Politica

Commissione giustizia, vecchi amici e nuovi imbarazzi

San Marino. Ci hanno stancati le continue insinuazioni del governo relative a inciuci tra RETE e altri partiti. Invitiamo la cittadinanza a seguire i lavori consiliari per farsi un’idea sui fatti e non sulle chiacchiere di chi vive la politica come fosse un talk show.

Che la presidenza della commissione vigilanza spetti alle opposizioni è stabilito per legge.

Condividiamo le perplessità sulla nomina di Gian Carlo Venturini quale Presidente della Commissione Giustizia, ma il governo dovrebbe dire le cose come stanno! Ne ha il dovere, non può sempre e solo mentire.

Due commissioni verranno presiedute dalle opposizioni, tra queste la più importante è la commissione giustizia. In minoranza ci sono due opposizioni ben distinte: quella a traino DC e quella di Democrazia in Movimento (RETE e MDSI). La DC ha ovviamente preteso, avendo un peso specifico maggiore (16 consiglieri, contro i 9 di DiM) di tenersi la presidenza della commissione giustizia. A RETE è toccato accettare la presidenza della commissione antimafia, che per altro ha ceduto all’alleato MDSI.

Stando così le cose, RETE e DiM non hanno alcun modo di mettere in discussione le nomine decise da una coalizione con cui non ha e non vuole avere nulla a che spartire. Come nulla a che spartire vuole avere con un governo che poggia sulla diffamazione continua, come specchietto per le allodole per evitare di parlare dei temi gravi che ci stanno assalendo, a partire da eventuali compravendite di banche messe in atto in questi giorni contrariamente agli impegni approvati.

La presidenza a Venturini non è quindi frutto di un “accordo” tra RETE e la DC come i falsi governanti insinuano, ma una scelta autonoma della DC, che RETE non ha condiviso, come del resto il consigliere di RETE nella Commissione Giustizia, Roberto Ciavatta, ha ribadito al microfono prima della votazione. Non solo: AP (cioè il governo) ha affermato che no navrebbe fatto mancare i propri voti, e infatti la votazione per la nomina di Venturini è finita con 5 favorevoli e 4 astenuti. DiM (RETE + MDSI) in quella commissione composta da 11 componenti ne ha solo 1, e si è astenuto dal voto. Dunque chi ha votato Venturini, magari solo per poter fare caciara il giorno dopo?

Forse gli accordi sottobanco, gli inciuci che la maggioranza addebita ad altri è proprio essa stessa a farli. O non è vero che in una commissione permanente un membro di maggioranza ha nominato un Giancarlo Capicchioni, che sarebbe all’opposizione? E che differenza ci sarebbe (ci si spieghi) tra Venturini (ex segretario di Stato) e Capicchioni (ex segretario di Stato)?

Se il governo intende basare sulle insinuazioni contro RETE anche il post voto, come fatto precedentemente (quando attuali Segretari di Stato incontravano la cittadinanza in privato per raccontare loro i terribili sotterfugi dei soli che non cedono a questo sistema mafioso) si accomodi: se la gente vuole credere va bene così, se vuole vederci chiaro la invitiamo a seguire i lavori della politica dove spesso chi abbaia è un cagnolino impaurito.

A cosa serve, in definitiva, sviare l’attenzione su questioni così pretestuose? Forse a mascherare o non far notare il collaborazionismo della maggioranza riguardo la vociferata vendita di banca CIS, i salvataggi di società indebitate con lo Stato, la scarsa dimestichezza con il rispetto delle leggi votate a gran maggioranza dal paese sul tetto degli stipendi in Banca centrale.

I presupposti per un confronto serio dovrebbero basarsi su reali contenuti: RETE è disposta al dialogo, ma solo con chi ha un minimo di onestà intellettuale e da chi la pretende dai propri alleati.

(Fonte: Movimento RETE)

 

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