Politica

Rete e MDSI abbandonano l’aula sul Decreto salva banche

Giochi del Titano

San Marino. Nella seduta consiliare odierna prosegue l’esame dei decreti in ratifica, avviato ieri sera.

In mattinata, al centro dei lavori è il Codice deontologico degli operatori dell’Informazione, presentato in Aula come decreto delegato n.59 . Il testo predisposto dalla Consulta per l’informazione finisce così sotto la lente del Consiglio Grande e Generale che interviene con l’accoglimento a maggioranza di alcuni emendamenti presentati da Rete. In dettaglio, dopo l’emendamento approvato ieri in notturna -che introduce l’obbligo, nel caso di pubblicazione di esiti di sondaggi, di fornire informazioni su chi lo ha realizzato e con quali modalità- in mattinata sono accolti altre due modifiche al testo, sempre proposte del movimento civico Rete. Approvati quindi a maggioranza l’emendamento modificativo articolo 5 (che esclude ogni riferimento discriminatorio relativo a dati sensibili, anche quando sia di rilevante interesse pubblico), infine l’emendamento modificativo all’articolo 29 in cui si estende l’inflizione della sospensione agli operatori in via generica in caso di violazione del codice deontologico, e non più solo alle violazioni considerate ‘gravissime’.

Ratificato il decreto n. 59, i lavori sono momentaneamente sospesi dopo l’annuncio, da parte del segretario di Stato per le Finanze, Simone Celli, del ritiro del decreto delegato n.60 sui “Profili definitori dell’assegno e disciplina in materia di pagamento e protesto di assegni in formato elettronico”. L’annuncio scatena infatti le proteste dei consiglieri di minoranza che la reputano una forzatura del regolamento consiliare, in quanto il decreto era già scorporato in apertura del comma, e uno stratagemma del governo per accelerare i tempi e riuscire così a giungere alla ratifica dei decreti 78 e 80. Non viene quindi accolta la proposta di Federico Pedini Amati, Mdsi, che chiede che il rinvio sia approvato dai due terzi dell’Aula, attraverso il voto. A seguito di una verifica compiuta sui casi precedenti e sulle norme, si ritiene infatti che il proponente abbia facoltà di rinviare il decreto, in quanto non rappresenta una modifica dell’Ordine del giorno. Dopo la consultazione dell’ufficio di Presidenza, si accorda quindi anche la sospensione della discussione di tutti i decreti successivi per procedere direttamente all’esame dei due decreti ritenuti urgenti sul sistema finanziario, il n.79 e il n. 80.

L’esame dei provvedimenti è comunque preceduto dalla presentazione dell’Ordine del giorno del Pdcs che chiede di “ritirare i tre Decreti Legge emanati dal Governo per ridefinire un quadro sostenibile degli interventi più urgenti”.  A motivarlo è il consigliere Stefano Canti, Pdcs, che spiega come il contenuto dei decreti preoccupi sia l’opposizione che la cittadinanza, scesa in piazza ieri proprio per manifestare i suoi timori. “L’Odg- spiega inoltre- va nella direzione di ricostruire condivisione su tematiche che riguardano il sistema bancario e finanziario”. I capigruppo di maggioranza, nelle dichiarazioni di voto, esprimono la loro indisponibilità al ritiro dei decreti che avrebbe “conseguenze pesantissime”, puntualizza Roberto Giorgetti, Rf. Per Giuseppe Morganti, Ssd “o lo Stato interviene, o non può che succedere qualcosa di molto più grave: la determinazione dello stato di fallimento per cui chi ha depositi in quell’istituto si troverebbe nell’impossibilità di non riaverli”. Sulla stessa linea d’onda Matteo Ciacci, C10, che si dice disponibile al confronto, ma non all’immobilismo.

L’Odg viene quindi respinto con 32 voti contrari e 20 in favore.

Si apre infine il dibattito per la ratifica del decreto legge n. .78 “Misure urgenti a sostegno del sistema bancario” nel corso del quale i consiglieri di Democrazia in movimento, Rete e Mdsi, annunciano che usciranno dall’Aula al momento del voto di ratifica. “Faremo in modo che questi decreti non saranno votati dal parlamento-  manda a dire Elena Tonnini di Rete alla maggioranza- ma saranno legittimati solo dal vostro voto, non avrete il nostro, né la nostra presenza perché usciremo dall’Aula”. L’intera coalizione non intende essere partecipe del disastro che questi decreti porteranno al paese e alla sua economia.

La seduta si interrompe sul dibattito al decreto n.78: i lavori consiliari riprenderanno domani mattina dal comma 23 con la prima lettura dell’Assestamento di Bilancio. Il decreto verrà ripreso una volta esaurito questo comma.