L’Anis alla politica: occorre maggior coordinamento
Le elezioni politiche sono ormai alle porte, ma, al di là di chi uscirà vincitore dalle urne, il futuro di San Marino appare purtroppo ancora incerto. Tutti i programmi elettorali sono stati presentati e sicuramente denotano uno sforzo di elaborazione rispetto ai problemi che tutti noi ben conosciamo. Gli imprenditori, come del resto crediamo facciano anche i cittadini, non sono abituati a tanti giri di parole e non si accontentano della semplice elencazione dei buoni propositi. Quando si tratta di fare investimenti o avviare nuove attività, guardano solo a due cose: chiarezza e concretezza.
Proprio per questa ragione abbiamo chiesto a tutti i candidati, prima ancora dell’elaborazione dei programmi, di condividere una visione di sistema che ponga al centro lo sviluppo economico, del quale facciano parte anche tutte le componenti dello Stato, essenziali alla crescita del Paese e destinatarie al tempo stesso delle risorse che questa genera, basti pensare alle pensioni, alla sanità e all’istruzione. Questa visione, purtroppo, l’abbiamo ritrovata più nelle parole che nei programmi. Programmi che contengono una lunga lista di cose da fare, ma oltre agli obiettivi non viene quasi mai formalizzato il percorso per realizzarli, dalla tempistica alle risorse necessarie.
Più che di progetti per il Paese, che coinvolgano in modo equilibrato gli interessi di tutti, sembra quasi che si vogliano intercettare consensi, dando un po’ a uno e un po’ ad un altro. Ma questa ricerca del consenso genera anche delle contraddizioni, che potrebbero addirittura trasformarsi in ostacoli per l’azione del prossimo governo. Anche per questo ANIS aveva esortato tutte le forze politiche a ragionare sulla necessità di un maggiore coordinamento, magari attraverso una riforma istituzionale. Questa è una condizione fondamentale per l’azione di governo e quindi per la realizzazione di tutte le riforme. In diversi programmi c’è un progetto in tal senso e in altri viene comunque richiamata la responsabilità dell’Esecutivo su ciò che ha effettivamente promesso di fare, e questo non può che essere di buon auspicio. Ma ciò che chiediamo, come associazione e come cittadini, è la definizione di un vero e proprio piano di sviluppo per il Paese, cosa che purtroppo non emerge così chiaramente dai programmi elettorali, dove è difficile distinguere le priorità nella moltitudine degli altri interventi.