Unioni civili, appello al Consiglio: animo in consulendo libero
San Marino. Si avvicina la presentazione in prima lettura in Consiglio Grande e Generale della legge sulle Unioni Civili e nel dibattito pubblico che si sta delineando, importantissimo e doveroso, riteniamo opportuno sottolineare alcuni aspetti centrali della nostra proposta.
È in primo luogo fondamentale ricordare che questa proposta di legge intende riconoscere e offrire una cornice legale di riferimento a tutte le coppie che non possono o non desiderano unirsi in matrimonio: è stata infatti pensata per coppie sia eterosessuali sia omosessuali. E questo è un elemento del quale occorre sempre tenere conto, specialmente per quanto riguarda la genitorialità.
Per fornire uno strumento legislativo il più possibile chiaro e sistematico nella nostra proposta vengono richiamati circa una ventina dei 146 articoli di cui è composta la legge sul diritto di famiglia del 1986; la maggior parte di questi articoli sono stati richiamati per tutelare, grazie a una giurisprudenza ben collaudata, le parti più deboli nelle circostanze più delicate. Per quanto riguarda lo scioglimento dell’unione civile, ad esempio, solo nel caso in cui esso non sia consensuale si è voluto ricorrere a leggi già esistenti col solo scopo di tutelare al meglio la parte più debole.
Il secondo elemento fondamentale è che si è scelto di difendere pienamente i diritti dei minori eventualmente presenti, i quali non di rado già nascono o crescono con coppie non sposate. Riteniamo centrale il migliore interesse dei minori, ma visto che questo interesse può variare molto da caso a caso nella nostra proposta ogni decisione è subordinata alla decisione di un giudice col consenso degli eventuali altri parenti del minore. Nell’ambito del matrimonio al contrario la genitorialità si presume automaticamente.
Anche il riconoscimento dei matrimoni e delle unioni civili contratte all’estero da cittadini sammarinesi che decidano di rientrare a vivere in territorio o che semplicemente vogliano fare registrare la propria posizione consente loro di avere un quadro legale di riferimento chiaro e dignitoso, che garantisca loro almeno in parte gli stessi diritti e doveri dello stato di provenienza.
Auspichiamo quindi che tutti i partecipanti al dibattito vogliano tenere in considerazione questi elementi concreti nella loro interezza, senza fissarsi solo su alcuni aspetti che, presi singolarmente, potrebbero risultare fuorvianti e intorbidire così un confronto che noi per primi vogliamo limpido e corretto nel pieno rispetto delle persone coinvolte.
Il Comitato promotore della proposta di legge di iniziativa popolare sulle Unioni Civili