Stiamo andando verso l’indebitamento estero?
Nonostante il tema affatto semplice, la serata organizzata da RETE e MDSI sul tema banche è stata molto partecipata.
Siamo preoccupati della sicurezza con cui il governo, nella persona del segretario agli esteri Renzi, dichiara che in tre mesi risolverà i problemi del sistema bancario finanziario, quando tutti hanno riconosciuto la complessità e la delicatezza della situazione esistente.
Abbiamo l’impressione che l’utilizzo costante da parte del governo di parole chiave come “internazionalizzazione”, “sviluppo”, “autonomia” in merito al sistema bancario e finanziario, sia funzionale a giustificare nei confronti della popolazione le prossime decisioni che riguarderanno l’indebitamento del paese.
Ne avevamo avuto sentore già un mese fa, quando il segretario alle Finanze Celli con il pretesto di presentare i conti pubblici aveva creato allarmismo nella popolazione dicendo che a giugno non ci sarebbe stata la liquidità di cassa per far fronte agli impegni. Adducendo quale pretesto al rapporto debito/pil, Celli aveva annunciato il ricorso ad un finanziamento estero.
Ricordiamo al governo che nessuno presta soldi in cambio di nulla e che esiste sempre un ventaglio di soluzioni.
Noi avevamo proposto, per far fronte alle esigenze immediate, di accedere alle liquidità esistenti interne al sistema, attingendo ad esempio da AASS o chiedendo un prestito a Carisp, ma questa soluzione non è stata neanche presa in considerazione.
Siamo stupiti che si continui a non attivare la centrale rischi, strumento che avrebbe dovuto accompagnare il percorso di AQR, facendo emergere con chiarezza le esposizioni dei grandi debitori delle banche.
Ricordiamo ancora una volta che la Centrale Rischi esiste ma è a senso unico: i dati sui debitori dalle banche arrivano a Banca Centrale, facendo emergere dati sui rischi crediti che però non tornano indietro alle banche. Banca Centrale sa chi sono i grandi debitori ma non inoltra questa informazione agli istituti bancari.
Siamo preoccupati che gli NPL del nostro sistema bancario (ovvero i crediti concessi dalle banche il cui ritorno non è certo) possano diventare un boccone prelibato per chi aleggia su di esso.
Infatti se da una parte per le banche sono un peso, possono diventare un’ottima fonte di speculazione per chi vuole occuparsi della loro gestione. Il rischio è che si combatta una battaglia sotterranea per la gestione degli NPL: una percentuale di guadagno anche piccola, se applicata su quasi due miliardi di crediti dubbi, diventa una cifra molto importante.
Si rischia di svendere il sistema bancario per due soldi a qualcuno e con esso il sistema di concessione di credito a imprese e famiglie, fuorviando i cittadini con l’arrivo imminente di una liquidità utile a rimandare ancora una volta ad un non meglio precisato futuro gli interventi su privilegi e clientele.
Si tratterebbe di una strategia negli ultimi anni già ampiamente utilizzata da quella politica che, mentre rinuncia a perseguire gli interessi dello Stato, illude la popolazione che tutto vada bene.
Movimento RETE
Movimento Democratico San Marino Insieme