Politica

“Come percorrere la faticosa via del dissenso”

Il primo maggio è un’occasione per riflettere sul concetto di conflitto di classe, e favorire il ritorno ad una contrapposizione simbolica, nella consapevolezza che unicamente la cultura può essere lo strumento utile ad una lotta di natura intellettuale.
È bene, quindi, restituire alle cose il loro nome e tornare a riappropriarci del lessico di cui siamo stati defraudati: imperialismo capitalistico in vece di globalizzazione, sfruttamento deregolamentato del lavoro in luogo di flessibilità, concorrenza meschina tra lavoratori piuttosto che disoccupazione fisiologica.
Guardando alla vicina Italia, per esempio, troviamo esponenti come l’On. Marattin – il “nuovo che avanza” nel PD – che parlando di Rei (reddito di inclusione ndr), introdotto dallo scorso governo, se ne esce dicendo: “si trattava di una misura entrata in vigore nel 2018 per uno stock di poveri del 2017”. Uno stock di poveri. Forse sarebbe il caso di comprare uno “stock” di libri sulla storia della sinistra, magari una collana, per essere attrezzati prima delle prossime elezioni europee.
Una “piccola” dichiarazione tra tante per comprendere la distanza siderale raggiunta tra la gente comune e la c.d. new-left, che non è più sinistra; agogna e aspira ad essere centro, ma non lo è, non ci arriva, non è nemmeno quello: è una brutta copia di ambedue le aree, perché combatte battaglie estranee sia alla sinistra sia al centro. È una sinistra neo-liberista. È un abominio.
È di vitale importanza dunque non farsi imprigionare dal ricatto permanente del pensiero unico, ma percorrere la difficile via del dissenso come arte del pensare altrimenti. Non è facile, ad ogni modo serve provarci; gli strumenti ci sono stati forniti.
È indispensabile metabolizzare la situazione esistente dal punto di vista degli sconfitti, i lavoratori, guardando dal basso quelle che oggi ci sembrano cose talmente scontate da non accorgerci che sono venute meno. Diritti sociali, diritto al lavoro, eguaglianza sostanziale, patria, comunità, solidarietà: sono questi alcuni dei concetti che devono rappresentare il terreno di conquista per una rinnovata lotta di classe.
Dobbiamo essere capaci di offrire e di restituire ai lavoratori una nuova visione di sinistra, la sua versione originale; non serve andare indietro cent’anni, non serve cambiare millennio, basta fermarsi prima.
Buon primo maggio.

Movimento Ideali Socialisti