I bilanci dei partiti nel 2015
San Marino. Pubblicata la relazione del collegio per la revisione dei bilanci di partiti e movimenti, relativi al 2015. Una compagine oggi mutata, mentre a restare è il monito del collegio dei sindaci revisori, che sollecitano un adeguamento della legge sul finanziamento pubblico. Il Collegio dei Revisori Contabili, che è composto da Cristina Guidi, Loretta Cavalli e Gian Luca Belluzzi, ha stilato la relazione che è stata depositata secondo le norme vigenti alla Segreteria Istituzionale. Il Collegio ha constato innanzitutto che quasi tutti i partiti e movimenti hanno rispettato le date per la consegna dei documenti relativi al bilancio di esercizio chiuso al 31/03/2016, con eccezione del partito Socialista, del consigliere indipendente Remo Giancecchi e del consigliere indipendente William Giardi.
La prima evidenza è quella di un panorama politico profondamente mutato, in appena due anni: partiti che non ci sono più e nuove formazioni, tra scissioni e fusioni.
Dai dati del 2015, era Alleanza Popolare a segnalare lo stato patrimoniale più alto: oltre 276mila euro (276.696,82), ben più del doppio rispetto al PDCS (117.054).
Spicca Sinistra Unita, con una consistenza del patrimonio per oltre 150mila euro. A fronte invece, guardando al rapporto fra costi e ricavi, di perdite per oltre 28mila euro (28.592). Primato per utile di esercizio (è il rapporto tra costi e incassi) che va al PSD con oltre 70mila euro. A Via delle Scalette invece il record di spesa – vicino ai 390mila euro (389.559) – compensato dall’essere al top per i ricavi, con incassi che superano i 426mila euro (426.050).
Un panorama politico cambiato mentre non cambiano i rilievi mossi dal Collegio dei Revisori: auspica l’aggiornamento del quadro normativo sul finanziamento ai partiti; chiede maggiore chiarezza e prescrizioni più puntuali alle eventuali violazioni. Su tutto, reitera, come già fatto nelle precedenti relazioni, la necessità di normare aspetti che la legge non contempla. Diversi i casi: dai partiti che abbiano cessato la propria attività per una nuova realtà politica senza che le precedenti risorse patrimoniali vadano a costituire il patrimonio della nuova formazione. Ancora, regole per i partiti che cessino la loro attività disponendo di un patrimonio residuo. Come anche il casi dei consiglieri indipendenti con contributo personale: tutti hanno risposto fornendo dati di bilancio, a fronte di una legge che non prescrive per loro alcun obbligo sulla tenuta di contabilità e presentazione dei bilanci.