Ciavatta e Pedini: Abbiamo paura che siamo di fronte al nuovo conto Mazzini
San Marino. Fuoco e fiamme in Consiglio, pochi minuti dopo l’apertura, con gli interventi in comma comunicazioni di Federico Pedini Amati (MDSI) e di Roberto Ciavatta (Rete). Il dito è puntato sui titoli che Banca Centrale avrebbe acquistato in cambio di liquidità per Banca Cis. Banca Cis ha smentito, ma l’indagine rimane.
Una questione più volte sollevata da DIM, rimasta sempre senza risposta dal governo, e poi tornata prepotentemente alla ribalta a causa di un’indagine aperta dal Tribunale.
Pedini usa il condizionale: “Sembra che la cifra ammonti a 49 milioni di euro, che guarda caso corrisponde ai FONDISS depositati in Banca Centrale”. Entra addirittura nel dettaglio specificando come siano stati ripartiti i soldi. “Beneficiaria dell’operazione Banca CIS – spiega Pedini – la quale sembra abbia azzerato un debito che fa riferimento alla Advantage Financial”. Ovvero Francesco Confuorti, i cui legami con Banca Centrale passano anche attraverso la moglie di Filippo Siotto, membro del coordinamento della vigilanza. La signora Okaue Kio, sposata a Siotto, è l’amministratrice della Adavantage Financial.
Poi c’è la fuoriuscita di notizie da Cassa di Risparmio verso Confuorti. I gestori di Carisp, che venivano da Monte dei Paschi, chiedevano a Confuorti come gestire il bilancio della Cassa.
“Dati e numeri raccapriccianti, non invenzioni dell’opposizione – insiste Pedini Amati – possibile che il CCR non sapesse nulla? Il Segretario Celli, che ha fatto le nomine, che è nel CCR, ha delle responsabilità. Altro problema: questi soldi che sono stati spostati, avevano il benestare dell’organismo che li aveva messi in Banca Centrale? Se non ce l’hanno, mi aspetto che domattina, questi soldi, vengano riportati dove erano, perché è stato passato ogni limite.”
Roberto Ciavatta rincalza: “Negli anni scorsi c’erano corrotti e corruttori. Il conto Mazzini ha fatto emergere i corrotti. I corruttori sono ancora a piede libero. La politica, che non ammette vuoti di potere, ha sostituito i corrotti. Siamo tornati al 2005, la strada spianata a ogni corruttela. Non abbiamo più Gabriele Gatti e Fiorenzo Stolfi: abbiamo Celli e Marco Podeschi, che rispondono a Grandoni e Rossini, con soldi e privilegi di ogni sorta. È stata confermata ogni segnalazione che abbiamo fatto. Vi chiedo di riconoscere un fallimento.”
L’attacco senza mezzi termini scatena una bagarre incredibile, che non viene raccolta dai microfoni. Se ne sentono solo gli echi. La Reggenza interviene con forza e il dibattito riprende secondo e regole.