Carisp, slittano bilancio e nomine
San Marino. L’attenzione di tutti è ancora sulle banche. Soprattutto su Carisp, che nella settimana entrante avrebbe dovuto tenere la sua assemblea, approvare il bilancio, sostituire il presidente Romito e l’altro membro del Cda, Angelo Lazzari, dimissionario. Invece no. Ci sarebbero infatti perplessità sui conti, messe nero su bianco dal cda in una lettera. Da qui la decisione di approfondire e chiarire la situazione economico patrimoniale della banca. È stata quantificata in 77 milioni la perdita di capitale causata dalla svalutazione del gruppo Delta, senza tuttavia specificare a quanto ammonta la stessa svalutazione e quale sia il rapporto con la massa totale. Le opposizioni scalpitano: “Banca Centrale sta trasformando i problemi patrimoniali delle banche in problemi di liquidità” dicono. E tornano a chiedere un loro rappresentante nel CdA. La maggioranza lascia intravedere qualche spiraglio, ma la strada non sembra per nulla facile. Intanto la Fondazione propone Marcello Forcellini al posto di Angelo Lazzari, che si è dimesso. Forcellini è un giovane esperto di finanza con competenze e un curriculum internazionale. Già in forze presso Asset, si era fatto conoscere in campagna elettorale nella lista PS manifestando una grande conoscenza dei meccanismi finanziari e gli effetti che possono generare dalla loro applicazione. Di certo, sembra un professionista capace di stare alla pari dei guru di Banca Centrale. E poi è sammarinese. Ma basterà?
L’altro nodo grosso è sul debito estero e sui fondi pensione. La coalizione di maggioranza nega con veemenza che si stia trattando per l’accensione di un debito. Ma ammette che sarebbe possibile solo a certe condizioni. Insomma, non c’è, ma ci potrebbe essere. E poi, fatti i conti, forse le risorse interne basterebbero a rifinanziare le banche in sofferenza. Le risorse ci sarebbero nei fondi pensione. Ma il sindacato ha già dissotterrato l’ascia di guerra. Guai a chi li tocca. E il ragionamento non è sbagliato. Se ci togliamo anche quelli, rimane solo il debito.
Gli NPL: la partita vera è sui credit non performanti: ovvero soldi che non ci sono più, ma che messi sul mercato potrebbero ancora valere una bella cifra. Così bella da fare gola a molti. Non rassicura la dichiarazione del governo di creare una bad bank per la gestione degli NPL, perché lascia aperti troppo punti oscuri. Giugno è vicino, e per questo mese, secondo quanto aveva annunciato il governo, dovranno palesarsi le idee per la riorganizzazione del sistema bancario, da Carisp in giù.
Banca Centrale continua a tacere, anche dopo le critiche di Biagio Bossone, presidente ABS, che Banca Centrale la conosce bene, dopo averla presieduta per qualche tempo non più di cinque o sei anni fa.
E poi c’è Asset: ormai con le casse vuote, tanto da avere bisogno di una fidejussione per pagare qualche spicciolo ai correntisti, mentre gli ex vertici fanno fuoco e fiamme: non ci avrete! Sono ex appunto: ex direttori, ex presidenti, ex Cda. Quale voce possono ancora avere in capitolo?
Infine ci sono le altre banche. In queste giornate di assemblea per l’approvazione dei rispettivi bilanci, sembrano tutte a posto e anche ben patrimonializzate: BSM, BAC, BSI. Non si sa nulla di Banca CIS, ma forse si saprà nei prossimi giorni.