Adesso.sm: la storia infinita di Fondiss
San Marino. Nonostante i chiarimenti più volte forniti, ma soprattutto dopo che dal 1° luglio scorso il totale dei depositi di FONDISS è ritornato nella piena disponibilità del Comitato Gestore essendo scaduto il deposito presso Banca Centrale e dopo che l’intero ammontare delle somme è stato spostato su 3 istituti bancari della Repubblica, dimostrando quanto fossero infondate le accuse di utilizzo dei fondi pensione dei lavoratori, Democrazia in Movimento insiste a raccontare falsità sulla questione dei titoli Demeter.
Il castello di accuse, peraltro già smentite nei fatti una ad una, è sempre il solito, ovvero l’acquisto dei titoli da parte della Banca Centrale con la compiacenza del Governo attraverso il ricorso al Decreto 79 – perché per DIM l’importante è attribuire responsabilità politiche di ogni sorta a questa maggioranza, inventandosi inesistenti connivenze e creando allarmismo presso i lavoratori, e non tutelare realmente le loro risorse.
Pensiamo che, con tutti i problemi da risolvere e le importanti riforme da affrontare in questo momento per tutelare il futuro di tutti noi, stabilire la data operazione o la data valuta sia uno degli ultimi problemi dei sammarinesi, considerando che i vertici di Banca Centrale che hanno proceduto all’acquisto dei titoli – sui quali ci sono indagini della magistratura in corso – sono stati allontanati, mentre i fondi dei lavoratori, lo ribadiamo, sono integri e nella piena disponibilità del Comitato Gestore.
Il famoso Decreto Legge 79 del 10 luglio 2017 che, tra le altre cose, introduceva all’articolo 5 la possibilità per la Banca Centrale di gestire direttamente le somme depositate presso di essa esclusivamente per “accendere depositi presso banche sammarinesi”, al fine di fronteggiare eventuali deficit di liquidità, altro non era che la traduzione in legge di un accordo intercorso tra Banca Centrale e il comitato gestore di FONDISS.
Dopo l’emissione del Decreto, a seguito di un successivo accordo tra Governo e CSU, il Governo ha ritirato il Decreto 79 riproponendone un altro, il Decreto 87, uguale ma senza la specifica dell’articolo 5 che attribuiva la gestione diretta da parte di BCSM.
Quando si parla di una “finestra” di 11 giorni per consentire la “operazione titoli”, quindi, si racconta una enorme falsità contrabbandando ai sammarinesi une versione che sta solo nelle fantasie di chi, o non è in grado di capire fino in fondo gli argomenti su cui pontifica, o non è interessato a scoprire la verità, ma solo a quello che vuole vedere per la propria lotta politica da condursi con qualunque mezzo. Si, perché quello che prevedeva la finestra del Decreto 79 non era l’autorizzazione da parte del Governo o del CCR o di chicchessia all’acquisto di titoli, bensì la sola accensione di depositi presso banche sammarinesi.
D’altra parte se l’operazione fosse stata consentita esplicitamente dalla Legge, come avrebbe potuto la magistratura contestarla come reato agli attuali indagati?
Riassumendo i passaggi fondamentali:
- il Decreto 79 era stato emesso a seguito di accordo tra Comitato Gestore e Banca Centrale, non d’imperio da parte del Governo; d’altra parte, i fondi del secondo pilastro pensionistico sono gestiti da un Comitato in cui tutte le parti sono rappresentate: parti sociali, associazioni di categoria, politica. Il Governo non aveva e non ha alcun titolo al riguardo;
- il Decreto 79 era stato emesso con la esclusiva possibilità di accendere depositi e non di comperare TITOLI; lo spazio temporale di 11 giorni non ha determinato nulla in merito ad una operazione che non si sarebbe dovuta effettuare e sulla quale è aperto un procedimento penale da parte dell’Autorità Giudiziaria;
- a seguito di accordi con la CSU il Governo ha sostituito il Decreto 79 con un altro non contenente l’articolo 5;
- l’acquisto dei titoli è stato effettuato con la liquidità disponibile della Banca Centrale e non con i depositi di FONDISS.
Il resto è storia: i fondi pensione dei lavoratori erano depositati al sicuro su un conto corrente dove sempre sono rimasti – tanto è vero che sono già stati reinvestiti – come d’altra parte è stato continuamente ribadito dallo stesso Comitato.
Come è noto, sulla questione dell’operazione titoli e sull’emersione di responsabilità di tipo penale sta indagando la magistratura e come maggioranza, sin dall’inizio, abbiamo fatto presente che ci aspettiamo piena chiarezza, affinché si accertino verità ed eventuali responsabilità.
Nel frattempo ci sentiamo di far presente che dall’ordinanza non emerge alcuna responsabilità né per il Segretario Simone Celli, né per il governo, né per il CCR, né per la maggioranza che da subito hanno tutti fornito la ferma volontà di fare piena luce sulla vicenda, nei confronti di un centro di potere che non abbiamo portato noi e che dopo soli 8 mesi dal nostro arrivo abbiamo smantellato e rimandato a casa.
Adesso.sm