Rete: cosa significa, San Marino hub finanziario?
San Marino. Rete interviene con un’analisi del sistema bancario basata sulle dichiarazioni del governo. Ma il rischio è che dopo il fallimento della piazza finanziaria, si vada verso una pericolosa colonizzazione. Ecco la nota integrale.
Il Segretario alle Finanze Celli ci fa sapere che intende: “Far diventare il Titano un hub bancario di servizi finanziari e assicurativi” Cosa significa? Che si mira a far diventare il Titano sede di svariati servizi finanziari (banche assicurazioni ecc). Dunque il modello di sviluppo individuato dal governo per la nostra Repubblica è quello di trasformarla in un hub finanziario! Hub: ecco la nuova parola dell’anno, ecco il miracolo rivoluzionario che farà uscire il nostro paese dalle secche! Il governo cerca di spacciare per rivoluzionario il modello economico della piazza finanziaria, cambiandole vestito, immagine: prima si chiamava “piazza”, e tutto sommato era abbastanza casereccia, oggi la chiamano “hub” perché il progetto è ancor più megalomane e punta all’internazionalizzazione superando persino Banca d’Italia.
Non siamo stati in grado di gestire la prima (di cui ancora stiamo raccogliendo i cocci), figuriamoci la seconda! D’altronde il partito dominante della coalizione Adesso.sm, Alleanza Popolare (oggi in Repubblica Futura), ha ampiamente dimostrato come basti cambiare nome alle cose, mantenendo invariati contenuti decotti. La piazza finanziaria è infatti il modello di sviluppo che la politica sammarinese ha perseguito negli ultimi venti anni. Un modello basato sulla finanza senza regole, sull’apertura indiscriminata a capitali di ogni tipo, inclusi quelli della mafia. Naturalmente il progetto “hub” che oggi il governo dice di voler perseguire è infarcito di regole, trasparenza, e allineamento agli standard internazionali. Esattamente come il governo di 20 fa parlava di una piazza finanziaria all’avanguardia e piena di competenze.
Sinistra Unita (oggi in SSD) e Civico 10, fino a poco tempo fa sostenevano un modello economico basato sull’economia reale, li faceva rabbrividire l’idea della piazza finanziaria e dell’indebitamento estero: la loro posizione è radicalmente cambiata nel giro di pochi mesi. Si sono letteralmente appiattiti sulle posizioni di Alleanza Popolare, oggi ben celata dietro Repubblica Futura, e dei socialisti di Celli e del PSD, dentro il maxicontenitore SSD. Oggi come allora, proseguono i paradossi: si parla di “standard internazionali” e trasparenza, mentre nei fatti si blocca la Centrale Rischi ovvero uno degli strumenti che permetterebbero a San Marino di essere considerato un paese “normale”. L’istituzione della Centrale Rischi è stata bloccata dagli attuali vertici di Banca Centrale, Grais e Savorelli. Questi ultimi, se da una parte cercano l’approvazione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per promuovere e giustificare il loro attivismo, dall’altra dimostrano di agire in modo miope sul nostro sistema, non smentendo i potenziali collegamenti esistenti con gruppi esterni e possibili finanziatori in attesa di un loro cenno per portare somme a San Marino. Forse la Centrale Rischi farebbe emergere che chi ha tutti gli interessi a finanziare il nostro sistema, ha già delle somme o degli interessi nelle nostre banche? In questo contesto, il benestare del Fondo Monetario sull’indebitamento estero è utile a chi, come i vertici di Banca Centrale, sta ampiamente dimostrando di non avere la minima intenzione di confrontarsi con le regole, le leggi e gli organismi istituzionali di San Marino. Poco importa poi se le ricette proposte affossano il paese. Un governo accondiscendente, incapace di porre freni a Segretari di Stato la cui storia dimostra l’incapacità di rimanere senza padroni a cui rispondere; un governo che non pretende né il rispetto delle leggi sammarinesi (come quella sul tetto degli stipendi) né risposte alle tante domande e preoccupazioni che emergono dal paese; un governo che non si fa scrupoli a far saltare per aria intere banche quando bastava colpire i responsabili di eventuali irregolarità, col rischio concreto di creare un effetto domino per le banche; un governo passivo di fronte alle forzature di chi vuole nominare un rinviato a giudizio nell’istituto sistemico della Repubblica; un governo disponibile a togliere ogni spazio democratico di controllo in capo alle opposizioni in organismi di istituti, come quello di Cassa di Risparmio, in cui ad essere rappresentati sono gli interessi dell’intero Stato… Questo è il governo ideale per coloro che intendano realizzare un progetto di colonizzazione della nostra Repubblica. Adesso.
Movimento RETE