Il Consiglio sui decreti per la disabilità e sullo scudo fiscale
San Marino. Il Consiglio torna a confrontarsi sui decreti. In particolare, il n. 127 “Prevenzione della disabilità, salute e riabilitazione delle persone con disabilità” che viene ratificato a maggioranza con voto palese, e il n.128 “Disposizioni per favorire il rientro di patrimoni e l’emersione di alcuni beni detenuti all’estero”, su cui viene interrotto l’esame dell’articolato, a fine seduta.
Rispetto al decreto n. 127, inizia l’esame dell’articolato, ma dei numerosi emendamenti presentati dall’opposizione, in particolare da Rete e Pdcs, solo un paio, di natura formale, sono recepiti dal governo. Come anticipato dal Segretario di Stato per la Sanità, Franco Santi, due emendamenti del governo introducono novità rispetto al testo originale del decreto. Il primo, l’articolo 12 bis “Dopo di noi e vita indipendente” , trova il sostegno bipartisan, e l’emendamento all’articolo 13 sul congedo parentale, riformula la versione originaria, eliminando la necessità di motivare la richiesta di permesso del genitore. Pdcs e Rete apprezzano la modifica, ma presentano emendamenti al comma 6 con lo scopo di eliminare del tutto, sostengono, la burocrazia nell’iter di richiesta del congedo. A tale riguardo il Segretario di Stato Franco Santi interviene nuovamente sul testo per venire incontro alle richieste dell’opposizione, con il risultato che Dc e Rete ritirano gli emendamenti e la nuova versione dell’articolo 13 viene approvata.
Ratificato il decreto 127, si riapre lo scontro sullo “Scudo fiscale” sammarinese. “Con questo decreto- spiega il Segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli- si vuole agevolare l’emersione dei beni e patrimoni detenuti all’estero che al momento non sono stati dichiarati dal contribuente, finalità è anche avere un quadro reale della capacità patrimoniale dei contribuenti”. Nel corso del dibattito, l’opposizione esprime le sue perplessità sul provvedimento: Marco Gatti, Pdcs, rileva che i contribuenti hanno già possibilità di regolarizzare beni detenuti all’estero, con la legge n.166 del 2013. Iro Belluzzi, Psd riconosce uno scopo diverso del decreto dall’emersione del sommerso: “Qua si va a raschiare il fondo del barile – osserva – e vengono fatte scelte che non appartengono alla nostra dimensione”. Dalla maggioranza, Stefano Palmieri, Rf, ribatte al consigliere Teodoro Lonfernini, Pdcs, che ha rilevato come, per riportare liquidità nelle banche del Titano, il vero problema da affrontare sia la mancanza di fiducia nel sistema finanziario sammarinese. “Qui non si tratta di mancanza di fiducia – ribatte Palmieri – ma di regolarizzare e mettere in chiaro quello che è stato costituito fuori o che è stato portato fuori dall’interno”. Scettico sui risultati del provvedimento, Roberto Ciavatta di Rete: “A livello di liquidità – ammonisce- il ritorno sarà irrisorio e limitatissimo alla luce degli sconvolgimenti capitati quest’anno”. Alessandro Mancini, Ps, osserva che “se le finalità sono quelle di fare rientrare i capitali e alimentare un settore bancario in sofferenza, l’emendamento della possibilità di rimpatrio giuridico va a vanificare questa finalità”. Critico anche Gian Carlo Capicchioni, Psd, che stima un rientro di cifre “irrisorie”, non arriveremo, sostiene, neanche a 300 mila euro, la somma prevista in Finanziaria. Lo corregge in replica il Segretario Celli: “Nella previsione di bilancio, la cifra era molto moderata, di 800 mila euro, non 300 mila, ma era prudenziale e pensiamo i risultati possano essere superiori”. L’esame dell’articolat viene interrotto per la chiusura della seduta. I lavori consiliari riprenderanno domani alle 13,30, come da ordine del giorno, ovvero con l’avvio del comma 12 e il riferimento e dibattito relativo alla recente missione del Fondo Monetario sul Titano.
SMNA