Riforma IGR: lo scontro politico si riaccende sull’aumento delle tasse
San Marino. Nell’ultima rubrica di “Palazzo Pubblico” trasmessa da RTV e dedicata ai lavori del Consiglio, si è parlato di Riforma IGR. Come si può immaginare, l’argomento diventa subito caldo, soprattutto nel bel mezzo di una stagione che vede avanzare la patrimoniale, la sanatoria edilizia, l’aumento delle percentuali di anticipo sulle tasse e altri balzelli, che andranno a penalizzare non poco famiglie e imprese. Ed ecco che si apre un nuovo fronte di scontro politico. L’opposizione boccia la proposta e non lo manda a dire. Alessandro Mancini grida al disastro. “È la fotografia dell’incapacità del Governo e dell’assenza di lungimiranza. È solo la necessità di racimolare qualche spicciolo a discapito del calo dei consumi interni, delle famiglie e di chi stringe la cinghia per rimanere in questo paese. Pensate di attrarre investimenti con questi messaggi?”. L’opposizione fa fronte comune per una minor pressione fiscale. Dalibor Riccardi propone l’abbassamento di un punto percentuale e l’aumento del personale per la verifica della certificazione dei ricavi. “Lo Stato ha bisogno di fare cassa” gli risponde Luca Boschi. “Non ci fa affatto piacere agire sulle tasche dei cittadini – gli fa eco Eva Guidi – lo si fa per necessità salvaguardando i servizi essenziali”. La maggioranza tiene la barra dritta su pareggio di bilancio e lotta all’evasione. “Non si può pensare a nessuna politica di sviluppo – afferma Boschi – se prima non si mette a salvaguardia il sistema. C’è un disavanzo di 50 milioni che va recuperato. Fare cassa e maggior equità vanno accompagnati alla lotta a chi evade le tasse”. Nelle quattro pagine del documento di indirizzo si parla del rafforzamento di controlli e sanzioni con il coinvolgimento del nucleo antifrode e verifiche della polizia civile sull’utilizzo negli esercizi commerciali della San Marino Card. Si interviene poi sulle aliquote in maniera progressiva spostando il carico sui redditi medio-alti. Si ragiona su più ipotesi, ciascuna accompagnata dalle relative entrate. Per un reddito dai 18.000 ai 28.000 euro, ad esempio, si sta valutando se prevedere uno o due punti percentuali in più. A cascata gli interventi sulle altre fasce di reddito passando, per quelli più alti, dall’attuale 35 ad un massimo del 40%. Lo Stato prevede così di incassare almeno cinque milioni in più. E ancora: uniformazione della quota di abbattimento sui redditi da pensione a quella attualmente prevista per i redditi da lavoro dipendente; revisione dell’abbattimento forfettario del 7% e della no tax area per i contribuenti non residenti. Con lo scopo di allargare la base imponibile dei redditi delle persone giuridiche, si guarda al riordino del sistema delle deduzioni. Riguarderà, ad esempio, l’acquisto di mezzi di trasporto, apparecchiature e servizi di comunicazioni elettronica, spese vitto e alloggio per trasferte dei dipendenti. Su tutto, la premessa che servono maggiori entrate per mantenere l’impegno di non riproporre imposte straordinarie come la patrimoniale. Si vuole emanare il decreto entro il 31 dicembre.