Politica

Adesso.sm: falsità infamanti e mistificazione

San Marino. Nel corso del dibattito sulla nomina del nuovo Presidente di Banca Centrale, il Segretario della Democrazia Cristiana (ed ex Segretario agli Interni) Giancarlo Venturini, e l’ex Segretario alle Finanze Pasquale Valentini, hanno chiesto alla Reggenza una sospensione del dibattito per approfondire le “gravi questioni” di cui sono venuti a conoscenza, in quanto membri della Democrazia Cristiana sarebbero stati destinatari di “comunicazioni giudiziarie” non meglio specificate. Dopo aver alimentato per dieci ore di dibattito la falsità infamante, poi diffusa nel Paese, che gli attuali membri del Comitato per il Credito e il Risparmio sarebbero stati destinatari di rinvii a giudizio, con procedimenti a loro carico, a Venturini deve essere venuto qualche scrupolo tanto da arrivare a rimangiarsi l’improvvida uscita correggendo con decisione la rotta, seppure con un giorno di ritardo.

Ora, infatti, non più i Segretari di Stato membri del CCR hanno procedimenti a loro carico – avevamo capito tutti male – ma alcune persone, fra cui membri della Democrazia Cristiana probabilmente ex membri di Governo, e membri dell’attuale CCR hanno ricevuto una convocazione presumibilmente per fornire informazioni al magistrato inquirente sul caso Titoli. Un procedimento che si incentrerebbe sull’operato della vecchia dirigenza di BCSM, che questo Governo ha di fatto licenziato. Un’operazione che il Governo non ha potuto conoscere nei dettagli, come ha ricordato ieri il Segretario Celli, a causa dell’apertura di un fascicolo da parte della magistratura che ne ha immediatamente segretati gli atti. Pasquale Valentini ha affermato in aula, poi, che sarebbe assurdo nominare un Presidente di BCSM finché le indagini– che coinvolgono vertici che oggi non ci sono più – sono ancora in corso. Valentini si è poi spinto a dire che i vertici della vigilanza – evidentemente quella attuale, o forse no – sarebbero indagati.

Non avendo di fatto nulla da obiettare, né sul profilo del candidato scelto, né sulla necessità di ridare piena operatività ed autorevolezza nominando un nuovo presidente, la minoranza non trova niente di meglio che chiedere di non procedere alla nomina aggrappandosi alle motivazioni più bizzarre. La scusa presa a pretesto questa volta, sarebbe la preoccupazione per il fatto che il nuovo presidente “potrebbe non essere a conoscenza delle indagini che riguardano alcuni dei ex- vertici e alcuni ex-funzionari della Banca Centrale”. Questo nonostante della vicenda si sia parlato con una domanda specifica durante l’audizione della stessa Tomasetti in Commissione Finanze. La sostanza, insomma, è l’ennesimo “fermiamo le bocce” che tanti danni ha arrecato al nostro Paese, con la scusa della pubblicazione a stralci di atti riservati – forniti chissà da chi – arrivata con una tempistica clinica il giorno stesso in cui doveva avvenire la nomina del nuovo Presidente.

Si tratta – è più che evidente – dell’ennesima manovra concordata per gridare allo scandalo basandosi su ipotesi, per mettere in difficoltà maggioranza e Governo, fregandosene dei messaggi che si lanciano verso l’esterno. Attendere la fine di un procedimento giudiziario che, dopo quasi un anno, ancora non è arrivato neppure a chiudere la fase inquirente, e che in ogni caso toccherebbe personaggi non più in carica, di fatto significherebbe rinunciare a nominare un Presidente che, anche grazie al suo profilo, avrà il compito di riallacciare i rapporti con Banca d’Italia, chiudere il memorandum, trovare le strade per reperire risorse necessarie al sistema e aprire il nostro mercato finanziario.  E questo lo sanno bene anche i Consiglieri di opposizione che si divertono a fare processi sommari al microfono dell’Aula consiliare, confondendo il ruolo di Consigliere con quello di Giudice.

Nel frattempo, mentre le cassandre sparlano dal microfono del Consiglio, protetti dall’immunità parlamentare, i fatti dicono che il Governo ha già provveduto ad incaricare il Segretario di Stato agli Affari Interni, per tramite degli uffici competenti, qualora nell’ambito del procedimento “titoli” vengano evidenziati fatti o condotte che hanno causato danni alla Repubblica, ad intraprendere ogni azione utile a tutela degli interessi dello Stato. Parimenti è stato dato mandato di tutelare in sede legale la onorabilità dei membri di Governo vittime delle calunnie di questi giorni.

Adesso.sm

 

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