Politica

Protocollo d’intesa tra CSU e Governo, tutto quello che è stato scritto

San Marino. Sono molti e importanti i contenuti del protocollo di intesa firmato ieri da CSU e Congresso di Stato. In generale si tratta di un accordo che, oltre alla modifica sostanziale dei tre decreti fortemente contestati dalla CSU accogliendo le richieste sindacali, assicura maggiori garanzie e tutele ai fondi pensioni e ai risparmi, e sancisce l’avvio di una fase di reale confronto per permettere un maggiore coinvolgimento del sindacato e delle altre parti sociali nelle complesse e delicate scelte sul sistema bancario, uno dei nodi cruciali da risolvere per consentire a San Marino di uscire in positivo dalla grave crisi in atto.

In tal senso il Governo è impegnato a istituire fin da subito una sede di consultazione permanente sulla situazione del settore bancario sammarinese, composta dalle Segreterie di Stato per le Finanze e per la Sanità, la Vigilanza di BCSM, il Consiglio per la Previdenza e il mitato Amministratore di Fondiss. L’impegno è di riunirsi mensilmente, con le dovute clausole di riservatezza, e di condividere i principali dati di sistema relativi ai soggetti vigilati. In questa sede verranno fornite le informazioni sugli sviluppi dell’attuale fase di riorganizzazione del sistema bancario. Altro punto molto importante, viene previsto che ogni decisione sulle allocazioni dei fondi pensioni sarà oggetto di confronto preventivo in questa sede di confronto.

L’accordo prevede, una volta condiviso il percorso di riorganizzazione del sistema bancario, che lerisorse del fondo pensioni possano essere utilizzate – sempre in maniera concertata e mai in modo unilaterale – per dare sostegno al sistema bancario. Resta l’impegno assunto dalla CSU, sancito nello stesso protocollo di intesa, di sottoporre a referendum tra i lavoratori e alla loro decisione vincolante, qualunque eventuale scelta sulla possibilità di destinare parte delle risorse dei fondi pensioni per finalità diverse da quelle consuete.

Le parti convengono inoltre di valutare la possibilità di rendere noti, successivamente alle verifiche avviate da Banca Centrale con i singoli istituti di credito, i principali titolari di posizioni incagliate o a sofferenza dei singoli istituti bancari. Una misura che dovrebbe consentire di portare maggiore trasparenza e chiarezza sulle vicende che investono il sistema bancario. L’accordo prevede precise garanzie per i fondi pensioni e Fondiss: infatti, il Governo è impegnato a varare interventi legislativi che ne garantiscono la loro integrità e fruibilità. Per la CSU questo è un importante passo avanti sul piano della tutela delle risorse pensionistiche, che appartengono ai lavoratori e ai pensionati.

Si passa quindi ai decreti contestati dalla CSU. Circa il decreto n. 80, entro tre mesi verrà valutata la possibilità di modificarlo per aumentare la soglia dei 50mila euro di capitale fruibile, sia per i risparmiatori che per le aziende. Inoltre, in caso di documentate esigenze familiari o aziendali, si valuterà la possibilità di consentire finanziamenti a tassi non superiori all’1,50% e senza costi fino al massimo degli importi convertiti in obbligazioni.

Previsto quindi un preciso impegno per la tutela dei 31 milioni dei fondi pensione investiti in Asset Banca: il Governo predisporrà un emendamento che preveda in modo inequivocabile la non convertibilità in obbligazioni di queste risorse, con il formale impegno di mantenere tale allocazione in Carisp almeno fino al 31 dicembre 2017.

Come anticipato ieri, il Governo è impegnato a ritirare il decreto n. 79 e a riproporne uno nuovo che non conterrà l’art. 5, quello che esautorava il Comitato Gestore di Fondiss e assegnava a Banca Centrale la gestione dei fondi del secondo pilastro previdenziale. In tal modo viene restituita al Comitato Gestore di Fondiss la gestione dei fondi previdenziali del secondo pilastro, così come prevede la legge istitutiva dello stesso ente.

Per quanto riguarda la trasformazione dei crediti d’imposta in titoli del debito pubblico, entro metà settembre si valuteranno le modalità applicative, compresa l’ipotesi che la trasformazione non sia integrale. Per la CSU questa operazione deve essere considerata nell’ottica di fornire un sostegno a Carisp nella fase di acquisizione di Asset, e non di concedere regalie ad altri istituti creditizi.

Un capitolo dell’accordo è dedicato al progetto di legge sull’assestamento di bilancio. Viene in primo luogo confermato dal 2018 lo stanziamento di 3 milioni di euro per il Fondo Riserva di Rischio, mentre il contributo dello Stato alla Cassa Ammortizzatori Sociali è fissato nella misura di 500mila euro per il 2017, mentre dal 2018 viene ripristinato il contributo previsto per legge (20% delle somme erogate nell’anno di competenza a titolo di Indennità Economica Speciale).

Cartelle esattoriali: la “sanatoria” riguarda le cartelle emesse fino al 2015, con la specifica che per quelle emesse nel 2014 e 2015 verranno compresi anche gli interessi. Inoltre si è concordata l’opportunità di fare in modo che vengano aperte le procedure fallimentari per i debitori con importi superiori a 10mila euro.

Entro la fine dell’anno, il Governo verificherà – per un numero contingentato di frontalieri, verosimilmente quelli che lavorano a San Marino da un congruo numero di anni – la possibilità di richiedere la residenza e la conseguente possibilità di acquistare un’abitazione. Anche in questo caso si tratta di una richiesta avanzata dalla CSU rispetto alla proposta del Governo di far entrare a San Marino, sempre in modo limitato e contingentato, solo persone con elevate disponibilità economiche.

Il protocollo di intesa si conclude con l’impegno delle parti ad aprire il confronto di merito con gli altri soggetti istituzionali e sociali del paese.

CSU