Politica

Segreteria Esteri: quando la chiarezza non basta

Giochi del Titano

Non possiamo ancora una volta esimerci dal commentare il comunicato di Domani Motus Liberi, constatando con amarezza di dover sostanzialmente continuare a ripetere le stesse cose.

Innanzitutto, con l’Accordo di associazione, le cui negoziazioni sono cominciate ufficialmente nel 2015, nessun cittadino si troverebbe “suo malgrado” ad aver avviato un processo di adesione all’Unione europea. È la stessa Unione europea, peraltro, che non vede come soluzione auspicabile una piena adesione dei piccoli Stati nel suo sistema, come si può evincere anche nella Comunicazione della Commissione sulle relazioni dell’Unione europea con San Marino, Monaco e Andorra, disponibile, ripetiamo, sul sito web della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri.

Inoltre, la differenza tra adesione e associazione è stata più volte sottolineata durante gli incontri pubblici nei Castelli, in primis il fatto che con l’associazione si rimane Stati terzi e non sono previsti pagamenti annuali come invece accade per l’adesione.

Nel proprio comunicato, Domani Motus Liberi, che comunque ringraziamo perché ci incoraggia nella continuazione delle operazioni di informazione della cittadinanza, sostiene che “un conto è recepire specifiche e singole normative, altro è assoggettare automaticamente la Repubblica a tutti gli obblighi della legislazione europea (sic!)”: peccato che sia stato spiegato, innumerevoli volte, che la differenza fondamentale tra adesione e associazione è proprio che con quest’ultima San Marino sarà soggetta agli obblighi derivanti dalla legislazione europea solo in parte e con modalità particolari.

Il recepimento dell’acquis, infatti, sarebbe modulato in base alle esigenze della Repubblica e alle sue caratteristiche geografiche, economiche e territoriali. Ricordiamo che i funzionari dell’Unione europea sono venuti più volte in territorio al fine di poter comprendere meglio le sue peculiarità (dati sulla disoccupazione, terreno edificabile ecc.) in modo da poter ideare in sede di negoziazione un quadro normativo il più su misura possibile, che sicuramente non cambi in peggio la situazione dei sammarinesi. Si tratterebbe fra l’altro di criteri che non sarebbero fissi nel tempo ma rinegoziabili qualora si presentasse una nuova problematica contraria al benessere dei cittadini.

Tale adattamento normativo permetterebbe di correggere situazioni di difficoltà oggettiva già riscontrate da tempo in Repubblica, che l’Accordo di Cooperazione e Unione Doganale del 1991 non prevedeva e che, comunque, dopo le dovute valutazioni, ha dimostrato di non poter risolvere. Per quanto riguarda “il raggiungimento di un Accordo di collaborazione strategica con la vicina Italia”, ricordiamo che l’Italia è il primo Paese sostenitore di questo Accordo di associazione, alla luce del quale si stanno modificando insieme alcuni punti della Convenzione di amicizia e buon vicinato del 1939.

Per concludere, ripetiamo ancora una volta che se un giorno la cittadinanza si sentisse pronta per un’adesione all’Unione europea il quesito sarà senza dubbio oggetto di consultazione referendaria, così come la popolazione sarà senza dubbio chiamata ad esprimersi anche sull’Accordo di associazione.

Paventare un’aurea di segretezza nelle negoziazioni dell’Accordo significa non aver capito innanzitutto la diplomazia e, secondo, che il punto fondamentale per cui non ci si pronuncia su certi punti è perché o ancora non sono stati trattati (e quindi divulgandoli si inficerebbe il buon esito del negoziato stesso) oppure si rischierebbe per forza di cose di svelare le posizioni delle altre Parti, Unione europea in primis, creando problematiche di non piccole proporzioni.

Invitiamo quindi ancora una volta le forze politiche a informarsi approfonditamente, tramite l’ampia gamma di materiali disponibili sul sito della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, sulla vera natura di questo Accordo prima di spargere allarmismi infruttuosi che non fanno bene a nessuno, tantomeno alla Repubblica. Rinnoviamo altresì l’invito a qualsiasi confronto onesto, perché è solo grazie ad esso che potremo definire il futuro comune del Paese, cosa di cui ora abbiamo estrema necessità a prescindere dalle posizioni politiche.

Ricordiamo inoltre che il Dipartimento Affari Esteri, nello specifico la Direzione Affari Europei, saranno lieti di fornire ulteriori elementi tecnici e metodologici al fine di una maggiore comprensione del processo di integrazione al mercato unico europeo.

Ufficio Stampa Esteri