DC: Il decreto 79 è diventato 87 e verrà portato subito a ratifica. Il problema rimane
San Marino. Non si sono ancora spenti gli echi dell’ultimo Consiglio, che la politica si prepara ad una nuova tornata, già nella prima settimana di agosto. La Dc non pone tempo in mezzo e, nel corso di una conferenza stampa, fa il punto su quanto appena accaduto, che rimane di stretta attualità.
Il segretario Gian Carlo Venturini parla di forzatura nell’approvazione dei decreti 78 e 80 e punta dritto sul più delicato, il 79, ritirato e ripresentato come decreto 87, senza l’articolo su Fondiss. Il che soddisfa la Csu, ma in realtà rinvia il problema. “Il Governo e Banca Centrale – stigmatizza – non hanno ancora abbandonato l’idea di far ricorso ai fondi pensione per sostenere il sistema bancario.” Spiega anche il decreto 87, non risolve nemmeno il problema della trasformazione del credito di imposta in debito pubblico. “Il credito d’imposta – spiega il Consigliere Dc – era sì un mancato introito per le casse statali, ma scaglionato nel tempo risultava poi compatibile con il bilancio dello Stato, in pareggio negli ultimi anni”. Fortissime la critiche, quindi, alla sua trasformazione in debito pubblico riproposta col decreto n. 87, e subito portato alla convocazione del Consiglio in agosto senza una vera urgenza. Tutto ciò aggiunto alle decisioni sulla Cassa di Risparmio che sembrano favorire non meglio precisati speculatori esterni.
Intanto, proprio sull’87 le opposizioni hanno depositato, nella giornata di mercoledì, un nuovo ricorso al Collegio dei Garanti.
Massimo Ugolini, dal canto suo, rimprovera il metodo con cui vengono portati avanti questi adempimenti, “che di condivisione – dice – ha ben poco”. “C’è una forte deresponsabilizzazione degli organismi tecnici – fa notare – che dovrebbero avallare questo processo. “Mancano infatti relazioni che facciano capire se Cassa sia in grado o no di supportare e sopportare l’assorbimento di Asset”.
L’atteggiamento autoreferenziale della maggioranza viene riscontrato anche da Pasquale Valentini che pone delle domande: “Aual è la visione che sta dietro tutto questo? Dove andiamo a finire? Adesso.sm ha un’idea astratta di Paese, non entrano mai nel merito delle questioni, ma – afferma – la loro azione si basa solo sullo stato di necessità, sull’accusa all’opposizione di perdere tempo, e sullo stravolgimento delle basi normative sulle quali finora si è operato.”
Preoccupato per la gestione di Carisp è anche Marco Gatti: “Non vorremmo – biasima – che sui crediti Delta, che fanno gola a molti, si volesse avvantaggiare la speculazione di qualcuno”. In generale tutto ciò, per l’ex segretario Dc, porta solo ad un aumento dei crediti di imposta e del debito pubblico e ad un problema di liquidità “che va a toccare le nostre pensioni”.
E sulla lista debitori: “Chi ha fornito un elenco dove compaiono persone che hanno estinto il loro debito deve assumersi le proprie responsabilità – dice Venturini – darli in pasto alla stampa porta solo a mascherare quelli che sono i veri debitori di certe banche.”
Ma l’interrogativo è: se da una parte si pubblicano i nomi di chi ha generato credito d’imposta, perché dall’altra non è stata ancora attivata la Centrale dei Rischi che di queste segnalazione si deve occupare?” In realtà secondo Marco Gatti il vero problema sta nella violazione delle norme del segreto bancario: voglio sapere cosa sta facendo il direttore di Banca Centrale – dice – che ha per legge l’obbligo di vigilare che certe cose non succedano. Qui non è importante la pubblicazione dei nomi – conclude – quanto la mancanza di una copertura normativa per poterlo fare”.