Partito socialista dopo elezioni europee: i cittadini vanno chiamati alle urne sull’Europa
Dal voto di ieri è uscita una Europa frammentata: il sistema politico che ha dettato le regole negli scorsi decenni è stato scosso. Le forze populiste non hanno sfondato ma hanno guadagnato posizioni, d’ora in poi faranno sentire la loro voce nelle scelte della UE e in alcuni momenti potranno persino essere in grado di frenare o bloccare decisioni importanti. Un esito rilevante, però, è la crisi delle due grandi famiglie politiche, i Popolari e i Socialisti, che hanno dominato il panorama negli scorsi decenni. In questa tornata elettorale è difficile individuare un trend europeo, ma ci sono evoluzioni o rivoluzioni di carattere nazionale. La Repubblica di San Marino ha avuto la possibilità di osservare la campagna elettorale così come, nelle prossime settimane, dovrà valutare quanto si definirà dal punto di vista dei nuovi assetti UE. Il Partito Socialista ritiene che, al netto delle solitarie iniziative di carattere governativo, quelle di scarso confronto consiliare o di coinvolgimento pubblico, sia arrivato il momento di rovesciare drasticamente l’approccio finora adottato. Prima di siglare atti, di carattere stringente per la Repubblica, occorre rendere direttamente protagonisti i sammarinesi – tramite la convocazione di un referendum – per farli decidere realmente sul loro futuro rapporto con l’UE. Occorre aprire un vero dibattito in cui chiamare allo scoperto tutte le componenti politiche, sociali ed economiche rispetto ad una intesa che resta ancora troppo generalista e indefinita nei punti sostanziali. Nei prossimi giorni il Partito Socialista elaborerà una proposta in tal senso con l’obiettivo di creare un fronte ampio e partecipato rispetto ad una scelta che non può essere ne rimanere una prerogativa di pochi.