La Tonnini condannata per la “vicenda Rosa” ma farà ricorso
San Marino. Nella giornata di oggi il Consigliere Elena Tonnini è stato raggiunto da decreto di condanna a firma del commissario della legge Alberto Buriani.
La condanna alla multa di €800 è seguita a denuncia del dott. Andrea Rosa, membro del C.d.A. di Cassa di Risparmio, che si è ritenuto diffamato da alcune osservazioni svolte dal Consigliere Tonnini durante una serata pubblica di maggio 2018.
Un paio di giorni dopo la serata incriminata, la stessa Tonnini aveva inviato ai giornali una nota di scuse per l’inesattezza del riferimento incriminato (pochi secondi su due ore di serata pubblica), manifestando di per sé la non volontà di diffamare.
La chat denominata “Titans”, con cui i membri di maggioranza del CdA di Cassa in carica per pochi mesi nel 2017 comunicavano su Whatsapp, può essere certamente uno strumento di coordinamento tra membri di un CdA, ma altrettanto certamente non è uno strumento “ordinario”, né è ordinario che tali comunicazioni potenzialmente riservate siano state comunicate a Francesco Confuorti: anche questo è un fatto. Dall’irritualità di tale modalità di comunicazione nascono incomprensioni ed equivoci sintomatici.
Francesco Confuorti, dunque, pur da esterno aveva accesso alle informazioni trattate nella chat denominata “Titans”. Era impossibile sapere allora se ciò accadesse in chiaro o alle spalle dei membri di tale irrituale chat.
E Confuorti è una figura talmente ingombrante e scomoda che giustamente anche il dott. Rosa vuole ad ogni costo prenderne le distanze. Su questo, ci par di dire, siamo dalla stessa parte della barricata.
All’epoca, appena uscita l’ordinanza “Caso Titoli” del Commissario della Legge Morsiani che sbatteva in faccia al paese queste infiltrazioni di un potere esterno nei gangli della nostra riservatezza bancaria, Elena Tonnini come Consigliere non solo aveva il diritto, ma addirittura il dovere di commentare, denunciare, criticare, allertare! Per averlo fatto in Consiglio lo stesso Francesco Confuorti pochi mesi prima l’ha denunciata presso il tribunale lussemburghese. In questo caso il paese ha rinunciato a difendere lei in quanto parlamentare della Repubblica. È per noi un orgoglio aiutare Elena, seppur col solo aiuto economico della nostra coalizione, a difendere non sé stessa ma la libertà di espressione politica nel parlamento sammarinese persino presso uno Stato terzo di cui non conosciamo la giurisdizione.
Tornando al caso specifico della serata pubblica, Elena Tonnini stessa ha riconosciuto di aver usato termini sbagliati, ma ha anche palesato la sua assoluta buona fede prendendo la penna e scusandosi pubblicamente per quella sbavatura: pochi politici sono così onesti da prendersi la briga di farlo.
Ma evidentemente non bastava riconoscere l’errore.
E ben venga, ce ne facciamo carico come sempre.
Strano tuttavia che la notizia del decreto di condanna di Elena Tonnini sia subito divenuta di dominio pubblico: appena gli avvocati hanno ricevuto la comunicazione, già i giornalisti li chiamavano per conoscere i dettagli.
Non ricordiamo che identico decreto di condanna penale emesso solo poche settimane fa nei confronti dello stesso giudice Alberto Buriani abbia avuto la stessa eco mediatica.
Verrebbe da chiedersi chi abbia divulgato la notizia, circoscritta a giudici e avvocati, ma entreremmo in un tipo di ragionamento che condurrebbe a temere ci siano condizionamenti politici e volontà afflittive in quanto avvenuto, dunque non andiamo oltre.
Ovviamente faremo opposizione al decreto, di modo che un giudice dibattimentale possa serenamente valutare l’accaduto tenendo conto della buona fede di chi, umanamente, può anche sbagliare, e in tal caso si scusa pubblicamente.
A meno che non si voglia stabilire che anche i politici debbano avere tribunali speciali, essendo emerso recentemente – proprio in merito al decreto di condanna penale emesso nei confronti del giudice Alberto Buriani- che un giudice (essendo “un po’ più uguale degli altri”, come direbbe Orwell) non può essere giudicato dal tribunale unico.
Movimento RETE – Movimento Democratico San Marino Insieme