Gloria Arcangeloni (Rete) lascia il Consiglio
È di ieri la notizia che Gloria Arcangeloni, eletta nelle file di Rete, lascia il Consiglio. Il primo dei non eletti è Ranfo, al secolo Raniero Forcellini, notissimo per le sue vignette satiriche. Ma anche lui lascia e subentra al loro posto Marco Nicolini. Il web si scatena. Un eletto non dovrebbe lasciare il Consiglio, per altro non ancora insediato, per rispetto ai suoi elettori. Se uno non ha intenzione di “andare su”, sarebbe meglio che non si candidasse. Così si legge sui post di Facebook.
Il ragionamento ha una sua validità. Se però non si pensa alle logiche che animano l’attività di Rete, ben diversa dalle logiche della vecchia politica, dove i personalismi sono in primo piano. Rete non agisce mai a livello personale, ma interviene sempre a livello di squadra, condividendo tutto e favorendo il ricambio, senza nessun interesse specifico per le poltrone e gli incarichi. Chi non è in Consiglio ha la stessa dignità, e la stessa mole di lavoro, di chi invece lo è. E nessuno si stupisce. Ben diverso, invece, è quando un Consigliere lascia il suo gruppo, per andare in un altro, cosa che è avvenuta assai spesso nella passata legislatura. Invece, in questo caso, possiamo leggere solo onestà e trasparenza. La notizia vera, secondo noi, è un’altra: la Dc e gli altri partiti della sua coalizione che disertano il primo incontro convocato dal nuovo governo sulla legge di bilancio.
Non hanno avuto tempo. È probabile, visti i malumori che si sono scatenati dopo la sconfitta al ballottaggio. Però assicurano che saranno presenti ai prossimi incontri. Intanto lunedì c’è la prima convocazione del Consiglio Grande Generale per l’ufficializzazione del risultato elettorale e per la nomina della Giunta Permanente delle elezioni, che dovrà avallare la nuova composizione del Consiglio. Il nuovo esecutivo, causa i tempi tecnici e le festività di mezzo, molto probabilmente non potrà giurare e quindi entrare nel suo ruolo effettivo, prima del 27/28 dicembre.
a.ve.