Politica

Rete: avviata la raccolta firme per fermare l’indebitamento estero

Giochi del Titano

San Marino. È davvero una cosa curiosa: fino all’estate scorsa, dei crediti deteriorati, i famosi NPL, non sapeva niente nessuno. Anzi, in molti si scagliarono contro il populismo di Rete, che andava a scovare notizie non vere solo per fare cassetta. Invece, era tutto vero e nel giro di poche settimane, gli NPL sono diventati il fulcro della politica e del sistema bancario. Si gioca tutto lì sopra. E tutto non significa il potere di governo, o il potere dell’economia, che sono sempre qualcosa di assai effimero, ma il futuro delle prossime due o tre generazioni. Non stupisca dunque che Rete, praticamente ogni giorno, porti avanti la sua battaglia per la trasparenza e per le cose ben fatte. L’indebitamento estero, il rischio di diventare come la Grecia, è un’altra battaglia appena cominciata. Di seguito, la nota emessa oggi da Rete su questo tema.

Continua purtroppo la guerra fredda tra governo e Banca centrale da una parte, e ABS, cioè l’associazione che riunisce tutti gli istituti bancari sammarinesi (tranne il CIS e Asset banca recentemente uscite) dall’altra.

Una guerra fatta di comunicati stampa, veti e ricatti incrociati, di fughe di notizie pilotate, di coinvolgimento ad arte della stampa italiana utile a crearsi un alibi agli occhi della cittadinanza.

Il bene del paese è una chimera, stiamo assistendo a una guerra tra bande.

Una guerra per cosa? Una guerra per decidere a chi affidare la gestione di quasi due miliardi di crediti deteriorati. Facile capire che guadagnare anche una piccola percentuale su una cifra così alta è qualcosa che fa gola a molti.

Ma soprattutto una guerra per sostituire un potere esistente con un altro potere altrettanto pericoloso.

Le banche sammarinesi e politici accondiscendenti hanno generato un mostro? Assolutamente sì: quando si parla di cifre del genere siamo di fronte a un mostro. Sono soldi che le banche hanno prestato e che non vengono restituiti, e che difficilmente saranno recuperabili. Ma non pensate che questi soldi siano stati prestati ad un piccolo imprenditore che magari adesso ha difficoltà a restituirli! Sicuramente ci sono anche questi casi ma di certo i casi più eclatanti riguardano personaggi molto più scomodi che hanno sfruttato la loro posizione per trarre vantaggi personali. Negli anni sono state piazzate persone di comodo ai vertici di istituzioni, nei Consigli di Amministrazione delle banche, negli organismi di controllo. Persone che, con la loro azione o il loro silenzio, hanno certamente agevolato molte distorsioni.

In seguito alla crisi del 2008 tutte le banche, in tutto l’occidente, si sono ritrovate in pancia dei crediti non più esigibili (l’impresa che chiude, il mutuatario che perde il lavoro e non paga le rate ecc), ma il nostro sistema finanziario ha percentuali di crediti deteriorati vicine al 50% della raccolta totale: un’abnormità rispetto alle percentuali attorno al 20% di altri Stati, che si spiegano solo con un’amministrazione non accurata dei soldi dei correntisti, cioè nostri!

D’altro canto quella che sta avanzando non è una azione per mettere fine a questo sistema e crearne uno virtuoso, ma solo per sostituire le persone che lo hanno pilotato con altre persone, che hanno probabilmente interessi personali altrettanto potenti.

Siccome il sistema finanziario non funziona, lo vogliono far saltare per aria e crearne uno nuovo ad immagine e somiglianza di chi li dirige e consiglia.

Ma non è sufficiente sostituire un sistema con un altro: si deve sostituire un sistema marcio con uno sano, e lo scontro in atto, i veti incrociati, le ripicche, le lotte tra banche e i politici al servizio di potentati più o meno noti non sono certo le condizioni migliori.

Sono decine e decine le domande, le incongruenze, le affinità, i collegamenti inopportuni che abbiamo segnalato al governo senza ottenere risposta.

Il nostro Movimento ha più volte negli anni cercato di fare proposte per mettere fine alle distorsioni: chiedendo la rimozione dei vertici bancari rinviati a giudizio (per tutte le banche, non solo per una), chiedendo di rendere noti i nomi dei grandi debitori, chiedendo di ridimensionare gli stipendi dei banchieri a fronte di interventi statali cospicui, denunciando gli NPL, il credito di imposta e soprattutto proponendo soluzioni di sistema a tutela della tenuta del sistema finanziario esistente, non del suo disfacimento per cambiarlo con un altro!

È una guerra tra un vecchio potere e un nuovo potere in cui chiunque fa domande è scomodo. Ma noi continuiamo a farle, per non lasciare nessuna strada intentata.

Proprio ieri RETE e MDSI hanno depositato una nuova interpellanza per chiedere i nomi dei primi trenta grandi debitori, per chiedere le motivazioni della mancata comunicazione, da parte di Banca Centrale, dei nominativi dei grandi debitori (comunicazione che sarebbe dovuta partire il 30 settembre 2016).

Nel frattempo continua anche la raccolta firme contro l’indebitamento estero, che a parole tutti scongiurano ma nei fatti è sempre più vicino. Potete venire nelle nostre sedi di Fiorina oppure giovedì mattina al mercato di Borgo Maggiore.

Movimento RETE