Il Consiglio dibatte sulla sfiducia a Celli
San Marino. Una giornata che sembra non finire mai, cominciata alle 8 del mattino (orario insolito per il Consiglio) a Palazzo, dove si discute sulla mozione di sfiducia a Celli. La maggioranza è in ritardo, e i lavori cominciano effettivamente mezz’ora più tardi.
Ma è un dialogo tra sordi, un po’ come quando si discute di calcio, dove ognuno si accalora, ma rimane strenuo difensore della propria squadra. Anche in Consiglio Grande e Generale, ognuno sembra parlare per sé, non ascoltando l’altra parte. Maggioranza compatta e determinata a difendere e sostenere il Segretario di Stato. Opposizione altrettanto risoluta a sottolineare i rischi per il Paese derivanti dall’azione di governo. Infatti, la mozione non è tanto un’accusa a Celli, quanto piuttosto la critica a un operato che sta portando il Paese nel baratro.
Modificato l’ordine del giorno dei lavori del Consiglio, che avrebbero dovuto cominciare a pomeriggio, ma che vista la contingenza, è stato anticipato di qualche ora. La normale scansione dei lavori riprenderà dopo la votazione. Si finirà a mezzanotte.
Si registrano intanto momenti di grande scontro e momenti di pathos. Ma le armi sono affilate su entrambi i fronti, anche se rischi effettivi di una sfiducia non sembrano proprio esserci. La maggioranza ha tutti i voti necessari ad affrontare anche questa parentesi. Ci aggiorneremo più tardi.