Il Consiglio dibatte sulla “questione giustizia”
San Marino. In primo piano della seduta odierna del Consiglio Grande e Generale è la vicenda “Giustizia”. Come previsto dall’ordine del giorno dei lavori, si è aperto infatti il comma 8, con il “Riferimento del Segretario di Stato per la Giustizia in merito alle deliberazioni del Consiglio Giudiziario Plenario e successivo dibattito” in cui gli iscritti ad intervenire sono ben 51.
Nell’intervento di apertura, il segretario di Stato Nicola Renzi ripercorre quindi le vicende della Commissione di Affari Giustizia e del Consiglio giudiziario Plenario che hanno portato infine il 5 marzo scorso alla revoca del Magistrato Dirigente Valeria Pierfelici. Dalla disamina dei fatti, per il Segretario di Stato emerge come le accuse mosse, in tale passaggio, alla maggioranza, “siano completamente destituite di ogni fondamento”. In particolare, rispetto alle critiche di ingerenza sulla magistratura “la politica non ha messo le mani proprio su nulla – replica – semmai è stata tirata in mezzo, non so se più o meno volutamente, dai vari riferimenti del Magistrato Dirigente alla Commissione Affari di Giustizia”. Prosegue: “La stessa politica, poi, non ha contribuito in modo determinante a nessuna deliberazione successiva, limitandosi a prendere atto delle analisi e delle volontà della stragrande maggioranza dei magistrati della Repubblica”. Ancora: “Non è affatto vero che il Magistrato Dirigente viene allontanato nel momento in cui denuncia alcuni gravi fatti. Anzi, l’allontanamento viene deciso perché, tra le altre cose – spiega riprendendo le motivazioni del Consiglio giudiziario – il magistrato dirigente ha fornito alla Commissione notizie prive di prove, mediante le quali ha attribuito a diversi magistrati comportamenti capaci di offenderne il decoro e l’onore e complessivamente di intaccare il prestigio della magistratura; ha espresso opinioni, valutazioni, congetture inopportuna senza fare denunce”.
Nel corso del dibattito le posizioni di maggioranza e opposizioni restano molto distanti. I consiglieri di Adesso.sm sostengono le posizioni espresse dal Segretario di Stato. Eva Guidi, Ssd, replica al giudizio di illegittimità della revoca perché “non prevista esplicitamente per legge.” Ma “il fatto che una cosa non sia prevista- risponde infatti- non significa che non sia consentita”. Si è seguita, chiarisce, l’interpretazione data in sede di Consiglio giudiziario plenario “da un largo numero di magistrati di alto rango e grande esperienza sul fatto che il ruolo amministrativo e organizzativo del Magistrato Dirigente potesse essere revocato dall’organo stesso che l’aveva nominato”. Roger Zavoli, RF, difende l’operato dei colleghi di maggioranza in Consiglio plenario dove le deliberazioni sono state quelle “della maggior parte dei magistrati. Possono non piacere, ma accusare altri di complotti e ingerenze fa male, ma anche un po’ di schifo”.
Sulla illegittimità della revoca del magistrato dirigente per la mancanza di una normativa che la preveda, insiste Alessandro Cardelli, Pdcs che lancia un monito. Se infatti il Consiglio giudiziario ha proceduto attraverso un ordine del giorno si crea, sostiene il capogruppo, un precedente: “Allora da domani- ipotizza- noi potremo revocare anche la Reggenza con un Odg, perché nel nostro ordinamento non è prevista la revoca di un’istituzione”. Punta il dito contro la maggioranza anche Federico Pedini Amati, Mdsi: “Di tutta questa faccenda avete fatto un mostro – accusa – avete gestito le cose nel peggior modo possibile”.
SMNA