The Market, Turki, Banca Cis e tanti perché
San Marino. The Market e Turki: due grandi notizie nello stesso giorno. Se fosse tutto vero, nel volgere di poco tempo arriva a San Marino un miliardo di dollari di investimento e la possibilità di lavoro per oltre mille persone. Una pacchia. Siamo fuori dalla crisi. Ma è tutto vero? La cronaca la si può fare solo coi fatti, per il resto sono solo interrogativi. E allora cominciamo.
The Market annuncia la partenza dei lavori per la realizzazione del polo del lusso. Nel comunicato ufficiale afferma di avere già siglato il contratto con le aziende sammarinesi per 20 milioni. Però, nel tg della sera, il presidente Stefano Piva afferma che non è stato firmato nulla, che c’è una trattativa, ma niente di scritto. In pratica, l’accordo esistente è solo quello con il General Contractor Colombo Costruzioni, di cui già si sapeva e che è vincolato ai 40 milioni del credito agevolato, già deliberato anche dal governo. Ma, stando ai termini della convenzione, il credito agevolato può essere erogato solo in presenza dell’investimento, cioè quando le società promotrici del progetto tirano fuori i soldi. Che a quanto si sa, ancora non ci sono. E allora, perché propinare ai sammarinesi una notizia vecchia, che ha solo il sapore di un tentativo di rassicurazione nei confronti dei sammarinesi. E perché è necessario rassicurare?
In concomitanza, Mohamed Ali Turki sceglie il prestigio dei salotti televisivi per manifestarsi ai sammarinesi e rassicurare (anche lui) sui mega progetti che ha in animo di mettere in campo per San Marino. Ma anche qui, andiamo a leggere in fatti successi in questi mesi. L’estate scorsa arriva la notizia di un accordo di acquisto da parte di Turki di Banca Cis, che solo a gennaio di quest’anno riceve il nulla osta di Banca Centrale. Perché un imprenditore arabo, notoriamente ricco, dovrebbe acquistare una banca sammarinese che, a quanto si sa, non naviga in buone acque? Qualche giorno fa era comparsa la notizia con la richiesta di un prestito di 40 milioni a Banca Centrale, confermata indirettamente da un comunicato a firma dell’ingegner Grandoni, che minacciava querele. Poi silenzio: perché?
Tuttavia, perché un imprenditore dalle grandi possibilità non chiede la licenza per una nuova banca? Sarebbe molto più facile, semplice e senza il rischio di sobbarcarsi conseguenze imprevedibili. A meno che, sul piatto, non ci sia qualcos’altro, come dice lo stesso Turki, è cioè un “masterplan” che prevede investimenti per fare un aeroporto internazionale, l’ospedale nuovo e un albergo di lusso, addirittura di 33 piani. Ci risiamo con l’Aman Resort e ammennicoli vari: ci aveva già provato Claudio Podeschi. E non è andata a finire bene. Quindi, fare tutto questo, portando un miliardo e forse più nelle magre casse sammarinesi, accontentare il popolo, prendendo in cambio banca Cis. È un ragionamento che fila? Sono suffragati i timori per cui, chi mette tanti in soldi in Repubblica, poi ne diventa il padrone?
Un altro dubbio: perché Turki dice di essere “ancora interessato” a Banca Cis, quando in effetti c’è da tempo un accordo di acquisto dell’intero pacchetto azionario, già firmato e avallato da Banca Centrale? Cosa è successo nel frattempo? Voci non suffragate da conferme ufficiali rivelano che Turki si sia accorto che la Banca non era così florida, per questo essa si era rivolta a Banca Centrale per un prestito, che sarebbe stato concesso, anche se in minima parte, solo in questi ultimi giorni. Ecco le ragioni per cui Turki ieri è tornato alla carica. Sono solo illazioni, beninteso, perché nessuno confermerà mai questo ragionamento.
Invece è stato dimostrato e mai smentito il filo rosso che lega Banca Cis, The Market, e tanti altri personaggi che hanno girato e girano tuttora per la Repubblica. È la galassia di società facenti capo al Lussemburgo. Una situazione che ha condizionato molte delle scelte politiche degli ultimi tempi, compresa la cosiddetta “questione titoli” ancora per niente chiarita. (T. De Ruggero)