DIM, sulla ZTE il Segretario non convince
San Marino. Il Segretario Zafferani replica al nostro comunicato sulle telecomunicazioni: lo ringraziamo, anche se dedica tre quarti dello spazio a sponsorizzare ZTE anziché rispondere alle nostre domande. Riteniamo molto grave che la scelta di quello che viene definito “non solo un fornitore ma un vero e proprio partner tecnologico” sia stata effettuata in maniera discrezionale, senza un bando, senza una procedura trasparente che chiarisca – carte alla mano – come si sia giunti alla scelta della ZTE quale partner per la costruzione della rete mobile. Proprio in virtù dell’importante ruolo strategico che andrà a ricoprire questa azienda nel nostro paese e in virtù delle considerevoli cifre che ruotano attorno al progetto, questi passaggi non possono essere dati per scontati.
Al contrario già delle prime settimane di vita della Public Netco abbiamo assistito al sommarsi di una serie di opacità che destano preoccupazione: oltre a non essere ancora stati pubblicati i verbali delle sedute del CdA (che abbiamo richiesto tramite interpellanza) nonostante la pubblicazione sia prevista per Statuto, ci risulta che nelle prime sedute di dicembre 2018, in assenza dei membri dell’opposizione che sarebbero stati formalizzati a breve, sia stato deliberato di stipulare con ZTE un cospicuo investimento senza alcun preventivo dettagliato e addirittura senza le opportune coperture economiche. Un ordine che impegna l’AASS a sborsare svariati milioni di euro nel caso venga firmato un accordo con un operatore di telecomunicazioni estero, senza sapere cosa comprenda e come sia stata stimata quella cifra. Non è chiaro come siano state portate avanti le trattative, sia con ZTE sia con questo operatore di telecomunicazioni; non è chiaro come sia possibile stipulare un accordo con operatori di telecomunicazioni quando non abbiamo ancora la rete di telefonia mobile; non è chiaro quale ruolo e autonomia abbia avuto, rispetto ai negoziati, il consulente Jaume Salvat Font (costato 50.000 euro allo Stato nel 2018).
Le nostre preoccupazioni affondano le radici anche nelle valutazioni svolte, appena un mese fa, dalla Commissione Controllo Finanza Pubblica che ha rilevato come: “…la politica di rigore attuata nella PA in senso stretto non ha trovato riscontro negli Enti, i quali talvolta fungono per i minori vincoli di governo, da finanziatori per attività volute dal Congresso di Stato”. L’impressione è che anche questo nuovo ente, la Public Netco partecipata al 100% da AASS, stia diventando l’ennesimo contenitore usato dal governo per bypassare i vincoli che invece sono imposti alla PA, come quello relativo ai bandi pubblici ad esempio.
RETE e MDSI hanno sempre supportato e difeso il progetto di AASS della rete FTTH (fibra fino a casa) che ormai supera il 50 % di realizzazione e, con la medesima convinzione, sosteniamo la necessità di un progetto per la rete di telefonia mobile. Ma occorre la massima trasparenza in tutti i passaggi, visto che le cifre che si vanno ad impegnare sono ragguardevoli e che il settore delle telecomunicazioni oltre ad essere strategico è delicatissimo, perché tocca la sfera della sovranità, della privacy, il territorio e l’economia. Non vorremmo che al monopolio esistente si sostituisca un altro monopolio ma che, una volta tanto, si agisca nell’interesse della collettività.
Movimento RETE – Movimento Democratico San Marino Insieme