Adesso.sm su AASS: dov’è il pericolo?
San Marino. AASS è un’azienda autonoma di proprietà dello Stato. AASS rimarrà un’azienda autonoma di proprietà dello Stato. I servizi erogati da AASS, servizi essenziali per cittadini ed imprese, rimarranno servizi erogati dallo Stato. Non basta.
Ad AASS, quindi allo Stato, la maggioranza e il governo di Adesso.sm hanno deciso di attribuire anche la gestione dell’infrastruttura integrata di telecomunicazioni – il sistema formato da fibra ottica, pali e antenne che si sta realizzando – ma anche il progetto eWay per l’installazione di colonnine di ricarica per auto e bici elettriche, come peraltro promesso in campagna elettorale.
Alla luce di tutto questo, delle affermazioni più volte fatte in questi primi venti mesi di legislatura sia dal Segretario Podeschi che da esponenti di maggioranza, risulta a dir poco incomprensibile l’insistenza con cui gruppi di opposizione continuano a promuovere uscite mediatiche che puntano ad allarmare la popolazione su fantomatici tentativi di privatizzazione dell’Azienda dei Servizi.
Ai limiti della follia politica, poi, l’annuncio fatto prima da Rete e poi – inseguendo – dai fidi socialisti uniti di PS e PSD di voler promuovere un referendum per “difendere” AASS dal pericolo creato – udite udite – dal fatto che il nuovo direttore Raoul Chiaruzzi, scelto tramite bando pubblico, in precedenza lavorava per HERA, azienda multiutility italiana.
E’ più che evidente il fatto che la politica dell’opposizione sammarinese, o di buona parte di essa, è diventata una gara a chi la spara più grossa al fine di insinuare dubbi, allarmi, paure fra i cittadini, proprio in un momento in cui le difficoltà enormi che stiamo vivendo dovrebbero portarci a unire le forze per trovare la soluzione migliore per far uscire il Paese definitivamente dalla crisi.
Ci chiediamo, tra l’altro, che tipo di referendum intenda promuovere questa parte di opposizione, dal momento che non vi è alcuna legge di privatizzazione da abolire – e dunque non potrebbe trattarsi di un referendum abrogativo – e tantomeno vi è qualcosa da proporre, in quanto la legge sull’AASS dispone già la proprietà pubblica e, dunque, nemmeno un referendum propositivo avrebbe ragione di esistere.
O forse si tratterebbe solo di uno specchietto per le allodole, al fine di cercare consensi per altri referendum più “difficili” come quello per la “restaurazione” che riporterebbe la legge elettorale indietro di dieci anni ai tempi della vecchia politica?
Resta chiaro che se gli annunci si tradurranno in fatti e l’opposizione riterrà davvero di dover promuovere un referendum inutile su AASS (con i relativi costi di realizzazione), nonostante tutto il panorama politico sia palesemente d’accordo sul fatto che l’Azienda dei Servizi debba rimanere pubblica e il governo e la maggioranza abbiano già dimostrato con i fatti di voler addirittura implementarne le attività, la maggioranza si schiererà ovviamente dalla parte di coloro che voteranno a favore del mantenimento di AASS come azienda pubblica.
Sarà decisamente ironico trovarci a dover discutere nelle tribune referendarie contro una sedia vuota.
Adesso.sm