Consiglio: varata la patrimoniale, ma senza DIM in aula
San Marino. Solo nel tardo pomeriggio l’Aula riprende l’esame del decreto n.44 sull’imposta patrimoniale, rimasto in sospeso dalla sessione consiliare precedente. La seduta inizia infatti un’ora in ritardo rispetto all’ordine del giorno per la mancanza del numero legale al momento dell’appello: i consiglieri di DIM (Rete e Mdsi) non sono presenti in Aula proprio in forma di protesta contro la Patrimoniale. Si procede con le risposte del governo alle interpellanze che riguardano per lo più sistema bancario e territorio. Concluso il comma Comunicazioni però i lavori subiscono una nuova sospensione prolungata per la convocazione d’urgenza dell’ufficio di Presidenza.
Riprendono finalmente i lavori dal comma 2 sui decreti delegati-legge: ratificati quelli non scorporati, viene infine affrontato il decreto sulla patrimoniale con la ripresa dell’esame dell’articolato.
Si riparte dall’articolo 6 (Rateizzazione dell’imposta) e i suoi emendamenti. La maggioranza presenta un emendamento aggiuntivo inedito per venire incontro alla proposta di progressività delle aliquote sollecitata dai sindacati, e si richiede la possibilità di inserirlo e metterlo ai voti, per cui serve maggioranza assoluta dei voti. Stefano Canti, Pdcs, parla a nome del Pdcs per rifiutare la richiesta della maggioranza. “Non so se ci sono le condizioni politiche per introdurre a decreto patrimoniale aperto, un emendamento. Finora avete avuto un atteggiamento di chiusura totale, senza ascoltare le proposte dell’opposizione e della Csu, e oggi, quando non si possono più presentare, ci chiedete di votare un emendamento?” Il consigliere fa notare che il concetto di progressività delle aliquote era presente anche in emendamenti presentati dall’opposizione, che sono stati respinti, e che si poteva procedere cercando una sintesi sulle proposte dei gruppi di minoranza. In definitiva, conclude: “Se questo è il clima, la risposta della Dc è ovvio che sia no, dovete assumervi la responsabilità di quello che fate”. L’emendamento di maggioranza non viene neanche illustrato, né presentato, e gli emendamenti dell’opposizione all’articolo 6, presentanti da Dim, Pdcs, Ps e Dalibor Riccardi, sono tutti respinti.
All’Articolo 8 “Esenzioni imposta” Canti, Pdcs, illustra le proposte di esenzione elencate nel proprio emendamento. “Intendiamo introdurre tra gli esenti tutti coloro che hanno perso il lavoro e non sono in grado di pagare la patrimoniale- spiega- chi è in mobilità e in disoccupazione”. Non solo: “Altre categorie di rilievo per l’esenzione dalla patrimoniale sono i proprietari di immobili che al momento dell’entrata in vigore del decreto risultino ospiti di case protette o case di riposo”. Il Segretario Celli risponde che l’orientamento del governo è contrario: “Indiscutibile che le esenzioni proposte sollecitino tutte le sensibilità, comprese quelle del governo, ma un conto è un’imposta che colpisce il patrimonio e un altro se riguarda il reddito. Se si parla di reddito, queste esenzioni sono comprensibili, se si parla di patrimonio c’è un’incoerenza di fondo con l’impostazione voluta dal governo e per questo chiediamo di respingere l’emendamento”.
All’articolo 11 “Istituzione dell’imposta straordinaria sulle attività finanziarie e modalità di applicazione” di nuovo Canti spiega l’emendamento Dc: “Chiediamo si cambi il metodo sovietico, è il cittadino che deve dare mandato all’istituto di effettuare il pagamento dell’imposta, nessuno Stato dà mandato alla banca di trattenere il corrispettivo, ricordo che non siamo in Unione Sovietica, siamo a San Marino”. Per Massimo Andrea Ugolini, Pdcs, l’impostazione data alla tassazione “non tiene conto dell’equità, ci può essere chi ha cospicue somme di raccolta diretta e non viene colpito da aliquota e chi ha investito invece anche importi bassi viene colpito dallo 0,5%”. Spiega poi l’emendamento bis: “C’è un aspetto che può tornare utile, far pagare un’aliquota più bassa per far rientrare liquidità presso i soggetti vigilati del nostro territorio. Poteva essere un incentivo al rientro capitali in Repubblica”. Il Segretario di Stato per le Finanze Celli illustra gli emendamenti del governo: “Abbiamo inserito quale area di esenzione quella delle attività finanziarie fino a importo di 10 mila euro, e l’ulteriore esenzione a polizze vita fino a 20 mila euro”. Sulla proposta Pdcs per favorire il rientro di capitali l’orientamento è contrario, così come sugli altri emendamenti dell’opposizione: “Per favorire il rientro di capitali credo si possano studiare forme incentivanti, ma questa proposta – motiva Celli – così impostata, rischia di far pervenire meno gettito e non risolve il problema in modo strutturale, perché una volta rientrati per evitare l’imposta, poi i capitali possono nuovamente essere portati fuori”.
Terminato l’esame degli emendamenti, si passa alla ratifica del decreto con i soli voti della maggioranza: 29 i voti favorevoli e un astenuto.
Prima del termine della seduta, il Consiglio procede all’esame dei decreti delegati: ratificati a maggioranza il n.43 “Semplificazione procedimenti amministrativi di natura autorizzativa e concessoria connessi all’esercizio dell’attività di impresa” e il n.50 “Disposizioni in materia di credito agevolato a supporto delle imprese” (in questo decreto, viene accolto un emendamento del Pdcs). I lavori consiliari riprenderanno lunedì mattina.
SMNA