PSD: adesso siamo ai minimi storici
San Marino. Il 2017 è stato decisamente l’annus horribilis degli ultimi dieci, abbiamo visto San Marino esposto a gravi problemi, primo fra tutti quello che riguarda la crisi prodotta nel sistema bancario. Dopo l’insediamento del governo, c’è subito stata un’accelerazione volta ad affrontare di petto i problemi che BCSM affermava essere presenti nel sistema bancario e non più rinviabili. Problemi che conoscevamo, ma l’atteggiamento aggressivo ed i relativi interventi si sono tradotti in effetti devastanti sul sistema nel complesso, che potevano sicuramente essere evitati; le difficoltà andavano fronteggiate in modo diverso, con un atteggiamento più avveduto.
Gli interventi su Cassa di Risparmio e Asset Banca hanno di fatto innescato una crisi non solo sulle due Banche stesse, ma anche su Banca Centrale: un effetto domino dove il governo in pochi mesi è passato dalla cieca fiducia nei suoi organismi, alla sfiducia totale, con conseguente sostituzione dei vertici tanto brusca quanto tardiva. I dati sulla progressiva diminuzione della raccolta interna sono ed erano incontrovertibili, li abbiamo denunciati, potevano essere letti mese per mese, soprattutto da chi ne ha facoltà. Sono dati chiari, reali, confrontabili con le dichiarazioni fallaci fatte dal governo. D’altra parte i vertici di Cassa che si sono succeduti, dopo l’approvazione di un bilancio liquidatorio con una perdita da 534 mln di Euro – presentato senza neppur illustrare contestualmente un Piano Industriale volto a creare le condizioni per il rilancio della Banca – sono stati perfino capaci di accantonare il Piano tardivamente approvato dai predecessori; a questo siamo drammaticamente abituati nell’ultimo anno di governo. Un governo questo, va tenuto sempre presente, che quale socio pro tempore di Cassa non solo è in condizione di intervenire in tempo, avrebbe necessariamente il dovere di farlo.
È stata quindi sdoganata l’era del debito pubblico, senza verificare se esistono le condizioni per l’emissione e il collocamento del debito pubblico contratto dallo Stato. Se non esiste un mercato di conversione dei suddetti titoli, che tenga conto della loro scadenza e della loro certa esigibilità, sarà l’ennesimo scivolone sul piano della credibilità del sistema.
Va chiarito che le decisioni circa l’aiuto esterno che potrà essere concesso o meno a San Marino, non dipendono dalle forze di maggioranza o dall’Esecutivo, ma dalle istituzioni terze che ci devono finanziare, e che dovranno valutare se finanziare o meno una parte del nostro debito pubblico, considerando che il vero fabbisogno può essere verosimilmente stimato intorno ai 600 mln di Euro. Le forze di opposizione sono state chiamate a decidere e ad esprimersi su fatti che non conoscono in profondità, perché non ci vengono dati gli strumenti, una grande contraddizione, dato che se contestiamo e ci dissociamo dalle scelte governative siamo accusati di disfattismo a danno del Paese. Siccome invece i costi del risanamento gravano su tutti i cittadini, se le scelte di chi ci governa non sono condivisibili, è doveroso secondo noi manifestare nel Paese ed in Consiglio Grande e Generale il nostro dissenso, senza per questo essere tacciati di disfattismo. Questo richiamo ciclico alla “responsabilità” è una mascherata, per scaricare sul prossimo le responsabilità di scelte politiche inadatte. Non è verosimile pensare che l’opposizione possa essere determinante per rassicurare i potenziali finanziatori esterni del debito e quindi si debba responsabilmente e inevitabilmente concordare con le scelte del Governo. Sicuramente continueremo a denunciare pubblicamente quello che non ci torna.
Dopo mesi di favole sulla nascitura “bad bank” di sistema, destinata a contenere e specialmente a gestire con un criterio sostenibile il rientro dei nefasti crediti deteriorati, i famigerati NPL, si opta per la cessione in blocco di questi aprendo un bando per l’acquisizione di oltre 2 mld di Euro di crediti in 10 giorni? E queste sarebbero decisioni assennate e prudenti? Il governo socio di Cassa questa volta cosa fa? Ci sono anche beni di sammarinesi dentro Delta lo ripetiamo da mesi, ormai è assodato: non ci interessano i beni di lusso, ma le abitazioni, le prime case. Con chi parleremo una volta ceduti questi crediti? Con chi in quella mescolanza di beni non vede altro che un profitto da massimizzare e realizzare in fretta? Fermatevi, non è una soluzione sostenibile.
Da anni si parla della necessità di formalizzare l’AQR per monitorare la salute effettiva del sistema bancario sammarinese, ma anche qua nulla di fatto. Erano tutte esigenze rivolte al bisogno di procedere verso gli adeguamenti imposti dalle normative internazionali ed al superamento degli ostacoli che ancora non consentivano la firma del Memorandum d’intesa con Banca d’Italia. L’armonizzazione del sistema sammarinese con quello italiano era e resta una priorità, senza poter raggiungere questo obiettivo, le aziende sammarinesi non possono accedere al credito erogato da gran parte degli istituti italiani. Se esiste qualche eccezione, la stessa non fa che confermare che la policy interna dei primari istituti bancari escludono per le loro filiali e/o le loro controllate operatività su San Marino.
Ci troviamo senza rapporti solidi con l’Italia, senza vigilanza, nel mezzo di una lotta all’interno della magistratura, con il FMI che ci “rimanda” e dice: “avete il tetto della casa che vi crolla in testa sapete?”. San Marino è maledettamente esposto ad un ritorno al passato che né i sottoscrittori di questo comunicato, né la stragrande maggioranza dei cittadini sammarinesi vogliono, come emerge dai dati proporzionali delle elezioni del 2016.
Ci dite da mesi, voi del governo e della maggioranza, che tutto doveva esser fatto in tempi brevi, per seguire le direttive del FMI e la “best practices” e gli standard internazionali. Se l’intento era legittimo l’effetto le azioni messe in campo sono state disastrose e improduttive. La storia ci dirà se l’accelerazione sul sistema bancario e finanziario ha favorito qualcuno a discapito di altri, per ora ha senza dubbio stravolto l’intero Paese.
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