Politica

Presentati i referendum su: servizi, legge elettorale, crediti di imposta

San Marino. Li avevano annunciati nei giorni scorsi e oggi li hanno presentati ufficialmente. Tre referendum su altrettanti temi caldi del dibattito politico: legge elettorale, crediti d’imposta, servizi. Tempi record per la redazione dei testi e per la raccolta firme grazie alla creazione di comitati paritetici tra tutte le formazioni di opposizione. In conferenza stampa, oggi, i rappresentanti di ciascun partito, hanno chiarito contenuti e obiettivi.

“Non vogliamo mettere in discussione l’impianto della legge elettorale – precisa il legale rappresentante del quesito Luca Beccari – ma correggerne le distorsioni per valorizzare al massimo la rappresentatività”. Si concede al vincitore del primo turno di cercare un accordo per formare la maggioranza. In caso di fallimento la possibilità passa a chi è arrivato secondo. “Con il solo premio di maggioranza – spiega Beccari – non verrebbero drenati ulteriori seggi rispetto al primo turno”. Il ricorso al ballottaggio, quindi, come extrema ratio.
Il secondo quesito tocca un tema già oggetto di scontro fuori e dentro l’Aula: la conversione il credito d’imposta in titoli di debito pubblico. “Il meccanismo è fuori controllo – commenta Emanuele Santi – si parla di cifre intorno ai 200 milioni di euro. Non mettiamo in discussione lo strumento ma vogliamo impedirne la conversione in titoli di debito che significherebbe uscite istantanee per lo Stato”.
Infine Andrea Belluzzi a nome di Psd e Ps presenta il referendum sull’Azienda dei Servizi, affinché proprietà e gestione delle reti rimangano pubbliche, comprese le telecomunicazioni su cui – dice – sta per chiudersi un grosso investimento. “Una garanzia per i cittadini. La nostra sovranità – afferma – la esercitiamo se garantiamo controllo e gestione di infrastrutture primarie”.
Tra una quarantina di giorni il Collegio Garante si esprimerà. In caso siano dichiarati ammissibili, la raccolta firme dovrà avvenire in tre mesi. Si ipotizza quindi il voto tra marzo e aprile. Considerando la vicinanza con l’elezione delle giunte, c’è chi già pensa all’election day. Ma, forse, l’obiettivo più importante è proprio quello di dare la parola ai cittadini. Se i referendum otterranno il placet del Collegio Garante, l’unica maniera per fermarli sono le elezioni politiche.