Governo: abbiamo salvato il sistema, nessuna operazione folle
San Marino. Di fronte al montare della marea di critiche sui “decreti salva banche” il governo scende in formazione compatta a spiegare le sue ragioni. Ci sono Simone Celli, Andrea Zafferani, Marco Podeschi e Franco Santi nella conferenza stampa odierna, convocata proprio per spiegare l’operato del governo. “Il momento è difficile, con problemi di portata straordinaria che richiedevano -dice il Governo – risposte non ordinarie”.
Spiegano che Asset Banca era finita in una situazione di gravissimo dissesto economico e patrimoniale. Oltre ai drammatici problemi di carattere patrimoniale sono state riscontrate criticità pesantissime nella struttura organizzativa e ripetute violazioni delle normative vigenti. Era una situazione pronta a deflagrare nel giro di brevissimo tempo a prescindere dai provvedimenti di rigore nel frattempo adottati da Banca Centrale.
Il passaggio di Asset Banca a Carisp è stata un’operazione di salvataggio di una banca tecnicamente fallita. A giorni i clienti Asset potranno cominciare a svolgere le normali operazioni presso Cassa di Risparmio.
Conti correnti, certificati di deposito, depositi a termine e obbligazioni non subordinate che superino, per ciascun depositante i 50mila euro, sono convertiti per la somma eccedente in obbligazioni non subordinate emesse da Cassa di Risparmio, con cadenza triennale e remunerate per un tasso non inferiore all’1,5%.
Un migliaio di clienti su 4mila rientrano in questa tipologia.
Per gli altri 3mila clienti i cui investimenti sono al di sotto dei 50mila euro, invece, tutto normale.
“Bisognava intervenire per scongiurare il peggio. A giorni – assicura il Segretario Celli – si tornerà alla normalità. Risultato che il Governo rivendica con forza.” Rincara: “Chi parla di Bail-in o non sa cos’è o è in malafede”.
Con questa nuove norme legislative si è regolato anche il credito di imposta diventato un pozzo di San Patrizio per lo Stato con un esborso che è andato crescendo anno dopo anno in modo incontrollato fino asuperare i 160 milioni di euro. Ora è stato “cristallizzato” sottolinea Andrea Zafferani. Saranno emessi titoli di debito pubblico e le istituzioni finanziarie di qui in avanti riprenderanno a rapportarsi col fisco come prima dell’introduzione di questa prassi.
Dopo la parte tecnica, la lettura politica. Viene sottolineato l’articolo sulle azioni di responsabilità, a conferma della volontà dello Stato di attivarsi, insieme a Cassa, contro i responsabili di mala gestio. “Non ci faremo nessuno scrupolo – aggiunge Celli – non si torna indietro.”
Le critiche della Dc? Sono solo “strumentali” dice Andrea Zafferani. “I crediti d’imposta – ricorda – sono una brutta eredità con cui ci troviamo a fare i conti.” Un pozzo senza fondo, senza limiti di importo né controllo reale dello Stato, che portano via entrate, tasse sugli utili, ritenute sugli interessi e nel caso di Cis – aggiunge – persino i contributi previdenziali. Buffo che attacchino noi”.
Poter convertirli in debito pubblico, il cui tasso e durata sono ancora da stabilire, permetterà allo Stato di cristallizzare il credito, incamerando utili. Su Fondiss prende la parola Franco Santi: “Nulla di scandaloso ma semplice operazione di sistema. Il decreto- spiega – non fa altro che ribadire la scelta concordata con il comitato gestore e con Bcsm per farla diventare ai sensi della legge banca depositaria.” Prosegue: “Con il decreto permettiamo semplicemente a Banca Centrale di poter immetter queste risorse a titolo di liquidità nel sistema bancario”.
“Risorse – aggiunge Celli – che vengono garantite dallo Stato”. Contro le critiche delle ultime ore interviene Marco Podeschi. “Non sono sorpreso di ciò che abbiamo trovato e di quello che ancora troveremo. Spesso dall’opposizione abbiamo posto l’attenzione sulle criticità. Ciò che supponevamo si è rivelato drammaticamente vero”. Fa notare che in tanti sistemi finanziari alle prese con criticità bancarie, l’opposizione tende a fare sistema. Infine, una frecciatina all’onorevole Tancredi che qualche giorno fa criticava Governo e Banca Centrale: “Vorrei ricordare che non facciamo distinzioni territoriali – dice Podeschi – diamo tutela a dipendenti, azionisti e depositanti senza guardare alla residenza”.