Adesso.sm sul caso titoli: c’è responsabilità e responsabilità
San Marino. Ormai dovrebbe essere evidente a tutti i cittadini sammarinesi come la pubblicazione ad orologeria dell’ordinanza sul cosiddetto “Caso Titoli”, proprio nei minuti in cui si apriva il comma comunicazione del Consiglio Grande e Generale dei primi di maggio, sia stato esclusivamente l’ennesimo, studiato, tentativo di spallata ad un governo mai riconosciuto da parte dell’opposizione. Se non fosse per le accuse indicibili rivolte per più di un anno a oltre la metà dell’arco consiliare, al governo intero, a buona parte della magistratura e a volte – purtroppo – pure alla Reggenza di ogni nefandezza possibile ed immaginabile, la processione di lunedì dei membri di opposizione dai Capi di Stato per esprimere preoccupazione per una mancanza di dialogo deleteria per il Paese sarebbe pienamente condivisibile.
Peccato che dopo aver sostenuto per mesi e mesi che il governo è corrotto, colluso, in combutta con bande criminali, che progetta nelle segrete stanze la svendita del Paese a qualche speculatore non bene identificato, che il suo unico obiettivo è ricoprire il Paese, quindi anche loro stessi e i loro figli, di debiti, che punterebbe a sovvertire l’ordine costituzionale grazie ad una parte della magistratura “deviata” (quindi sovversiva), grazie all’appoggio di una maggioranza collusa, mafiosa, omertosa e silente, tirando in ballo anche la più volte ipotizzata parzialità della Reggenza, il tutto assuma il profilo comico di una farsa teatrale.
Come definire altrimenti gli atti di un gruppo di persone che, dopo tutto quello che è successo nell’ultimo anno, di fronte alla Reggenza esprimono contrizione e preoccupazione per non riuscire a dialogare con maggioranza e governo e poi, appena usciti, pensano bene di chiedere l’auto-sospensione di quattro Segretari di Stato diffamati da loro stessi appena un paio di settimane prima, facendo girare nel Paese la notizia falsa della ricezione di rinvii a giudizio? nE nel frattempo sfidano quasi a “regolar tenzone” la maggioranza, chiedendo di partecipare ad una serata organizzata dall’opposizione per continuare a mistificare i contenuti dell’ordinanza sul “caso Titoli” buttando tutto in caciara di fronte alla propria claque? È sempre facile farsi belli dietro la ricerca del dialogo, a parole. Ma perché ci possa essere un dialogo fra due soggetti, i bambini lo imparano all’asilo, servono alcune cose basilari. La prima è il riconoscimento reciproco. Buona parte dell’opposizione è ancora convinta, o così dice ai suoi elettori, che questo governo non sia legittimato a governare solo perché ha vinto le elezioni al secondo turno – con quasi il 60% dei voti. La realtà è che il governo è legittimato a governare dalla legge, che fino al 2016 andava bene a tutti e che oggi dall’Italia ci invidiano. La realtà è che in Consiglio non ci sono farabutti, ma persone oneste elette regolarmente che, in un momento complicatissimo per il nostro Paese, cercano di fare del proprio meglio per farlo uscire dalle secche, ognuno con la sua visione legittima di futuro. Questa deve essere la base.
Chi la pensa diversamente, non deve essere un nemico da abbattere.
Ognuno si deve prendere le sue responsabilità: la maggioranza si prenderà le sue, come ha già fatto diverse volte anche per quanto riguarda quello che è successo attorno a Banca Centrale, ma l’opposizione deve prendersi le sue. Deve ammettere, per esempio, di aver contribuito a allarmare inutilmente i cittadini di questo Paese, ma anche gli investitori e i clienti delle nostre banche, con una serie di fanfaronate mai realizzatesi – solo a titolo di esempio ricordiamo la scalata a Cassa di Risparmio da parte di Marino Grandoni, ma anche il colpo di Stato per bloccare il Caso Titoli – e di essersi resi co-responsabili, con questo continuo alzare l’asticella del “Al lupo al lupo”, le offese, le diffamazioni, le falsità, delle difficoltà di dialogo che hanno impedito di identificare immediatamente le dinamiche distorte che si sarebbero verificate in BCSM. Se veramente l’opposizione si ritiene responsabile, come ha detto piangendo lacrime di coccodrillo di fronte alla Reggenza, ha un Consiglio, il prossimo, a disposizione per dimostrarlo. Noi siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e a far partire una nuova fase di dialogo politico fra maggioranza e opposizione, se dall’altra parte vedremo un gruppo di persone preoccupate per il proprio Paese e non un gruppo di politici di vecchio stampo che hanno come unico interesse, alzando i toni ai soliti livelli squalificanti per l’aula, quello di strumentalizzare uno sciopero generale per massimizzare il proprio consenso elettorale.
Siamo anche disponibili ad un confronto pubblico, come richiestoci dalle opposizioni. Ma deve essere un confronto che parta prima di tutto dal riconoscimento reciproco, che si svolga in maniera ordinata e secondo modalità concordate da entrambe le parti. Per tale ragione faremo pervenire all’opposizione la nostra proposta per un confronto pubblico civile e costruttivo.
Adesso.sm