un bilancio condiviso con questa maggioranza e questo governo. Questa maggioranza ha dimostrato di non essere capace di portare avanti nulla, sono evidenti le pressioni tra i partiti che la compongono. In questa situazione si vuole fare il bilancio? Se non si ufficializza la crisi non si può farlo, il confronto al tavolo non sarebbe reale, sarebbe una presa d’atto di decisioni prese altrove. Si annulla il confronto. È necessario un passaggio di chiarezza. Sciogliere il Consiglio grande e generale e ripartire tutti quanti alla pari. Con il tavolo per il bilancio in un clima di confronto. Sostenere che non si può affrontare un bilancio in campagna elettorale è un falso problema, un mezzo per dare respiro a una maggioranza che non ce la fa più. Le premesse dell’odg con il dispositivo finale sono svilite, c’è una contraddizione in termini.
Marica Montemaggi (C10): nell’odg ci sono tutti gli elementi per mettere in sicurezza il bilancio dello Stato. Dobbiamo evitare l’esercizio provvisorio e siamo disponibili ad andare subito al voto. E l’odg lo dice. C’è una data delle elezioni da definire, c’è già uno scioglimento del Consiglio grande e generale. L’obiettivo è depositare un bilancio che possa rientrare nel decreto di scioglimento, capendo quale sia il percorso istituzionale. Sono pronta ad aggiungere le mie dimissioni, ma dobbiamo verificare la possibilità che ci sia questo iter istituzionale corretto per adempiere a tutti quei passaggi delicati che vanno compiuti. Dimissioni seduta stante? Ragioniamoci, se si riesce a inserire tutto ciò che è utile.
Marianna Bucci (Rete): la legislatura finisce quando tre consiglieri di maggioranza rassegnano le dimissioni. Altrimenti il congresso di Stato può fare tutto ciò che vuole. Per un bilancio condiviso l’unico modo è presentarsi al tavolo in maniera paritaria, con le dimissioni che lo procedono. Ci vuole coraggio e umiltà per sedersi a quel tavolo in maniera paritaria, ma permetterà a tutte le forze politiche e categorie di avere per la prima volta un momento di unità privo di pressioni politiche. Dimissioni subito e partecipazione al tavolo in maniera paritaria è la nostra proposta.
Report Agenzia DIRE